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Stellantis: in pochi anni nelle fabbriche carenza di personale

Se Stellantis continua con questa politica in pochi anni fabbriche italiane con carenza di personale e si invita il sindaco all’intervento

Stellantis

L’allarme dei sindacati è scattato da tempo per quanto riguarda Stellantis e le fabbriche italiane del gruppo. Infatti da Nord a Sud, da Mirafiori a Melfi tra incentivi all’esodo e lavoratori lasciati a casa tra cassa integrazione e riduzione di servizi e indotto, i problemi sono sempre gli stessi. L’ultima notizia che proviene dal Piemonte e che parla di ulteriori 480 lavoratori a cui è data la possibilità di lasciare il lavoro ha costretto ad una nuova presa di posizione Edi Lazzi, segretario della Fiom. E come sempre quando parlano i rappresentanti dei metalmeccanici della Cgil, i problemi vengono sempre evidenziati.

Il nuovo esodo a Mirafiori per Stellantis fa arrivare a 2.300 posti persi in questo modo

Come dicevamo in premessa, da Mirafiori giunge notizia che per altri 480 lavoratori di Stellantis si va verso l’uscita incentivata. In totale, si arriva a 2.300 lavoratori interessati da provvedimenti di questo genere nella fabbrica torinese del colosso dell’Automotive italo francese. Va detta una cosa riguardo agli incentivi all’esodo. Infatti si tratta di provvedimenti che nascono da accordo tra vertici aziendali e sindacati. La Fiom però non ha sottoscritto l’intesa. Anzi, come ha spiegato il segretario della Fiom Cgil Edi Lazzi, si chiede al sindaco del capoluogo piemontese, di convocare urgentemente i sindacati. Il territorio è da salvaguardare e i ripetuti accordi che vedono l’avallo delle altre sigle sindacali sono da sempre criticati dai metalmeccanici della Cgil.

Cosa ha detto Edi Lazzi sui nuovi esodi con incentivo di Mirafiori per Stellantis

Secondo Edi Lazzi se l’azienda  Stellantis continuerà su questo trend, ovvero nascondendo riduzioni di personale con gli incentivi all’esodo volontario, in futuro i problemi saranno di un altro aspetto. Nello stretto giro di un decennio per Edi Lazzi, tutti i lavoratori del sito produttivo di Stellantis finiranno in pensione e nessuno potrà portare avanti la produzione.

Un allarme che da tempo viene messo in evidenza questo. E nonostante Mirafiori è stata recentemente interessata dal passaggio della Maserati da Gurgliasco alla vicina fabbrica torinese. La chiusura dello stabilimento ex Bertone di Grugliasco, che Marchionne rilevo per conto di FCA, ha prodotto un speranza per Mirafiori. Che però va a scontrarsi con i nuovi incentivi all’esodo.

Stellantis tra Mirafiori, Grugliasco, Maserati e Fiat

Resta il fatto che a Mirafiori, oltre alle auto elettriche della casa del Tridente, si continuerà a produrre la Fiat 500 Bev che continua a tirare sul mercato. Nonostante ciò si parla di esodo, anche se la parola esuberi viene nascosta sempre.

Per il segretario torinese della Fiom, è negativo che Stellantis abbia, nello stretto giro di un anno,  incentivato a lasciare lo stabilimento 2.300 lavoratori. Anche perché l’età media dei lavoratori oggi in servizio a Mirafiori è piuttosto elevata. Se consideriamo il fatto che tale media anagrafica è pari a 55 anni, evidente che tra pochi anni molti lavoratori anche senza incentivi, lasceranno il lavoro per sopraggiunta età pensionabile.

Il rischio è che Mirafiori chiuda da sola

Se la chiusura di Grugliasco è stata una scelta aziendale, a Mirafiori rischia di accadere il contrario, cioè la chiusura fisiologica dello stabilimento. Il perché si evince dall’allarme della Fiom ed è legato a ciò che dicevamo prima. In pochi anni se non resterà più nessuno a produrre, i cancelli di Mirafiori si chiuderanno da soli. È l’eloquente pensiero di Edi Lazzi che chiama il primo cittadino della città di Torino all’intervento.

L’invito al sindaco Lo Russo di convocare un summit serve per detonare questo pericolo. Bisogna fare in modo che a Torino arrivino nuove produzioni di veicoli ma non solo. La Fiom, in base alle parole di Edi Lazzi, propone di portare a Mirafiori, che ha spazi a sufficienza, la filiera dello smontaggio. Significherebbe adibire una area dello stabilimento allo smontaggio delle auto da rottamare con riciclo di determinati materiali quali le batterie.

Tra i sindacati però non sembra esserci accordo

Se la Fiom come dicevamo è critica a tal punto da essersi tirata fuori dal siglare l’intesa coi sindacati, non è così per le altre sigle sindacali. La Fim Cisl e la Uilm per esempio, hanno visto subito di buon occhio l’intesa. A tal punto che come detto da Davide Provenzano dei metalmeccanici della Fim, l’accordo riguarda lavoratori ormai prossimi alla pensione. Secondo gli altri sindacati della triplice (Cgil, Cisl e Uil ndr), il primo accordo che anche la Fiom Cgil sottoscrisse, riguardava 160 esodi incentivati. Pochi per consentire le uscite a chi davvero è prossimo alla pensione.

Con la recente nuova intesa invece, viene concessa la possibilità ai lavoratori che hanno i requisiti per la pensione, di essere accompagnati alla quiescenza. E secondo Luigi Paone della Uilm di Torino, a Mirafiori questo bisogno è maggiore rispetto ad altri siti produttivi di Stellantis perché l’età media dei lavoratori è la più alta.

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