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Stellantis restituisce prestito: addio vincoli sui lavoratori?

La mossa di Stellantis sui prestiti garantiti dallo Stato tramite SACE, relativa ai rimborsi ragionati anzitempo, appare particolare

Stellantis

La mossa di Stellantis sui prestiti garantiti dallo Stato tramite SACE, relativa ai rimborsi ragionati anzitempo, appare sicuramente particolare di certo non molto interessante. Stellantis ha infatti deciso di rinunciare a quel paracadute fornito dallo Stato Italiano a suo tempo a FCA: i prestiti erano infatti stati sottoscritti solamente un anno fa. Stellantis rimborserà quindi il credito concesso da Intesa Sanpaolo pari a 6,3 miliardi di euro proposto a suo tempo tramite condizioni finanziare molto favorevoli: per fare ciò si servirà di una nuova linea di credito da 12 miliardi sottoscritta mediante 29 banche internazionali a fine luglio, di cui abbiamo già parlato qui. In questo modo il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA rimpiazza quanto messo in pratica col prestito da oltre 6 miliardi oltre ai 3 miliardi di esposizione per Peugeot.

In questo modo Stellantis dovrà pagare interessi maggiori alle banche rispetto a quanto previsto dall’emissione pubblica garantita. Tali ragionamenti potrebbero condurre anche ad una revisione dei livelli occupazionali con ovvie ricadute sugli stabilimenti italiani. Ma non è ancora chiaro come. La garanzia statale prevedeva per FCA un mantenimento dei livelli occupazionali, eventualità che ora potrebbe quindi venire meno.

Quali spiegazioni nella mente di Stellantis per la rescissione del prestito?

Le motivazioni che potrebbero aver condotto Stellantis a restituire anzitempo il prestito concesso a FCA potrebbero quindi essere legate proprio ad una rescissione dai vincoli imposti dai prestiti pubblici. Il vincolo principale in questo caso era proprio quello legato al mantenimento dei livelli occupazionali, configurando quindi la necessità di non poter licenziare alcuno. Un fattore particolarmente stringente che in una fase iniziale di investimento per l’immissione in opera delle nuove attività paventate da Stellantis potrebbe ragionare come un freno all’opera di revisione che si sta applicando. Il prestito richiesto da FCA potrebbe inoltre esulare dalle nuove possibilità offerte dal Gruppo della fusione.

Bisogna poi aggiungere che tra le imposizioni del prestito c’era la necessità di favorire la filiera a sostegno di un indotto “storico”. Questo potrebbe rappresentare un ulteriore rallentamento alle volontà di delocalizzare vicine alle idee di Stellantis oggi. A questo punto si può ammettere che i vincoli imposti vadano stretti a Stellantis che ha trovato una soluzione ulteriore alla questione che si è trovata fra le mani.

Quanto detto fin qui potrebbe fare il paio con le dichiarazioni di Carlos Tavares che nella posizione di CEO del Gruppo ha più volte espresso pareri sul futuro e sulle problematiche degli stabilimenti italiani. Una bozza diffusa di recente da Tag43 definiva un documento che potrebbe portare a circa 12mila esuberi su circa 66mila dipendenti degli stabilimenti italiani con termine ultimo nel 2024. Il rischio potrebbe essere dietro l’angolo, ma non è detta l’ultima parola.

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