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Noleggio e sharing auto: le scelte sbagliate della politica

Un settore vitale come quello del noleggio e sharing auto, trascurato dalla politica italiana con scelte discutibili

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Il futuro della mobilità, anche di quella elettrica, passa pure per noleggio e sharing auto: si paga un canone nel primo caso per almeno un giorno di vettura in affitto, si versa una tariffa per qualche minuto di utilizzo della macchina nel caso della condivisione. Ma un settore vitale come questo è trascurato dalla politica italiana con scelte discutibili. Lo dice l’Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità.

La crisi dei chip auto e le incaute scelte della politica stanno rallentando i flussi di immatricolazione e la ripresa della mobilità a noleggio e in sharing nel nostro Paese, già duramente colpita dalla pandemia, spiega l’Aniasa. Mancano all’appello oltre 100.000 immatricolazioni per il settore. Che si trasformano in un crollo dell’IVA: meno soldi per lo Stato. Un assurdo italiano.

Nonostante questo, la flotta resta salda sopra quota un milione di veicoli e il noleggio si conferma attore strategico della mobilità sostenibile anche grazie all’acquisto del 47% delle vetture ibride plug-in e del 30% delle elettriche immatricolate in Italia.

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Noleggio auto: cosa serve per il rilancio

Morale: servono misure concrete che equilibrino la fiscalità sull’auto aziendale. Il noleggio a breve termine ha vissuto un primo trimestre difficile e una parziale ripresa nei mesi estivi, grazie soprattutto al turismo made in Italy. Ma ora fronteggia l’onda lunga del chip shortage che sta bloccando i flussi di immatricolazioni. Il settore nei primi 9 mesi ha registrato il 56% di noleggi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e un giro d’affari ridotto del 37%. Gli operatori del rent-a-car stimano un ritorno ai livelli pre-pandemia solo nel 2023-2024.

E il car sharing? Hanno ripreso a circolare sulle strade delle nostre città le vetture in condivisione ma, complice la parziale riduzione della mobilità cittadina (soprattutto nella prima parte dell’anno) e il ricorso al telelavoro, il settore ha visto il proprio business dimezzarsi nei primi 9 mesi rispetto al 2019.

Mistero italiano, aggiungiamo. Da una parte la politica spinge a parole per il noleggio e lo sharing. Dall’altra, trascura il settore.

Il noleggio a lungo termine (per anni), forte della stabilità del business basato su contratti pluriennali e della continua espansione anche nel mercato dei privati, ha consolidato la crescita del giro d’affari dei primi mesi raggiungendo i 4,3 miliardi di euro (+4% vs 2019).

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