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Limite a 180 km/h: prima Volvo, ora Renault. Ma serve davvero?

La Casa francese segue l’esempio di quella svedese

Limite a 180 kmh

Volvo fa rima come sicurezza stradale, storicamente. Tanto da aver annunciato per prima l’intenzione di piazzare il limite a 180 km/h sulle proprie auto nuove: regola che vale per le macchine prodotte dal 2020. Adesso, Renault la imita. Lo ha affermato dall’amministratore delegato Luca De Meo durante l’assemblea degli azionisti. 

Il target è ovvio: in teoria, più piano vai, meno incidenti causi. Hai più tempo per frenare, reagire agli ostacoli, evitare altri sinistri, stopparti per tempo. Sempre in teoria, sei più rilassato: la prestazione al volante migliora. Ricordiamo che il Codice della Strada in Italia impone un massimo di 130 km/h in autostrada, e così diversi Codici in Ue.

Si parte da un dato fornito dall’Unione europea: l’eccessiva velocità rappresenta la causa di un terzo dei sinistri con decessi sulle strade del Vecchio Continente. 

Così, sui veicoli Renault è in arrivo un apposito sistema di controllo: Safety Coach. Adegua in modo automatico la velocità ai limiti locali. Tiene conto di diversi fattori: pericolosità delle curve, condizioni meteorologiche, grado di attenzione del conducente monitorato costantemente. Si parte dalla Megan-e, l’elettrica in arrivo sul mercato nel 2022. Anzi, qui il tetto è di 160 km/h. Ma all’interno del gruppo francese farà eccezione Alpine, auto sportiva per eccellenza.

Limite a 180 km/h: qualche dubbio
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Limite a 180 km/h: qualche dubbio

Pertanto, via al limite a 180 km/h. Ma serve davvero? Il primo dubbio riguarda le statistiche sull’eccesso di velocità. Rammentiamo che, per chi elabora le statistiche sulla scorta dei verbali delle Forze dell’ordine in Europa, è molto facile ragionare così: sinistro provocato dall’alta velocità. Difficilissimo individuare distrazione, uso improprio dello smartphone, colpo di sonno, stanchezza, utilizzo di alcol e droghe del conducente. Addirittura, in Italia, scompare la statistica sulla guida in stato alterato come causa degli incidenti: non ci sono documentazioni a sufficienza. 

Attenzione a mettere troppo nel mirino la velocità, come soluzione semplice e immediata: un incidente è causato da una miriade di fattori, che andrebbero analizzati con scientificità. In particolare, occhio alla distanza di sicurezza. Viaggia con più intelligenza un soggetto a 130 km/h con distanza dall’auto davanti di tre metri, o un individuo a 200 km/h con distanza di 500 metri?

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