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Formula 1: la Ferrari è la squadra che ha perso meno di tutti rispetto allo scorso anno

La Scuderia è il team che ha perso meno di tutti rispetto allo scorso anno, una condizione che è indice della scarsa competitività espressa nel 2020

Carlos Sainz Bahrain

I regolamenti poco permissivi per la stagione 2021 di Formula 1 hanno reso le nuove monoposto in Bahrain più lente rispetto allo scorso anno di circa 1,6 secondi. Il confronto tra le Qualifiche 2020 e quelle 2021 mostra chi ha perso di più e chi ha perso meno. La Ferrari è una di quest’ultime, visto che ha perso sicuramente meno di tutti gli altri competitor. Un dato indicativo di un 2020 decisamente deludente.

Le nuove monoposto, che si basano fortemente su quelle dello scorso anno, sono state rallentate dal nuovo regolamento che ha imposto tagli soprattutto per quanto concerne l’aspetto strettamente aerodinamico. Tutti i team hanno effettivamente subito un rallentamento in termini prestazionali: in media, i tempi sul giro delle dieci squadre durante le Qualifiche del Gran Premio del Bahrain sono stati superiori di appunto 1,6 secondi rispetto a quelli dell’anno precedente.

Carlos Sainz Bahrain

Il taglio del marciapiede davanti all’asse posteriore e la revisione del diffusore e delle prese d’aria dei freni hanno privato le nuove monoposto di circa il 10% del carico aerodinamico complessivo. Tuttavia si può già dire che si è riusciti a contenere i danni solamente ad un buon 3-5% di carico perso, sebbene al momento nessuno possiede lo stesso carico aerodinamico esprimibile lo scorso anno. Possiamo inoltre aggiungere che le condizioni del tracciato del Sakhir hanno contribuito ad incrementare i tempi sul giro visto che proprio durante le sessioni di Qualifica soffiava un vento non indifferente in quell’area con la sabbia che si depositava sull’asfalto. Vanno considerate poi le nuove mescole Pirelli che offrono meno grip.

Ferrari l’unica a perdere soltanto mezzo secondo

La Ferrari è quindi il team che ha perso meno rispetto a tutti gli altri (alle sue spalle c’è Alfa Romeo che ha perso un secondo e due rispetto allo scorso anno). Se consideriamo il tempo dello scorso anno realizzato in Bahrain da Charles Leclerc (1:29.137) il distacco da quello messo in pratica quest’anno (1:29.678) è pari a circa mezzo secondo nonostante gomme più lente, nonostante le cattive condizioni della pista, nonostante l’aerodinamica sacrificata dal regolamento. I miglioramenti sono quindi evidenti sulla nuova SF21 che certifica, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, le diffuse problematiche della SF1000 dello scorso anno. Tuttavia c’è da ammettere ancora un oggettivo ritardo da Mercedes, Red Bull e in parte anche da McLaren e forse AlphaTauri. Lo ha ammesso lo stesso Mattia Binotto, sebbene lo svantaggio risulti oggi più tollerabile rispetto allo scorso anno: credere che durante l’inverno la Scuderia avesse recuperato nei confronti dei primi era ovviamente un miraggio.

Charles Leclerc Bahrain

La galleria del vento finalmente fornisce dati affidabili. “Abbiamo lavorato duramente sulla correlazione lo scorso anno. La nostra macchina ora fa in pista quello che abbiamo calcolato in fabbrica”, aveva ammesso ancora Binotto. Si può dire quindi che con una power unit migliorata, la Ferrari non è più costretta a formalizzare necessari compromessi in termini di aerodinamica e assetto. In Bahrain è stato sicuramente un sollievo vedere due monoposto del Cavallino Rampante in Q3 e nelle prime due posizioni in Q2. Il 2020 d’altronde si era concluso prematuramente per Charles Leclerc e Sebastian Vettel durante la seconda sessione di qualificazione. Tuttavia, c’è ancora spazio per ovvi miglioramenti. McLaren e Alpha Tauri sembrano ancora un piccolo passo avanti. In Qualifica Leclerc ha coperto nuovamente i punti deboli con uno dei suoi soliti spunti che lo ha condotto in seconda fila. Per emergere in gara la Ferrari deve continuare a lavorare sull’usura degli pneumatici per concretizzare il lavoro sui long run.

L’idea rimane quella di utilizzare il 2021 come necessaria stagione di transizione per poi destinare tutte le forze ad un 2022 in cui il grosso cambiamento regolamentare dovrebbe applicare una consistente revisione agli equilibri in gioco.

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