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Ferrari: perché non fare un’erede della Testarossa?

Quando un’auto lascia il segno come la Ferrari Testarossa, il desiderio di vederne rivivere lo spirito in un nuovo modello si fa forte.

Ferrari Testarossa

La gamma Ferrari è oggi più articolata che mai. Negli ultimi tempi sono stati lanciati tanti modelli, in grado di soddisfare al meglio i diversi bisogni della clientela, ma chi ha costruito (o rafforzato) la sua passione con le supercar anni ’80 del “cavallino rampante” sente la mancanza, in listino, di una vera erede della mitica Ferrari Testarossa. Io appartengo alla specie.

Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che in fondo anche oggi, come allora, c’è un’auto sportiva e motore posteriore centrale nell’alto di gamma della casa di Maranello: la SF90 Stradale. Il tutto in un quadro dove, nei piani più “bassi”, si posiziona la F8 Tributo, dotata della stessa impostazione. Un po’ come succedeva ai tempi della Testarossa, quando fra le auto a due posti secchi coi buoi dietro il carro (per usare un’espressione del vecchio Drake) c’erano, nella fascia di ingresso, le GTB/GTS Turbo, le 328 e poi le 348.

Esiste però una differenza sostanziale con allora: la SF90 Stradale (come la sua derivata Spider) ha “solo” 8 cilindri, quindi non può essere vista come una vera erede della Testarossa. Quell’iconica vettura, poi evoluta in 512 TR ed F512M, fece sognare il mondo intero. Ancora oggi è così. “Purtroppo” l’arrivo della 550 Maranello aprì un nuovo ciclo fra le supercar a 12 cilindri, riportando i buoi davanti al carro, come sulla Daytona.

Nulla da dire, per carità, su quella vettura e sulle sue discendenti (575 M Maranello, 599, F12, 812), che sono auto assolutamente fantastiche, ma in molti, con l’arrivo della 550, si sono sentiti orfani della Testarossa. Completamente diversi lo stile, la filosofia, il carisma, oltre alla disposizione del motore, per poter parlare di una vera continuità della stirpe.

Un vuoto da colmare nella gamma

Forse ai capolavori moderni con cuore anteriore arretrato bisognava affiancare una supercar di normale listino (quindi oltre le varie F50, Enzo, LaFerrari) spinta da un propulsore V12 posto alle spalle del pilota e del passeggero. Così facendo si sarebbe data continuità ad un sogno iconico come la Testarossa, se non altro sul piano concettuale.

Nel management, però, hanno prevalso altre motivazioni, come il desiderio di offrire alla clientela delle auto più comode, versatili e fruibili, senza nessuna rinuncia sul piano prestazionale, anzi con un salto di qualità su questo fronte. Ma i sogni si nutrono anche di altro e una berlinetta a 12 cilindri con motore posteriore saprebbe toccare corde emotive ancora più intime, almeno in un gran numero di appassionati.

Il sipario non si è ancora abbassato ed anche oggi si è in tempo per fare un’operazione del genere. Perché privarsene? Sarebbe un omaggio prezioso alla storia e alla passione, specie di chi è cresciuto nel suo entusiasmo automobilistico ai tempi della GTO, della Testarossa e della F40.

Come potrebbe essere la sua eventuale erede?

Ma come potrebbe essere una Ferrari Testarossa in questo decennio? Difficile dirlo, perché il comparto automobilistico si evolve velocemente. Ci sono però dei capisaldi imprescindibili. L’eventuale discendente dovrebbe essere spinta da un cuore a 12 cilindri, meglio se aspirato. Difficile ipotizzare una nuova unità a V di 180°.

Volendo si potrebbe anche prendere a prestito il motore della 812, opportunamente modificato: ci saremmo come cifre, come sound e come coinvolgimento emotivo. La sua collocazione, però, dovrebbe essere alle spalle dell’abitacolo.

Sul fronte del look ci si aspetterebbe qualcosa di raffinato ed esotico, con uno specchio di coda particolarmente largo e coinvolgente. Anche la fiancata dovrebbe distinguersi da quella di tutte le altre auto, con soluzioni stilistiche originali e forti, ma al tempo stesso eleganti.

Non una replica attualizzata

Sbagliato puntare su un remake, ma lo spirito della mitica Ferrari Testarossa dovrebbe essere onorato al meglio. L’effetto “wow” e la capacità di attirare gli sguardi e l’interesse del cuore di tutti, propri della “vecchia” supercar, tornerebbe così a rivivere, in un modello più “spaziale” delle varie 550 Maranello, 575 M Maranello, 599, F12berlinetta, 812 Superfast.

Per il resto, ampio spazio alla fantasia e all’estro creativo degli ingegneri, che potrebbero scatenarsi a suon di scelte tecnologiche altamente prestazionali, con un solo limite: non invadere il territorio delle hypercar di nuova generazione del “cavallino rampante“. Alzare troppo l’asticella, infatti, renderebbe ancora più difficile ottenere quel doveroso vantaggio progettuale e dinamico che devono avere le tirature limitate dal costo milionario. Giusto, a questo punto, spendere due parole sulla vecchia regina della casa di Maranello.  

Ferrari Testarossa: una classica per l’eternità

La Ferrari Testarossa è un’auto iconica, consegnata all’eternità dal suo fascino unico ed esclusivo. Ancora oggi è un mito e lo resterà a lungo, perché ha le note giuste per superare le insidie del tempo, specie in un’epoca come quella che si profila all’orizzonte, in cui si va verso un appiattimento caratteriale dei modelli di tutte la case automobilistiche.

Questa supercar ha fatto epoca, con le note della sua dirompente personalità, entrata per sempre nella storia. Il modello fu svelato al pubblico nel 1984, lasciando tutti a bocca aperta.

Impossibile non farsi sedurre dalle sue alchimie dialettiche, frutto del genio creativo di Pininfarina, cui va il merito di aver creato un autentico capolavoro, l’ennesimo della nota firma piemontese. La Ferrari Testarossa incanta sin dal primo sguardo. Le sue forme profumano di magia. Tutto è perfetto, grazie alla magnifica sintesi fra eleganza e aggressività.

Dietro fa impressione e lascia a bocca aperta

Ferrari Testarossa

Lo specchio di coda e la vista di 3/4 posteriore spingono a mille le pulsazioni cardiache. È un capolavoro di stile, che fa venire la pelle d’oca. Nel look, gli aspetti futuristici, nati da un’attenta ricerca, si coniugano ai tributi alla storia del marchio. Il risultato? Una scultura dinamica, degna di Michelangelo.

Erede della 512 BB, la Testarossa era spinta, come la progenitrice, da un motore 12 cilindri a V di 180° di 5 litri di cilindrata. La potenza cresceva però a 390 cavalli. Superfluo dire che il sound era ammaliante. Negli anni 80 tutti volevano averla in garage. Era lo status symbol per antonomasia, l’auto rappresentativa di un’epoca. Anche i Vip si mettevano in coda per averne una. Diversi i ruoli di questa GT nell’universo cinematografico, a partire dalla serie Miami Vice.

Gli interni erano in pelle Connolly, per un abitacolo lussuoso e senza fronzoli, che dava l’impressione di essere dentro una navicella spaziale. Alla disposizione laterale dei radiatori dell’acqua si deve la chiave del suo stile, di notevole impatto visivo, che le regalava un carisma unico. Lo stesso che dovrebbe avere la sua eventuale erede. In Ferrari il management ci penserà? Spero di sì, anche se forse dovrà inventarsi un nome diverso.

Scheda tecnica della Ferrari Testarossa

Motore: posteriore longitudinale, V12 a 180°
Cilindrata: 4942 cm3
Potenza massima: 390 cavalli a 6300 giri/min
Coppia massima: 490 Nm a 4500 giri/min
Distribuzione: bialbero, 4 valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione meccanica Bosch K-Jetronic
Telaio: tubolare in acciaio
Lunghezza: 4485 mm
Larghezza: 1976 mm
Altezza: 1130 mm
Passo: 2550 mm
Peso a secco: 1506 kg
Velocità massima: 290 km/h
Accelerazione 0-100 km/h: 5″8
Accelerazione 0-400 m: 13″6
Accelerazione 0-1000 m: 24″1  

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