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Stellantis, Fim Cisl: “Si trasformi ogni sito. Termoli un esempio”

Per i rappresentanti di Stellantis sarà fondamentale che il gruppo trasformi ogni centro produttivo dislocato in Italia.

Stellantis

Risale alla scorsa settimana l’appuntamento fissato tra le istituzioni locali, i sindacati e i piani alti di Stellantis per confrontarsi sulla Gigafactory che sorgerà a Termoli. L’ufficialità delle operazioni potrà rappresentare un ottimo volano per la rinascita dell’economia della Regione e dell’Italia intera. Ieri, giovedì 31 marzo 2022, è andato in scena un ulteriore incontro, stavolta senza affrontare in maniera mirata il complesso dedicato alla costruzione delle batterie. Ciononostante, il briefing a cui ha partecipato l’amministratore delegato di Stellantis in persona, Carlos Tavares, a Torino, ha riguardato temi di interesse pure per il Molise. Nel dettaglio, le parti hanno avuto un confronto sull’intera galassia produttiva del colosso automotive lungo la nostra penisola.

Stellantis: da Tavares l’ennesima conferma

Carlos Tavares

I massimi esponenti della Fim-Cisl, Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano, dal canto loro, hanno sottolineato l’ennesima conferma giunta dal CEO sugli impegni precedentemente presi. Il significato dell’iniziativa è talmente rilevante da tenere perennemente in allerta la popolazione locale. Ma, a quanto pare, non ce ne sarebbe motivo perché, come dicevano gli antichi, il dado è ormai tratto. Ergo, sorgerà una Gigafactory Stellantis a Termoli, in linea con il piano strategico Dare Forward 2030, illustrato dai vertici dirigenziali lo scorso 1° marzo.

Stando alle parole proferite da Tavares, il piano varato intende perseguire la neutralità carbonica dell’operato di Stellantis. Per riuscirci si attuerà un programma, con la riduzione del 50 per cento della anidride carbonica entro il 2030 e del 100 per cento entro il 2038 – con la totalità di vetture carbon free commercializzate in Europa e la metà nel Nord America. A tale scopo, il gigante dell’industria dei motori si sta adoperando su nuove piattaforme, batterie e sistemi elettrici. Il fine ultimo è di essere competitivi, di avere un ruolo centrale nell’evoluzione. Ad avviso dell’ad la società deve migliorare su: qualità; servizi; esperienza di mobilità.

L’ambizione è di raddoppiare i ricavi da 150 miliardi a 300 miliardi di euro nel 2030. Adesso una delle sfide – hanno proseguito Benaglia e Uliano – è rendere sostenibile l’acquisto di vetture elettriche. Il costo delle auto elettriche, portandole al livello di quelle con motore endotermico, servirà a richiamare le classi medie, altrimenti tagliate fuori. Per tramutare i buoni propositi in realtà occorrerà adoperarsi parecchio per incrementare i margini di redditività. Sarà necessario portare dentro il perimetro di Stellantis attività che, allo stato attuale, sono esterne. In tal senso, la fusione tra Fiat Chrysler e PSA si è tradotta in maggiori opportunità e sinergie, fuori portata per compagnie concorrenti.

Rischi prevalentemente esterni

In merito al business, la prevalenza dei rischi ha perlopiù natura esterna anziché interna: l’emergenza epidemiologica da Coronavirus, il conflitto scoppiato in Ucraina con l’esercito di Vladimir Putin, la carenza di materie prime e microchip pesano e tanto sulle sorti degli attori della filiera. Serve affrontare ciascuno di tali fattori con maggiore agilità per essere all’altezza del compito e assicurarsi un avvenire migliore. Scendendo nel dettaglio sugli impianti produttivi italiani, il gruppo Stellantis ha deciso di investire e trasformare il sito di Termoli in una Gigafactory di batterie. La conversione della fabbrica di motori, decretata nel 2021, ha incontrato l’opinione favorevole del Governo.

Termoli è stato un esempio tirato in ballo da Tavares in quanto permettere di capire l’approccio di Stellantis. Non pensano a chiudere, bensì a trasformare e rilanciare i siti produttivi nella direzione corretta. È essenziale sfruttare a pieno le varie competenze accumulate e la passione nutrita nei confronti del cambiamento.

Nulla da invidiare alla Germania come qualità

In merito a Melfi – hanno spiegato i portavoce di Fim-Cisl – il grande capo operativo di Stellantis ha evidenziato che porteranno quattro modelli diversi del gruppo. Allo stato attuale è fondamentale lavorare passo, passo per ciascun centro e individuare la soluzione ideale affinché non ci si lasci cogliere impreparati dall’evoluzione in corso. Non hanno ancora tutte le soluzioni, le cercheranno e ne discuteranno col sindacato.

Nel prosieguo, Tavares ha valutato la qualità dei marchi italiani oggi superiore in confronto alle rivali tedesche. Maserati Grecale e Alfa Romeo Tonale sono proposte parecchio competitive sul fronte qualitativo e in tale direzione le stesse organizzazioni credono sia opportuno muoversi.

Attualmente Stellantis conta su circa 8 milioni di capacità produttiva del gruppo e ne ha venduti 6 milioni, dando prova di resilienza.

L’ad di Stellantis ha, dunque, ribadito come in tale fase di transizione energica sia cruciale il ruolo ricoperto dalle istituzioni politiche. È imprescindibile il sostegno del settore mediante incentivi assicurati con continuità e non tramite stop and go. Inoltre, è prioritario un maggior impegno e investimenti sulle infrastrutture per la nuova mobilità elettrica. All’Italia e all’Europa si chiede di accelerare il processo.

Stellantis, Dare Forward 2030: dalla teoria alla pratica

Stellantis

Il confronto ha dato l’opportunità di comprendere a pieno in cosa si tradurrà il piano Dare Forward 2030 sulla scena nazionale. Il manager ha illustrato le manovre in atto di Stellantis riguardo alla trasformazione per il prossimo decennio. Sono soddisfatti del fatto che il piano in questione consentirà di assegnare una finalità a ciascun sito senza chiusure. Al contrario, laddove necessario saranno trasformati con nuove missioni produttive. Per le parti chiamati in causa consiste in un aspetto basilare.

Fim Cisl ha chiesto che le discussioni determinino delle promesse chiare e ben definite sulla funzione di ciascun impianto del conglomerato nella penisola. Come già avvenuto per Melfi e Termoli e, in parte, per Mirafiori, si invoca lo stesso approccio altrove. Hanno reclamato un confronto più dettagliato sul centro di Termoli in Molise alla luce dell’intesa sottoscritta con l’esecutivo. I temi da analizzare in maniera approfondita sono l’entità, il valore occupazionale e la necessaria trasformazione generale delle competenze della forza lavoro.

Ad avviso di Fim Cisl si tratta a sua volta di un ragguardevole risultato, destinato a qualificare l’occupazione in Stellantis. La società ha espresso il desiderio di internalizzare delle attività produttive, e pure in proposito hanno chiesto un faccia a faccia per ciascuna struttura.

Dialogo da mantenere costante

Benaglia e Uliano sperano che il dialogo non sia episodico, ma assuma peso strategico nel corso degli anni a venire. Ciò darebbe forza alle relazioni sindacali, una posizione da protagonisti e soprattutto darebbe al Governo l’opportunità di gestire le trasformazioni in un mercato in continua evoluzione. In aggiunta, Fim Cisl ha condiviso con l’amministratore delegato la speranza di vedere il Governo assolutamente preciso e lungimirante nel mettere in campo politiche. Gli incentivi alla domanda di veicoli elettrici e la loro competitività è apprezzabile, ma non sufficiente.

Difatti, promuovono attività a supporto della trasformazione industriale con politiche pubbliche assai più robuste. Tale incontro ha fatto sì che le strategie di Stellantis dessero il là a un clima positivo. Ciò principalmente per via delle soluzioni vagliate inerenti alla forza occupazionale e allo sfruttamento delle occasioni in un quadro delicato. Infine, Benaglia e Uliano hanno preannunciato che si daranno da fare per misurare la concretezza e la qualità degli impegni assunti. Dalla loro prospettiva sarà essenziale porre al centro l’occupazione e la conversazione di ogni sito in Italia.