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Il TAR del Lazio vuole conoscere le emissioni della Fiat 500X

Una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale obbliga Fiat e il Ministero dei Trasporti a fornire i dati reali

Fiat 500X 2021

La sentenza del TAR del Lazio sta mettendo sicuramente pressione attorno a Stellantis, nello specifico su Fiat e sulla sua Fiat 500X ma anche sul Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nello specifico i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale hanno stabilito che proprio il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà fornire l’accesso ai dati di omologazione della Fiat 500X entro i prossimi 60 giorni, ciò a favore di ClientEarth.

Proprio ClientEarth rappresenta un’associazione ambientalista che a settembre 2020 aveva verificato l’insorgenza di una disparità fra i dati reali e quelli espressi da Fiat in fase di omologazione. Nello specifico ClientEarth aveva rilevato una discordanza che andava dalle 11 alle 22 volte più in alto, nell’utilizzo reale, rispetto ai valori di emissioni dichiarati dalla casa. Per questo motivo aveva richiesto i dati che comprovassero l’omologazione relativa alle emissioni puntando nello specifico a quelle prodotte dall’NOx. Tuttavia i dati richiesti non erano mai stati resi disponibili, sia da parte di Fiat che del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; la motivazione prevedeva la “protezione della confidenzialità commerciale del produttore di auto”.

La nuova sentenza del TAR prevede che questi dati non possono essere secretati e Fiat potrà esclusivamente secretare elementi in cui viene praticato il segreto industriale o commerciale, ma non le parti che riportano i dati delle omologazioni. Nello specifico la sentenza prevede che bisogna consentire l’accesso al “certificato di omologazione del veicolo con riguardo anche ai risultati dei test di emissioni di inquinanti; scheda di omologazione CE per sistemi, componenti ed entità tecniche relative al sistema di controllo delle emissioni del veicolo; informazioni sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) del veicolo durante le prove di Emissioni Reali di Guida”. Infine ClientEarth, per bocca dell’avvocato Ugo Taddei che è anche responsabile di Clean Air, ha aggiunto: “lo scandalo dieselgate ha rivelato un problema sistemico nell’industria dell’auto con manipolazioni diffuse dei test di emissioni e impatti disastrosi sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini. Eppure, le autorità competenti hanno preferito offrire ai produttori di veicoli segretezza e impunità. Questo pronunciamento va nella direzione opposta: stiamo rendendo il sistema più trasparente, ma c’è ancora molto lavoro da fare”.

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