Tutti conoscono le ibride plug-in: auto ricaricabili. Con motore a scoppio e piccola batteria. Usando l’accumulatore, si viaggia come in elettrico. Ma c’è l’attacco di Transport & Environment. Sulle emissioni, dicono, i traguardi attualmente fissati nella UE sono troppo modesti. E le ibride plug-in finiscono nel mirino. Perché?
A complicare il tutto, sono le caratteristiche delle regole attualmente in vigore che consentono alle Case automobilistiche di sfruttare alcune lacune legislative, dice T&E. I Costruttori, infatti, possono sfruttare delle flessibilità per raggiungere più facilmente gli obiettivi prefissati, che però favoriscono la vendita di veicoli più pesanti, come i SUV altamente inquinanti e gli ibridi plug-in.
Questi mezzi, quando non vengono caricati, inquinano anche di più dei veicoli alimentati esclusivamente da combustibili fossili. Secondo i calcoli di T&E, queste lacune legislative, sfruttate in modo particolare da Daimler e BMW, hanno determinato solo quest’anno minori vendite di auto completamente elettriche nella misura di 840.000 unità.
Ibride plug-in nell’occhio del ciclone
Se i legislatori non interverranno, la forte espansione dei veicoli elettrici, alimentata in passato dalle norme sul taglio delle emissioni, è destinata a vacillare, ha dichiarato Carlo Tritto, Policy Officer di T&E Italia. Che aggiunge: è arrivato il momento di fissare obiettivi adeguatamente ambiziosi se vogliamo scongiurare lo spettro di un decennio perduto nella corsa alla decarbonizzazione del settore.
Ciò è ancora più importante per l’Italia, che ha tassi di motorizzazione tra i più alti d’Europa (655 auto ogni 1.000 abitanti) e le auto da sole rappresentano il 16% delle emissioni aggregate dell’economia. Non è più tempo di bla bla bla, è ora di agire, secondo T&E.
Il tutto passa anche attraverso le giuste regole sulle ibride plug-in, sostiene T&E. In teoria, se usate in elettrico al 100%, non inquinano. Nella pratica, se usate con motore termico, inquinano come e più delle altre. Visto che il mezzo, più pesante per la presenza della batteria, consuma di più e sporca di più.
In base alle norme in vigore, i produttori devono garantire un taglio delle emissioni di CO2 dei nuovi veicoli pari al 15% nel 2025 e al 37,5% entro il 2030. Ma la successiva proposta “Fit for 55” della Commissione Europea ha alzato il target di fine decennio a quota -55% ipotizzando il phase-out (-100%) nel 2035, per riflettere l’accresciuta ambizione climatica.
Secondo le stime di T&E, il target del 2025, a conti fatti, potrebbe essere raggiunto addirittura con due anni di anticipo. Un chiaro segnale della debolezza dell’obiettivo prefissato.