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Maserati Biturbo torna in vita grazie al nuovo Grecale [Render]

È un mix tra Ghibli, Grecale e Alfa Romeo Giulia

Maserati Biturbo moderna render

Dopo tantissima attesa, Maserati ha presentato ufficialmente il nuovo Grecale che porta con sé una serie di interessanti caratteristiche. Partendo proprio dal nuovo SUV del Tridente, il renderista Theottle ha pensato di riportare in vita la Maserati Biturbo usando proprio il Grecale come base di partenza.

In un certo senso, la nuova berlina digitale ricorda molto la Ghibli, ma con alla base la piattaforma Giorgio usata da Alfa Romeo per Giulia e Stelvio. La parte frontale è caratterizzata da un cofano motore muscoloso, dai gruppi ottici del Grecale (che ricordano anche quelli della Ford Puma), una griglia con varie barre verticali e il logo del Tridente posizionato al centro e un paraurti con prese d’aria e griglia a nido d’ape.

Maserati Biturbo moderna render
Maserati Biturbo, il render della tre quarti posteriore

Maserati Biturbo: ecco come sarebbe la nuova generazione della berlina

Il profilo laterale è caratterizzato dai tre iconici fori di Maserati, dalle minigonne laterali con inserto in fibra di carbonio, dai cerchi in lega multi-razza con il Tridente black posizionato al centro e dalle calotte degli specchietti retrovisori esterni in giallo/nero.

Passando sul retro, possiamo vedere un diffusore nero con alette verticali, dei gruppi ottici a LED collegati da una barra cromata (con al di sopra la scritta Maserati) e uno splitter presumibilmente in fibra di carbonio posizionato sul cofano del bagagliaio. Per alcuni tratti estetici, il retro di questa Maserati Biturbo digitale ricorda quello della Giulia.

Sotto il cofano possiamo immaginare la presenza del V6 Biturbo da 3 litri del Maserati Grecale Trofeo che riesce a sviluppare 530 CV di potenza e 620 Nm di coppia massima. Quest’ultimo è una versione depotenziata del Nettuno che troviamo sotto il cofano della MC20.

Ricordiamo che l’originale Maserati Biturbo è stata prodotta dalla casa automobilistica modenese tra il 1982 e il 1992. Voluta da Alejandro de Tomaso, che aveva acquisito la proprietà dell’azienda nel 1976 da Citroën, la Biturbo doveva essere il modello dei grandi numeri. Era prevista una produzione di almeno 5000 esemplari all’anno grazie al prezzo competitivo.

Tuttavia, questo obiettivo non fu mai raggiunto anche a causa dei problemi di affidabilità generati dall’incompleto sviluppo dell’auto per accelerarne i tempi di commercializzazione. La berlina a tre volumi veniva fornita con un V6 derivato da quello della Merak, capace di sviluppare una potenza massima di 192 CV nella versione 2500 e 180 CV in quella 2000.

Il sei cilindri era caratterizzato da due turbocompressori (uno per bancata) e da tre valvole per cilindro. La Maserati Biturbo vantava un’impostazione tecnica classica con motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, sospensioni anteriori a ruote indipendenti, retrotreno a bracci oscillanti e impianto frenante con dischi sia anteriormente che posteriormente.

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