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Stellantis: incertezze su Grugliasco e timori per i concessionari

Rimangono ancora caldi i temi che ruotano attorno allo stabilimento AGAP di Grugliasco e alla questione legati ai concessionari del gruppo

Stellantis

In casa Stellantis cominciano a muoversi le prime pedine e si ragiona già verso direzioni da prendere, più o meno buone. I nodi al pettine rappresentano probabilmente le questioni più preoccupanti sotto certi punti di vista, tanto che anche in Italia bisognerà fare in modo di adattare le modalità espresse fino a qui ai nuovi ragionamenti proposti dal gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA.

Le molteplici identità che risiedono al di sotto di un’unica ala protettrice fanno si che l’Italia sia esattamente una compagine simile alle altre e come tale potrà subire condizioni di sfavore o potrà anche dire la sua per preservare un comparto che nel nostro Paese nutre ancora qualche ovvio dubbio.

Le preoccupazioni più importanti derivano ad esempio dalla condizione degli stabilimenti italiani. Il caso più recente è rappresentato dallo stabilimento AGAP di Grugliasco di cui abbiamo già parlato qui. Sembra infatti che entro la fine dell’anno la linea di assemblaggio delle Maserati Ghibli e Quattroporte si trasferirà a Mirafiori, per cominciare nel 2022 la produzione delle nuove Gran Turismo e Gran Cabrio elettriche in accordo con la produzione già in essere della Nuova 500 Elettrica di casa Fiat e con quella della Maserati Levante.

Situazione ancora lunga da ragionare

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, “nel Plant di Grugliasco il problema dei volumi dimezzati incrocia con il tema del costo medio per unità prodotta, che risulta doppio rispetto a Mirafiori”. Lo stesso quotidiano riporta anche il pensiero di Davide Provenzano, segretario di FIM CISL Torino: “non abbiamo mai detto che Grugliasco deve chiudere, ma abbiamo posto un problema di tutela dei 1.300 addetti di Grugliasco che sono stati in CIG a zero ore per tutto il mese di maggio. Il tema dei costi dal punto di vista sindacale è esplosivo”.

Il Sole 24 Ore riprende anche un’altra situazione di primaria importanza, ovvero quella legata ai concessionari che a inizio mese si sono visti recapitare una pseudo diffida per un cambiamento imminente sulle modalità di approccio alla clientela utilizzate finora (ne avevamo parlato qui).

Non è ancora chiaro come andranno effettivamente le cose, ma i vecchi concessionari potrebbero diventare commissionari o fungere da rappresentati di vendita dei diversi marchi di Stellantis. Il quotidiano economico ha sentito sull’argomento Fausto Antinucci, managing director di Italia Bilanci: “per risparmiare sulla distribuzione aumenterà la presenza della casa auto nel retail business. Essa assumerà la piena titolarità del rapporto contrattuale col cliente finale, rapporto oggi riservato al concessionario. Le case premieranno gli operatori in grado di dare più qualità, organizzazione e performance”.

Insomma, oggi è ancora tutto in divenire ma tutto fa pensare che il percorso per una pace fatta tra le parti potrebbe essere ancora particolarmente lungo da mettere in pratica.

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