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Formula 1: c’è chi propone l’alternanza Austin-Indianapolis

A ragionare sulla possibilità di pensare ad un’alternanza fra Austin e Indianapolis è il CEO della McLaren

Indianapolis

Con l’ufficialità del Gran Premio di Miami che entrerà a far parte del calendario iridato di Formula 1 a partire dal prossimo anno, gli Stati Uniti avranno a disposizione ben due Gran Premi iridati in accordo con l’ormai consueto appuntamenti di Austin che dal 2012 ha riportato la Formula 1 negli USA. Se il tracciato che ospiterà il GP di Miami a partire dal 2022 sarà un impianto cittadino, realizzato dalle parti dell’Hard Rock Stadium, si può dire che entrambi gli appuntamenti statunitensi manterranno al loro collocazione all’interno del calendario iridato.

Tuttavia, molto spesso si è parlato della possibilità di individuare valide alternative proprio a partire dalla stagione che verrà, una condizione che torna a riproporre il ritorno di un possibile appuntamento sull’iconico asfalto di Indianapolis. A tracciare tale opportunità è l’amministratore delegato di McLaren, Zak Brown: secondo Brown l’importanza storica di un mausoleo delle competizioni come l’impianto di Indianapolis, in accordo con la nuova proprietà che vede a capo Roger Penske, potrebbe fare da trampolino di lancio per un atteso ritorno.

Contatti avviati con Domenicali

Interessante è il fatto che lo stesso Zak Brown pare disponga già di contatti con lo stesso Stefano Domenicali sulla questione: “ne ho già parlato con Stefano Domenicali, secondo cui Indianapolis merita di avere un suo Gran Premio. Ovviamente, da statunitense, mi piacerebbe che il mio Paese avesse tre GP, ma le regole attuali non lo consentono. Per cui, si potrebbe averne uno fisso e uno a rotazione, creando almeno tre mercati attivi e mantenendo alta l’attenzione allungando i tempi tra un evento e quello successivo sulla stessa pista”, ha ammesso a Indy Star. D’altronde la questione posta in essere da Brown è la medesima già ragionata dalla stessa Liberty Media che potrebbe intervenire su alcuni slot da riempire a rotazione per l’abbattimento dei costi annuali dei Paesi coinvolti.

“Penso che Miami funzionerà bene su base annuale, mentre non credo che il COTA ne abbia bisogno, ora che la sua fama si è consolidata. Lo stesso discorso vale per Indianapolis. Quindi, lo scenario più efficace che riesco a vedere è Miami tappa fissa con Austin e Indianapolis protagonisti di una rotazione. Credo sia una soluzione fantastica che farebbe vincere tutti”, ha aggiunto Brown. Bisognerà però comprendere se la possibilità fornita da Brown possa coincidere con gli interessi dell’organizzazione di Austin e di quella di Indianapolis. Proprio su Austin spesso si è detto che senza l’appuntamento che ha sede negli Stati Uniti ormai dal 2012, la Formula 1 non avrebbe considerato un ritorno negli USA. Il CEO del COTA, Bobby Epstein, una volta disse che “il catino dell’Indiana era comunque la casa della Indy 500, non della Formula 1: un po’ come giocare una partita di calcio in uno stadio di baseball. È senza dubbio un posto fantastico per attirare appassionati, ma non sarà mai all’altezza di tantissimi altri circuiti che già ospitano il Circus″.

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