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La filiera dell’auto per la transizione ecologica: bonus fino al 2026

Un piano strategico per guidare il mercato verso l’elettrificazione dei veicoli e accelerare gli investimenti per le nuove tecnologie 

bonus fino al 2026

Attenzione all’automazione, alla connettività, alla diffusione delle infrastrutture (pubbliche e domestiche), anche per l’idrogeno. Ma soprattutto rifinanziare con urgenza gli incentivi in esaurimento e rendere strutturale la spinta dello Stato. Con bonus fino al 2026. Questi i punti caldi nell’elenco di richieste al Governo Draghi fatte dalla filiera dell’auto. Ossia Anfia, Unrae, Federauto.

Bonus fino al 2026: ecco perché

Obiettivo: ulteriori incentivi per il ricambio del parco circolante di veicoli destinati al trasporto merci e a quello collettivo di persone. Allo stesso tempo è necessario avviare una complessiva riforma fiscale sul settore. In particolare, per le auto aziendali a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei.

Non solo bonus fino al 2026 e misure strutturali: con l’occasione è auspicabile anche una rimodulazione del “bollo auto” in chiave green.

Il tutto, per imprimere una svolta decisiva per lo sviluppo della mobilità del nostro Paese in direzione della sostenibilità ambientale ed economica.

C’è stata infatti una conferenza stampa. Dei presidenti delle tre associazioni (Paolo Scudieri di Anfia, Adolfo De Stefani Cosentino di Federauto, Michele Crisci dell’Unrae). Che hanno evidenziato i dati della crisi indotta dalla pandemia nel 2020. Con la perdita del 27,9% di autovetture, del 15,1% di veicoli commerciali, del 14,4% di veicoli industriali, del 21,7% di rimorchi e semirimorchi e del 24,8% di autobus.

Parco auto vetusto in Italia: quale età

Gli incentivi approvati hanno mitigato in parte il calo delle immatricolazioni, di cui ha beneficiato anche l’occupazione del settore, registrando quasi 100 milioni di ore di cassa integrazione (più che raddoppiate nel confronto con il 2019) rispetto al totale di circa 3 miliardi di ore dell’intero settore industriale.

Nel 2020, a fronte di un contestuale incentivo, sono state rottamate 125.000 vetture vetuste ed inquinanti che hanno contribuito ad un risparmio di oltre 61mila tonnellate di CO2/anno. Nonostante l’avvio della transizione verso la sostenibilità, l’Italia ha ancora il parco circolante autovetture tra i più vecchi d’Europa, con un’età media di 11,5 anni contro gli 8 anni in UK e i 9 anni in Germania e Francia. All’attuale ritmo di sostituzione, per rinnovare l’intero parco italiano ci vorrebbero 27 anni.

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