Gli stabilimenti Stellantis italiani rischiano di andare incontro a un sensibile ridimensionamento, sulla falsariga di quanto affrontato dalle fabbriche francesi. Si teme che il cambiamento vada a sostenere dei licenziamenti o dei “pensionamenti anticipati”.
Stellantis: anche il Governo in cerca di chiarimenti
Non nasconde le sue perplessità a riguardo il ministro del lavoro del governo uscente guidato da Mario Draghi, Andrea Orlando. In occasione di un incontro tenuto presso la Camera di Commercio di Potenza, l’onorevole è entrato nel merito della situazione in cui versa la struttura di Melfi e non solo. L’appello a Stellantis è di una maggiore chiarezza. Anche a fronte della grande disponibilità assicurata dall’Italia nei riguardi degli antenati del gruppo automotive, hanno il bisogno di reclamare un’attenzione diversa al Paese, ha spiegato Orlando, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera. A suo avviso, è cruciale impedire che il ridimensionamento si consolidi per gli impianti della penisola.
Tuttavia, Orlando ha pure sottolineato la propria attuale impotenza sul tema. Difatti, pensa vadano pretese risposte da un esecutivo in carico, non in una fase di ordinaria amministrazione. Insomma, la partite compete a chi si aggiudicherà le elezioni politiche (in programma il prossimo 25 settembre, ndr). Non avere un Governo in carica – ha proseguito – rischia di costituire un elemento di fragilità del sistema nazionale su parecchi fronti. In primis, il costo dell’energia, ma anche i profondi mutamenti. Chi ha condotto alla caduta si è preso la responsabilità di avere uno Stato più debole in un passaggio tanto delicato, ha proseguito.
Come sottolinea la Gazzetta del Mezzogiorno, da alcune settimane tengono banco dei movimenti di protesta promossi dalle organizzazioni sindacali, allarmati per le prospettive della forza lavoro del complesso industriale di San Nicola.
Sottolineate le difficoltà del momento, Orlando ha cercato di vedere un lato positivo. La conversione verso i veicoli elettrici – ha affermato – può permette pure ulteriori tipologie di opere. Si riesce a lavorare su determinati iter di conservazione e riportare nel Belpaese delle attività che, nel corso degli anni, lungo la filiera, sono state trasferite altrove. Oggi ritiene meno conveniente guardare all’estero. L’attuale contingenza dell’impennata del prezzo dell’energia, e pertanto dei trasporti, potrebbe condurre a riflessioni in proposito.