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Le berline Alfa Romeo a 3 volumi più prestazionali

Ecco le auto del marchio più emozionanti fra quelle dotate dell’impostazione più classica.

Alfa Romeo Giulia GTA
La storia dell’Alfa Romeo è costellata di modelli sportivi e da gara che hanno lasciato il segno nei libri di storia e nel cuore degli appassionati. Nel listino della casa milanese non sono mancate delle berline a tre volumi dall’indole vigorosa, capaci di esaltare al volante, quasi come auto più specialistiche. Sono delle opere legate a modelli di grande produzione, interpretati in modo muscolare, per guadagnare una nuova tempra, decisamente più emozionante.
Riferendomi all’era più recente del “biscione”, ho scelto per voi 3 espressioni al top della specie. La più “anziana” del gruppo è la 156 GTA, la meno esasperata è la 164 Quadrifoglio Verde, la più estrema è la Giulia GTAm. Se lo gradite, continuate la lettura dell’articolo, per conoscere più da vicino le caratteristiche di queste appassionanti berline Alfa Romeo, che possono portare a testa alta il marchio di cui si fregiano. Accendete il motore, per iniziare un viaggio di autentica passione, alla loro scoperta.

Alfa Romeo 156 GTA: profumo di corse

L’Alfa Romeo 156 fu presentata al Salone di Francoforte del 1997. Quell’auto fece bene all’immagine e alle casse del marchio. Presto giunse anche il successo della critica, ben rappresentato dall’elezione ad “Auto dell’anno” nel 1998. Fu il primo di una lunga scia di riconoscimenti, in buona parte legati al suo stile.
Del resto, stiamo parlando di una vettura scultorea, che affascina per l’armonia dei volumi e per l’equilibrio delle proporzioni, in un quadro espressivo coerente in ogni suo aspetto. Il merito è di Walter de Silva, che ha firmato un design impeccabile, dove l’eleganza si sposa alla sportività. Difficile fare meglio. Fra l’altro, l’Alfa Romeo 156 sfodera il suo splendore in un quadro che evoca al meglio gli stilemi della tradizione del marchio, pur lanciandosi verso il futuro. Questo spiega perché le sue discendenti abbiano attinto dal suo repertorio stilistico. Immediato il successo del modello, che entrò subito nel cuore della gente.
Nel mese di settembre del 2001 furono lanciate le versioni sportive del modello: le 156 GTA e 156 Sportwagon GTA che, nel nome, rendono omaggio alle gloriose GTA (Gran Turismo Alleggerita) degli anni sessanta. Sono due auto belle e prestazionali, adatte all’uso quotidiano, ma in grado di regalare emozioni di taglio racing. Rispetto alle altre varianti della famiglia offrono performance di livello superiore, un handling più raffinato, una capacità frenante ancora più incisiva. In una parola, regalano il comportamento dinamico di una vettura sportiva.
Il merito va, in gran parte, al motore 3.2 V6 “Busso” a 24 valvole, capace di erogare una potenza massima di 250 cavalli a 6200 giri al minuto. Grazie al suo apporto, il quadro numerico è votato all’eccellenza, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6.3 secondi e da 0 a 1000 metri in 25.9 secondi. La velocità massima si spinge fino a quota 250 km/h. Sono prestazioni di grande vigore, degne delle sue nobili origini. Molto efficace il telaio, che regala dinamiche di ottimo livello, anche con il metro dei nostri giorni.
Sull’Alfa Romeo 156 GTA, partendo dall’ottima base fornita dalla berlina più tranquilla, i tecnici del “biscione” hanno eseguito alcune trasformazioni profonde, modificando tutti i componenti che hanno un impatto sulla dinamica della vettura. In primo luogo, quindi, le sospensioni. L’assetto e la guidabilità sono in grado di soddisfare le aspettative degli appassionati, che trovano esattamente quello che cercano. Diversi interventi hanno riguardato l’estetica, resa più aggressiva di quella del modello base. Qui l’auto sembra più muscolare e meglio posata a terra. Anche l’abitacolo guadagna un’impostazione più sportiva, con dettagli specifici che distinguono questo allestimento.
Per assicurare un maggior feeling è stato adottato un rapporto di sterzatura più diretto che permette di avere sempre l’auto in “pugno”, con una precisione chirurgica. Ottima la funzionalità dei cambi (uno manuale ed uno Selespeed). Sul piano stilistico, come dicevamo, i cambiamenti non sono radicali, per non ostentare troppo il quadro energetico ben più vigoroso rispetto alle versioni standard. I modelli comunque sono facilmente identificabili, grazie a pochi interventi i cui tratti danno ancora più forza all’impronta sportiva del modello. I progettisti sono riusciti al meglio nella difficile impresa di mettere in mostra i muscoli del modello, senza incidere troppo sulla straordinaria finezza espressiva del progetto stilistico di partenza. Niente male vero?

164 Quadrifoglio Verde: ammiraglia muscolosa

Stiamo parlando della vettura più emozionante della famiglia 164. A fare la differenza è soprattutto il motore. Stiamo parlando di un meraviglioso V6 aspirato da 3 litri di cilindrata, a 24 valvole, che eroga la ragguardevole potenza di 232 cavalli a 6300 giri al minuto, con un picco di coppia di 276 Nm a 5000 giri al minuto. Questo si traduce in prestazioni di alto livello. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 7.5 secondi, mentre il chilometro con partenza da fermo finisce in archivio in 27 secondo netti. Si spinge a quota 245 km/h la velocità massima.
L’energia del cuore viene scaricata a terra con l’ausilio di un cambio manuale a 5 marce, che svolge con decoro la sua missione. Il look è più muscolare rispetto alla versione base, ma risulta leggermente appesantito, per gli spoiler maggiorati e le vistose minigonne. L’eleganza sportiva dell’Alfa Romeo 164 viene però salvaguardata. Alcuni di voi sanno che nella versione TS da 2 litri di cilindrata, questa fu l’ultima auto personale di Enzo Ferrari. Qualche tempo fa ce ne siamo occupati, per questo rimandiamo al precedente articolo per gli eventuali approfondimenti.
Il Commendatore fece uso di un esemplare rosso corsa, che richiamava la veste cromatica dei gioielli di Maranello. Rispetto ai 148 cavalli erogati da quel modello, l’Alfa Romeo 164 Quadrifoglio Verde si pone su un altro ordine di grandezza. La versione del 1993, alla quale mi riferisco in questo post, lasciò poi spazio alla Q4 a trazione integrale, dotata della stessa unità propulsiva di origine “Busso”.
Le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti tipo Mc Pherson, con bracci oscillanti inferiori, barra stabilizzatrice, ammortizzatori a taratura variabile. Quelle posteriori sono di tipo McPherson con aste trasversali, puntoni di reazione, barra stabilizzatrice. Tutte a smorzamento variabile, gestibili dal guidatore, che può scegliere due modalità di regolazione: “Auto”, più morbida, e “Sport”, più rigida, per gli amanti della guida più chirurgica.
A contrastare le danze del modello provvedono dei freni a disco sulle quattro ruote. Sul piano stilistico si conferma l’eccellenza del design dell’Alfa Romeo 164, una berlina filante e di classe che porta in dote l’armonia e l’estro creativo italiano. Oltre che molto bella, è una vettura anche efficace sul piano aerodinamico. Il merito del suo affascinante progetto stilistico va ad Enrico Fumia, autore di un eccellente lavoro di design per conto di Pininfarina. Difficile trovare un look più scultoreo in una berlina di fine anni ottanta. Chapeau!

Alfa Romeo Giulia GTAm: il know-how delle corse

Questa è l’espressione più sportiva e muscolare fra le berline a tre volumi dell’era moderna del “biscione”. Un gioiello che segna l’impetuoso ritorno di una leggenda. Le lettere finali della sigla suscitano genuine scariche di adrenalina negli appassionati. Non è un’illusione ottica, perché i contenuti sono più che degni di questo attributo formale. L’Alfa Romeo Giulia GTAm è un vero vulcano di energia, che sprigiona grinta racing da tutti i pori.
Sembra il cratere dell’Etna, ma la sua lava infiamma il cuore, regalandogli sensazioni straordinarie, che sembravano ormai sopite. Il modello è stato lanciato in occasione dei 110 anni dalla fondazione della casa automobilistica milanese. Quale ricorrenza migliore per celebrare una pietra miliare della propria storia? Con l’Alfa Romeo Giulia GTAm, il marchio del “biscione” rinnova il proprio mito con un ritorno alle origini, facendo risorgere una delle leggende dell’automobilismo.
La nuova “Gran Turismo Alleggerita” riprende il filo con quella degli anni sessanta, giovandosi di un pacchetto estetico, tecnico e dinamico votato all’eccellenza. A fare da base di lavoro di ha pensato la Giulia Quadrifoglio, ma qui ci si spinge ancora oltre, molto oltre. Il peso scende di 100 chilogrammi, mentre la potenza registra un significativo incremento, passando a quota 540 cavalli. Tanta la forza di questo V6 biturbo da 2.9 litri, che ha visto scendere in campo anche gli uomini di casa Ferrari.
Soluzioni specifiche sono state sviluppate anche per aerodinamica, assetto ed handling. L’Alfa Romeo Giulia GTAm, variante estrema della gamma, si caratterizza per i due posti secchi, il vistoso roll bar e le cinture a 6 punti, 100% “street legal”. Questa vettura è immediatamente riconoscibile grazie a una caratterizzazione esclusiva non solo estetica, ma funzionale alle prestazioni. L’aerodinamica attiva è stata appositamente studiata per aumentare il carico deportante.
Sul modello si ritrova un know-how tecnico che arriva direttamente dalla Formula 1 grazie alla sinergia con Sauber Engineering. L’ampio utilizzo di materiali ultraleggeri e componenti in carbonio migliora il rapporto peso/potenza e affina l’aerodinamica, in linea con i trend del motorsport. I cerchi da 20″ con attacco monodado – soluzione tipica tra le monoposto del Circus ma unica tra le berline stradali presenti sul mercato – aggiungono note di aggressività e sottolineano ulteriormente il rapporto con l’universo racing.
L’Alfa Romeo Giulia GTAm può coprire il classico passaggio da 0 a 100 km/h in appena 3.6 secondi, con il Launch Control attivato. Il sound è da pelle d’oca, grazie allo specifico scarico disegnato da Akrapovic. A migliorare il quadro prestazionale rispetto alla già velocissima Quadrifoglio ci pensa il taglio di 100 chilogrammi sul peso alla bilancia. Tale risultato è stato reso possibile dall’esteso uso di materiali compositi. L’assetto è racing, ma la guidabilità resta a prova di essere umani, almeno entro certi limiti. Complimenti agli uomini del “biscione”.

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