I rappresentanti sindacali dello stabilimento di Eisenach della casa automobilistica tedesca Opel, che è stato chiuso fino al 2022 a causa della carenza di microchip, hanno accusato la società madre di Opel, il gruppo Stellantis il 7 ottobre di aver abusato della disoccupazione parziale per trasferire la produzione in un altro sito.
Dure critiche verso il gruppo Stellantis dai sindacati Opel
La casa automobilistica tedesca ha annunciato una settimana fa che circa 1.300 dipendenti sarebbero stati collocati a lavoro ridotto fino alla fine del 2021 nello stabilimento tedesco di Eisenach e che la produzione del SUV Opel Grandland X sarebbe stata parzialmente trasferita a Sochaux, in Francia. L’azienda guidata dal numero uno, l’amministratore delegato Carlos Tavares giustifica questo arresto della produzione con la carenza di chip.
Il gruppo Stellantis ha assicurato giovedì 7 ottobre in una e-mail alla Reuters che la produzione riprenderà all’inizio del 2022 nel suo stabilimento di Eisenach. Ma i sindacati temono che il regime di disoccupazione parziale sia di fatto il preludio a una chiusura definitiva dello stabilimento, dove vengono assemblate le Opel Grandland X dotate di motori termici e ibridi plug-in.
“Non lo lasceremo chiudere”, avverte il capo del consiglio sindacale della fabbrica, Uwe Loesche, in una dichiarazione pubblicata giovedì sul sito web del sindacato tedesco IG Metall. Vedremo dunque nelle prossime settimane come si evolverà questa delicata situazione che riguarda alcuni tra i più importanti stabilimenti del gruppo automobilistico nato a gennaio dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e il gruppo PSA.
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