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Stellantis: la JV con la cinese GAC è quasi ferma

Stellantis: in Cina sembra praticamente bloccata la Joint Venture con i cinesi di GAC

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La joint venture tra Stellantis e il suo partner cinese GAC Group si è praticamente fermata, producendo e vendendo un solo veicolo in Cina il mese scorso. GAC ha annunciato i risultati della sua partnership con Fiat Chrysler Automobiles, con cui ha una joint venture 50:50, giovedì sera alle borse di Hong Kong e Shanghai, dove è quotata.

Stellantis che succede in Cina con GAC?

La joint venture “non opera normalmente” dal quarto trimestre dello scorso anno, ha detto giovedì la direzione di GAC agli analisti di Citibank. La produzione mensile è scesa sotto le 1.000 unità a dicembre ed è scesa a 35 unità a febbraio, prima di fermarsi virtualmente a marzo. Né GAC né Stellantis hanno risposto alla richiesta di commenti dalla stampa.

L’impresa è stata fondata nel marzo 2010, originariamente tra GAC ​​e Fiat. Nonostante le vendite e la produzione di auto in Cina sono aumentate nel 2021, per la prima volta in quattro anni, le vendite dell’impresa sono diminuite del 50 per cento a 20.123 unità e la sua produzione annuale è scesa del 58 per cento a 16.313 unità.

Il ritardo delle vendite ha pesato sul tasso di utilizzo della capacità degli stabilimenti dell’impresa. Le scarse vendite associate alla capacità inattiva significano che la joint venture GAC-Stellantis è in perdita. Riflettendo questo scarso rendimento durato anni, GAC ha portato a zero il valore contabile della sua partecipazione del 50% nella società alla fine del 2020.

La direzione ha affermato che non ha intenzione di fare ulteriori investimenti dopo aver immesso 3 miliardi di yuan insieme a Stellantis lo scorso anno. La casa automobilistica ha riconosciuto di aver sempre trovato la Cina un mercato difficile.

GAC e Stellantis
GAC e Stellantis

Stellantis ha un’altra impresa 50:50 con il gruppo statale cinese Dongfeng Motor Group. Il gruppo automobilistico e GAC stanno negoziando un cambiamento nella composizione della loro joint venture in base alla quale la prima prenderebbe una quota del 75 per cento e la seconda il 25 per cento, secondo Tavares.

Gli ultimi dettagli delle trattative non sono noti, ma sarebbe necessaria l’approvazione normativa da parte del governo cinese e degli azionisti delle due società. Pechino ha recentemente revocato un tetto del 50 per cento alla proprietà straniera delle case automobilistiche che operano nel paese.

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