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Stellantis spinge al lavoro agile, si risparmia sui costi

Per il settore dei colletti bianchi l’azienda fa esattamente il contrario di quanto suggerisce il governo per il lavoro statale

Stellantis

Una cosa è lavorare per le Pubbliche Amministrazioni ed un’altra nel settore privato. La differenza la si nota bene anche in materia di smart working e lavoro agile e riguarda da vicino anche l’universo Stellantis. Infatti mentre nel pubblico impiego si cerca di porre un freno al lavoro da casa, nelle aziende private, Stellantis compresa, si fa esattamente il contrario.

Smart working  a favore anche di Stellantis

Smart working o lavoro agile o ancora, lavoro da remoto, sono termini ormai di largo utilizzo. Termini che i lavoratori hanno imparato a conoscere bene in questi lunghissimi mesi di pandemia.

Il lavoro da casa è stata la soluzione ottimale ai provvedimenti di chiusura, ai lockdown e all’emergenza sanitaria. Molti i lavoratori che, attività permettendo, hanno continuato a lavorare da casa per via dei provvedimenti di contenimento del Covid.

Adesso che la situazione  epidemiologica va meglio, che le terapie intensive ed i ricoveri non sono a livelli di guardia, il ritorno al lavoro in presenza è stato possibile. E tra l’altro, come ha deciso il Ministro Brunetta, titolare del dicastero della Funzione Pubblica, il lavoro in presenza deve essere la priorità.

Questo nel settore pubblico, dove la linea intrapresa dal Ministro Brunetta è netta e decisamente contraria al lavoro agile. Ma nel settore privato la situazione è opposta, perché sono molte le aziende che hanno scoperto tutti i vantaggi dello smart working. Vantaggi che sono tutti pro azienda naturalmente, con un  notevole abbattimento dei costi.

Nel settore privato, dove le aziende curano spese, risparmi e costi (ma non dovrebbe essere così anche nel settore pubblico?), lo smart working sembra essere interpretato come una opportunità. E lo è anche in Stellantis, naturalmente per lo spaccato dei cosiddetti colletti bianchi, degli impiegatizi. Impossibile infatti che operai sulla linea di montaggio, possano evitare di andare in fabbrica e lavorare da casa.

Smart working per Stellantis, perché è una opportunità per l’azienda

Stellantis ha appena avviato una nuova società, precisamente la “Stellantis italian house”. Ed il progetto prevede che il 70% degli addetti lavora da casa. Il progetto, inaugurato ieri 3 novembre, è stato spiegato bene da Santo Ficili, country manager di Stellantis in Italia.

“La nuova Stellantis Italy House rappresenta un passo importante verso un nuovo modo di lavorare, di interagire e di utilizzare spazi e tempo. La Stellantis Italy House è uno dei simboli della New Era of Agility, il progetto del Gruppo che rinnova il modo operare secondo un modello basato sul lavoro agile, sulla flessibilità, la creatività, la condivisione sociale”, questo ciò che ha ribadito il rappresentante di Stellantis.

Evidente dove punti l’azienda, con una autentica rivoluzione  delle attività lavorative dei colletti bianchi. “Cambieranno le modalità di presenza per favorire il remote working che rappresenterà il 70% del totale e cambieranno anche gli uffici che sono stati ridisegnati nel rispetto delle normative vigenti, ma anche e soprattutto per garantire il benessere di chi li utilizza. Stellantis sta mettendo a punto nuovi strumenti per affrontare al meglio le sfide future di un mercato di cui intende mantenere e rafforzare la leadership, facendo leva anche sulle opportunità che ci verranno offerte dalla strategia di elettrificazione del Gruppo”, questo l’ambizioso progetto del colosso nato dalla fusione tra PSA ed FCA, comelo ha illustratolo stesso Ficili.

Perché l’azienda trae vantaggio dallo smart working

Come dicevamo, nel settore privato si cerca di frenare il rientro in massa e soprattutto di studiare nuove formule organizzative miste, cioè il contrario delle linee guida di Brunetta nel Pubblico Impiego. Il lavoro da remoto, per le aziende del settore privato, significa contenere i costi, arrivare a cospicui risparmi in materia di riscaldamento, telefono, luce e metri quadri in affitto per gli uffici.

E non sono costi da poco questi. Per quanto riguarda nello specifico Stellantis, la linea ormai è consolidata. Lo dimostra il fatto che anche Fca Services, la società  di Stellantis che ha come compito, per esempio, quello di fare le buste paga, ha già confermato l’utilizzo dello smart working ben oltre lo stato di emergenza.

Il lavoro agile per la società di servizi di Stellantis rimarrà e addirittura, sarà quello prevalente. Naturalmente si chiede l’avallo dei lavoratori, perché devono essere loro a dire di sì. Il meccanismo è stato già messo in preventivo, con la necessità ogni novembre, di rispondere alla richiesta di accettazione del lavoro da casa per l’anno successivo.

I commenti della Fim Cisl

L’argomento è stato oggetto, come riporta anche l’edizione di Torino del quotidiano Repubblica, di un commento di alcuni sindacati. Per esempio, Cristina Bianco, delegata della Fim Cisl in Fca Services, sottolinea che “oggi come ordine di grandezza il 90% degli addetti lavorano da remoto. Un sistema favorito anche dal fatto che il 75 per cento dei dipendenti della società è donna”.

La restante parte di addetti che è in presenza è quello impegnato nei servizi generali e in quelli di archiviazione, per i quali la presenza è fondamentale. Ipotizzare che si salga un po’ al termine dell’emergenza Covid in quanto a presenze, non è esercizio azzardato, ma si stima che alla fine l’80% dei lavoratori resterà in lavoro agile anche in futuro, perché lo smart working potrebbe diventare strutturale.

” Si lavorerà un giorno in presenza e gli altri quattro a casa. Un modo di lavorare che alla lunga cambierà anche gli spazi degli uffici. Per ora in Fca Services verranno mantenute le singole scrivanie, ma per due settori si sperimenteranno dei coworking  dove si potrà prenotare la propria postazione attraverso l’app. Un sistema che potrebbe essere poi allargato. Ad esempio il lunedì e il venerdì sono due giorni in cui l’azienda ci ha fatto capire che preferisce il maggior numero di addetti da remoto”, questo ciò che ha ribadito su Repubblica, la rappresentante dei metalmeccanici della Cisl.

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