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Campagna globale per la sicurezza stradale #3500LIVES

Mira a sensibilizzare sulla necessità di condividere la strada tra diversi utenti

Campagna globale per la sicurezza stradale #3500LIVES

Ogni giorno, oltre 3500 persone perdono la vita sulle strade nel mondo, tra cui 500 bambini. Di qui, la campagna globale per la sicurezza stradale #3500LIVES. Mira ad affrontare le problematiche di sicurezza stradale. Sottolineando il ruolo che ciascuno di noi può svolgere per rendere le strade più sicure per tutti. Ogni anno dal 2017, la campagna è stata tradotta in 33 lingue e promossa in più di 1200 città di oltre 80 Paesi, grazie al sostegno dell’azienda numero uno al mondo di comunicazione pubblicitaria esterna nonché partner dell’iniziativa, JCDecaux.

Il messaggio della campagna sarà potenziato dalla nuova regola promossa dal pilota di Formula 1 Mick Schumacher (cincitore nel 2018 della F3 europea e nel 2020 della Formula 2) dal campione mondiale di ciclismo su strada 2020 Julian Alaphilippe.

Auto e bici. Per condividere la strada. Il 16 aprile, in occasione del Gran Premio dell’Emilia Romagna, la Campagna Globale FIA-JCDecaux per la Sicurezza Stradale, #3500LIVES, ha ripreso vigore con il lancio di un nuovo visual, in cui compaiono insieme La FIA e UCI lavorano insieme per migliorare la sicurezza stradale, in particolare promuovendo la campagna #3500LIVES e sensibilizzando il pubblico sulla necessità di condividere la strada  tra automobilisti, ciclisti e altri utenti della strada.

Campagna globale per la sicurezza stradale #3500LIVES: soprattutto dopo il Covid

Oggi, pedoni, ciclisti e motociclisti rappresentano fino al 54% di tutte le vittime di incidenti stradali, mentre gli occupanti dei veicoli arrivano al 29%. Qual è uno dei guai? La mancanza in alcuni Paesi di infrastrutture dedicate, quali le piste ciclabili, rende i ciclisti vulnerabili rispetto a incidenti e lesioni.

A causa della pandemia di Covid-19, sempre più persone preferiscono non utilizzare il trasporto pubblico e optano per modalità di trasporto alternative: auto, a piedi, in bici, in moto, in scooter, rendendo ancora più rilevante la necessità di condividere la strada. I mezzi pubblici fanno giustamente paura per l’infezione di coronavirus. Ma le strade vanno condivise in sicurezza.

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