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Cassino, indotto Stellantis: verso il maxi fondo perduto

Il maxi fondo perduto autorizzato in deroga dall’Unione Europea pare avvicinarsi per l’indotto Stellantis di Cassino.

alfa romeo cassino

Per salvare il comparto, gli industriali del settore dell’automotive di Cassino hanno avanzato la proposta di diventare un super fornitore che parla direttamente a un colosso globale qual è Stellantis. L’iniziativa è arrivata al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico ed è in procinto di centrare una serie di maxi sostegni europei. Come recita il sito Alessio Porcu, si appresta a diventare il primo Contratto di Sviluppo sulle filiere dell’industria.

Cassino, l’indotto Stellantis sul punto di mettere a segno un colpo grosso per il quinquennio 2022-2027

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In buona sostanza, i grandi capi dell’indotto del gruppo italo francese, quasi tutti imprenditori locali, hanno messo in programma un investimento da 114 milioni di euro per agganciare la trasformazione da automotive a mobilità sostenibile. In particolare, hanno messo per iscritto un progetto che le collega tra di loro formando una filiera. Preso in consegna da Unindustria, il progetto è poi giunto al ministero e alla regione Lazio stabilendo precise richieste: iter burocratico rapido e deroghe ai vincoli europei.

Tali pretese hanno trovato accoglimento e così le società hanno modo di accedere a misure solidali fin qui precluse. Perché le imprese di Cassino e del circondariale inserite nel contratto di filiera avranno l’opportunità di godere delle deroghe concesse a livello comunitario per migliorare la competitività dei territori, i tassi di occupazione e le prospettive di crescita. In soldoni, sarà concesso un finanziamento a fondo perduto extra del 45% per le piccole imprese, del 35% per le medie e del 25% per le grandi.

Alfa Romeo Cassino

Essendo vicina alla regione Campania e per scongiurare il ripetersi di situazioni già assistite negli anni Novanta, a Cassino si sono riconosciute premialità più elevate.

Inoltre, è consentito superare il tetto de minimis. L’Unione Europea ha decretato delle soglie di contributi da rispettare; sommando i vari benefici non è consentito andare oltre. Qui si tratterebbe di un’eccezione: sarebbe possibile superare il regime de minimis e dunque i contributi andrebbero al di là dei 250 mila euro.

In generale, l’obiettivo perseguito dalle istituzioni è di favorire un domani migliore, di spingere le compagnie di piccole, medie e grandi dimensioni a investire nel Lazio nel quinquennio 2022-2027, accaparrandosi i bandi pubblici.

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