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Parcheggio a pagamento: ticket scaduti, multa o solo integrazione?

Contraddittorie le sentenze dei tribunali in materia di ticket scaduto al parcheggio. Cosa si rischia, la sanzione o solo il surplus di pagamento? Le regole generali.

Guida con patente sospesa

Parcheggi a pagamento e ticket scaduti sono situazioni comuni alla stragrande maggioranza degli italiani.

Che sia per svago, o per lavoro, o per fare la spesa, la ricerca di un parcheggio in tutte le città italiane è una cosa complicatissima. Figuriamoci se la ricerca si restringe solo ai parcheggi con strisce bianche, quelle cioè che segnalano il parcheggio gratuito.

Infatti nelle aree destinate in genere al parcheggio dei veicoli, la differenza la fanno le strisce con cui sono segnalate.

Bianche per parcheggio gratuito (ma occhio a segnali o scritte relative al carico e scarico delle merci), gialle per o disabili e blu a pagamento.

Il nostro focus odierno riguarda i parcheggi con strisce blu, quelli che comunemente prevedono la sosta a pagamento con le macchinette dove versare i soldi e ritirare ticket.

Parcheggiare nelle strisce blu senza pagare il ticket è sanzionabile e sanzionato dai controllori del traffico. Ma è sanzionabile pure parcheggiare oltre il tempo previsto dal ticket e per cui si è provveduto a pagare.

Sentenze contraddittorie da parte dei giudici sui ticket scaduti

Ricapitolando, il parcheggio nei posti delimitati dalle strisce blu è a pagamento.

Si versa un corrispettivo predeterminato, in genere a partire dalla mezz’ora di sosta.

L’automobilista versa tanti soldi quanti servono per garantirsi il parcheggio per il lasso di tempo che lui stesso decide basti per le sue esigenze.

Questo significa che si è autorizzati a parcheggiare solo per il tempo corrispondente a quanto è stato pagato.

E se si sfora l’orario, cioè se si lascia l’auto in sosta oltre l’orario scritto sul ticket, si è suscettibili di sanzione.

Si tratta di una casistica tea quelle più frequenti che finiscono dinnanzi ai giudici con ricorsi da parte dei trasgressori.

E le sentenze dei giudici non sembrano avere una linea comune tale da poter stabilire con certezza cosa fare.

Multa, sanzione o solo integrazione della sosta? Lo strano caso dei ticket scaduti

Posso fare ricorso se multato per il ticket scaduto? È lecita la multa o devo versare solo la differenza di importo in termini di ticket scaduti per parcheggio a pagamento?

Sono queste le domande più frequenti in materia di parcheggi a pagamento e ticket.

I parchimetri sono una prassi per gli automobilisti di tutta Italia. E ciò che può accadere non è una rarità.

Hai pagato due ore di parcheggio perché le ritenevi sufficienti ma poi ti accorgi che non bastano?

L’unica via che azzera eventuali problemi è correre al parchimetro e provvedere a pagare un nuovo ticket.

Ma se l’auto è parcheggiata lontano, oppure se non è possibile tornare all’auto per aggiornare le ore di parcheggio autorizzare, c’è la concreta possibilità che sul parabrezza i controllori della sosta lascino la loro multa.

Anche se la sosta è scaduta da poco, la multa è un rischio concreto.

L’ausiliare della sosta col blocchetto delle multe dietro, ha come unico compito proprio questo. Passare tra i veicoli, controllare se il ticket è stato pagato, se non è scaduto, ed eventualmente, sanzionare i trasgressori. Anche pochi minuti di discrepanza tra periodo pagato e sosta effettuata.

Per anni i sanzionati hanno riempito gli enti di ricorsi in materia, perché l’orientamento era quello di chiedere il pagamento della differenza in termini di minuti di sosta extra il ticket pagato.

Ma ci sono sentenze che hanno confermato per buone le multe comminate per i ticket scaduti.

Pochi euro per la sosta, multa salata per i trasgressori

I prezzi per le soste con parcheggio a pagamento tramite ticket sono differenti da posto a posto, ma si tratta in genere di cifre variabili tra i 50 centesimi di euro e i due euro per ora di parcheggio.

Spesso viene imposto il taglio minimo del parcheggio calmierato a mezz’ora o un’ora per esempio.

Aver pagato un’ora di sosta quando invece ne servivano due, o ancora, quando serviva per esempio, un’ora e trenta minuti, significa che per pochi centesimi di euro si poteva essere a norma.

Ma che sua di mezz’ora o di un’ora la differenza di tempo tra sosta pagata e sosta effettuata, la multa è più alta.

Nella stragrande maggioranza dei Comuni italiani,  la multa per chi occupa il parcheggio oltre l’orario indicato dal ticket è di 41 euro, alla stregua di chi non paga proprio. Pesante quindi la sanzione per i ticket scaduti.

Le sentenze che condannano al pagamento

Stando all’operato di diversi Comuni italiani quindi, il sostare oltre l’orario consentito dal ticket equivale a non aver proprio pagato nulla.

L’ente pubblico a cui finiscono i soldi degli automobilisti col parchimetro è il Comune in cui è situato il parcheggio.

È stata la Cassazione più volte a stabilire questo genere di orientamento e quindi a giustificare la multa condannando a pagare anche chi chiedeva di versare la differenza. Danno erariale a tutti gli effetti, questo ciò che ha confermato anche la Corte dei Conti, evidentemente sulla stessa linea di pensiero della Suprema Corte di Cassazione.

Ticket scaduto, il ricorso è inutile, a meno che non ci sia altro

Per quanto detto prima quindi, il ricorso contro una multa presa dal controllore della sosta per ticket scaduto, non servirebbe a nulla.

Eppure ci sono interventi normativi che andrebbero a sostenere che qualcosa si può fare.

Per esempio, direttamente il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture nel 2015 ha confermato la necessità di un regolamento comunale sulle formalità della sosta.

In pratica, il Comune dove sono situati i parcheggi con strisce blu deve essere dotato di un apposito regolamento atto a regolamentare il tutto, a partire dalla eventuale multa di cui stiamo trattando.

Alla luce di ciò, senza un regolamento, nessuna multa dovrebbe essere ammissibile e al massimo si può chiedere al trasgressore, l’integrazione del pagamento per il tempo effettivo di sosta rispetto al pagamento.

Alla luce di quanto stabilito a livello Ministeriale, i ricorsi sono stati una infinità, molti dei quali accolti.

Fino a quando, parlando di danno erariale, Corte dei Conti e Cassazione non hanno messo un freno a questo indirizzo, equiparando il parcheggio oltre il tempo pagato all’omesso pagamento.

Ravvedimento, la soluzione tampone offerta dai Comuni

Per ovviare a questo, alcuni Comuni inizialmente hanno adottato lo strumento del ravvedimento.

In pratica, se si interveniva subito, l’automobilista una volta trovata la multa poteva recarsi presso gli uffici competenti chiedendo di versare la differenza.

Una soluzione oggi in disuso perché effettivamente mancava la chiarezza effettiva sul tempo trascorso da quello di scadenza del pagamento a quello in cui effettivamente l’automobilista è andato a riprendere l’auto.

Ciò che il Ministero ha stabilito quindi è stato di fatto ritrattato, reinterpretato e reso inutile da Cassazione e Corte dei Conti. Una anomalia vera e propria poiché si rende identica la sanzione sia per chi paga due ore di parcheggio e resta in sosta per due ore e trenta minuti, che per chi non provvede proprio a pagare il ticket, che dovrebbe essere una cosa più grave.

E per danno erariale la Corte dei Conti asserisce la medesima cosa. Infatti il controllore del traffico è obbligato a sanzionare il trasgressore perché ci si trova di fronte ad un caso di mancato incasso da parte di ente pubblico.

Multa per ticket scaduti, quando il parchimetro ci viene incontro

Ricapitolando, nulla si può fare e ricorso praticamente inutile se tutto si basa sull’idea di pagare la differenza tra ore di parcheggio pagate e ore di parcheggio sfruttate in alternativa alla multa per aver sforato l’orario di sosta.

Ma ci sono alcune cose che possono venire incontro agli automobilisti. Come sempre in materia Codice della Strada, ci sono cavilli, regole e strumenti che possono rendere una multa illecitamente comminata. Alla stregua delle tarature degli autovelox per esempio, essendo la sosta nelle strisce blu collegata ai parchimetri, qualcosa da dire su queste macchinette c’è.

In pratica, i normali parchimetri oggi dislocati sul territorio devono avere anche lo spazio per il pagamento tramite carta di credito, carta di debito e così via. Se il parchimetro non offre questa possibilità, oppure nel momento del pagamento tale possibilità non è in funzione, si può ricorrere.

E il ricorso ha le carte in regola per essere vinto. Infatti esiste un precedente relativo ad una pronuncia del Giudice di Pace di Fondi, come si legge sul sito “laleggepertutti.it”, che dice proprio questo.

In provincia di Latina gli ermellini infatti hanno annullato la validità di una multa per ticket scaduto, perché il parchimetro che eroga i ticket non era dotato di sistema di pagamento elettronico. A dire il vero, come si legge sul sito di informazione legale, senza meccanismo di pagamento elettronico nel parchimetro, il diretto interessato può  anche parcheggiare gratuitamente.

In buona sostanza, se è praticamente inutile presentare ricorso contro un ticket scaduto con un parchimetro che offre tutte le possibilità di provvedere al pagamento, e quindi inutile cercare di pagare solo la differenza, diverso il caso del parchimetro senza bancomat.

Occorre produrre ricorso al Giudice di Pace, come al solito entro 30 giorni dalla data in cui il verbale è stato preso, indicando come motivazione il fatto che il parchimetro era sprovvisto dei moderni lettori per i pagamenti elettronici.

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