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Vendite auto in Europa nel 2021: -26%

Crollo delle vendite auto in Europa nel 2021: -26% rispetto al 2019. Invece, insensato il paragone con il 2020, segnato dal Covid

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Andiamo male; crollo delle vendite auto in Europa nel 2021: -26% rispetto al 2019. L’Acea Costruttori ha diffuso oggi i dati definitivi sull’andamento delle immatricolazioni di vetture: 11.774.885 unità contro 15.805.658 del 2019 (-25,5%), cioè dell’anno che ha preceduto la pandemia. Invece, insensato il paragone con il 2020, segnato dal Covid: -1,5%.

Per Gian Primo Quagliano, del Centro Studi Promotor, l’impatto del coronavirus sul mercato dell’auto dell’Europa Occidentale è stato dunque devastante. Dopo il crollo del 2020 in cui la pandemia aveva prodotto lockdown molto pesanti, nel 2021 non vi è stato nessun recupero.

Vendite auto giù: la crisi dei chip morde

Perché? Per le difficoltà di reperimento di componenti essenziali per la fabbricazione di autoveicoli, come i microchip. Al crollo della domanda generato dalla pandemia si sono aggiunti problemi di fornitura: consegne tardive. Infatti, la carenza di microchip ha causato fermate produttive in molte fabbriche di auto.

La crisi ha colpito tutti i mercati nazionali dell’area che nel 2021, rispetto al 2019, sono tutti in calo con la sola eccezione di quelli, molto piccoli, di Islanda e Norvegia. Non si sono certo salvati i cinque maggiori mercati, cioè quelli di Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna che assorbono il 70% delle immatricolazioni dell’area.

Il risultato peggiore lo ha fatto registrare la Spagna che nel 2021 rispetto al 2019 accusa un calo del 31,7%, seguita a ruota dal Regno Unito (-28,7%), dalla Germania (-27,3%), dalla Francia (-25,1%) e dall’Italia (-23,9%).

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In passato, il Governo italiano ha varato un sistema di incentivi che alla prova dei fatti si è rivelato più efficace dei sostegni adottati negli altri paesi. Va anche segnalato che nella maggior parte dei mercati dell’Europa Occidentale vi è una sensibile crescita della quota delle auto elettriche. Ovunque si segnala però l’assoluta necessità di interventi pubblici per sviluppare le infrastrutture di ricarica, la cui carenza è attualmente la principale remora all’affermarsi della mobilità elettrica, chiosa Quagliano.

In questo modo, aggiungiamo, mai e poi mai l’auto elettrica farà boom. Specie in Italia: servono incentivi strutturali da un miliardo l’anno e colonnine di ricarica.

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