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Le 3 Ferrari più stravaganti di sempre

Le Ferrari hanno un look impeccabile, ma qualche creatura stona sul piano stilistico.

Ferrari Rainbow
La Ferrari Raimbow (Screen shot da video Carrozzieri Italiani)

Le Ferrari sono auto da sogno, che incantano anche per il loro stile. Nel corso degli anni, però, sono sbocciati degli esemplari unici che hanno un fascino meno conturbante degli altri. Si tratta di modelli particolari, nati il più delle volte per soddisfare specifici bisogni, sconnessi dalla filosofia stilistica tradizionale del marchio, che ha contribuito alla gloria del “cavallino rampante” nel mondo.

Oggi ne ho scelti tre che, a mio avviso, hanno titolo per essere considerati fra i più stravaganti di sempre. Uno di questi ha preso forma come concept car; un altro esemplare è nato per soddisfare bisogni agonistici; l’altro ancora è il frutto di un “capriccio” di un cliente statunitense. Se lo gradite, seguiteci nel viaggio alla scoperta di queste “rosse” molto particolari.  Accendete il motore, inserite la prima e…via col gas!

Ferrari Rainbow

Video ufficiale della Ferrari Rainbow

Nata nel 1976, su progetto della carrozzeria italiana Bertone, questa creatura nacque come concept car. Un’auto da salone, che ha proposto una ricerca stilistica alternativa rispetto ai canoni rituali. Come base di lavoro fu scelto lo chassis della Dino 308 GT4, dotato però di un passo più corto di 10 centimetri. Il motore rimase inalterato, perché le credenziali del V8 da 3.0 litri dell’auto di Maranello, con i suoi 255 cavalli di potenza, erano ottime per sviluppare il tema sportivo con coerenza. Il risultato degli sforzi creativi? Un’auto dal look molto geometrico, distante anni luce dal lessico tradizionale di casa Ferrari.

Difficile trovare delle connessioni con le altre opere del “cavallino rampante”. Anche la parentela con la 308 GT4, firmata come lei da Bertone, non emerge. Del resto l’obiettivo era quello di proporre qualcosa di radicalmente nuovo e diverso. Se l’originalità non manca, è anche vero che i suoi canoni espressivi non sono quelli abitualmente connessi al tema della bellezza. Alla presentazione, nella cornice espositiva del Salone dell’Auto di Torino, questa vettura targa a due posti secchi, con tettuccio retrattile, suscitò molta curiosità, ma l’amore per un modello è qualcosa di diverso. Le sue linee erano abbastanza pulite. Il fascino, però, non era degno della migliore tradizione della casa emiliana.

Ferrari 250 GT Drogo “Breadvan”

Sound pazzesco per la Ferrari Breadvan

La Ferrari 250 GT Drogo, conosciuta come Breadvan, è un’auto in esemplare unico, dal valore milionario. La sua tempra è rampante, ma il look, nella parte posteriore, non è particolarmente bello. Il soprannome dato al modello deriva dalla sua veste aerodinamica, che dietro lo fa somigliare a un “furgone per il pane”. Questa vettura nacque partendo da una 250 GT Berlinetta passo corto del 1961. Il motore, che canta festosamente, accompagnando le sue danze, è un 12 cilindri di 3 litri di cilindrata. Ascoltare le note della sua impagabile melodia regala un vero godimento allo spirito. Meno avvincente la poesia stilistica, per il trattamento della coda.

Pensata per le gare dalla Carrozzeria Sports Cars di Piero Drogo, puntava sul tema aerodinamico per guadagnare note di efficienza e competere con la 250 GTO. A volerla fu il conte Giovanni Volpi, uomo di grande passione seduto sul ponte di comando della Scuderia Serenissima. Per raggiungere lo scopo fu reclutato uno dei creatori della già citata GTO: Giotto Bizzarrini. L’ingegnere toscano fece arretrare anche la posizione del propulsore, per accentrare le masse e rendere più incisivo il comportamento dinamico del veicolo, specie in termini di maneggevolezza. L’ottimizzazione del baricentro fu conseguita con una carrozzeria più bassa di quella della GTO e con l’adozione della lubrificazione a carter secco. Oggi questa vettura si trova in Germania. 

Ferrari 365 GTB/4 Daytona Shooting Brake

Una Ferrari davvero insolita su base Daytona

Look sconcertante per quest’opera del “cavallino rampante“: ecco, in estrema sintesi, il mio parere personale sulla Ferrari 365 GTB/4 Daytona Shooting Brake. Ovviamente non ho la pretesa che tutti la pensino allo stesso modo, quindi non escludo che qualcuno possa anche apprezzare il trattamento stilistico della vettura in esame. “De gustibus non est disputandum” diceva la celebre locuzione latina ed io non voglio stravolgerla. La donor car, il cui nome è riportato nella sigla del modello, è invece una delle “rosse” più belle di tutti i tempi. Nello specifico si tratta di un esemplare del 1972 della “Daytona”, che fu rivisto stilisticamente dal designer statunitense Gene Garfinkle, tenendo conto delle indicazioni fornite da Luigi Chinetti, celebre importatore delle Ferrari negli USA.

Il tutto per farne una vettura sportiva adatta allo shopping di lusso. Se vogliamo è lo stesso concetto applicabile alle FF e GTC4 Lusso di più recente memoria, che però si offrono allo sguardo con uno stile più digeribile. La Ferrari 365 GTB/4 Daytona Shooting Brake fu consegnata nel 1975 all’architetto americano Bon Gittleman. Poi iniziarono alcuni passaggi di proprietà. Sull’ampio vano di carico posteriore emergono le ampie superfici vetrate, che snelliscono il lavoro, ma evocano mezzi di altra natura. Più gradevole la parte anteriore, molto affilata, che conserva la paternità sportiva della donatrice.

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