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Carlos Sainz: corsi e ricorsi storici con l’illustre connazionale, Fernando Alonso

Il parallelo tra Carlos Sainz e Fernando Alonso dice che oggi come nel 2010 l’approdo di Sainz registra la volontà di cominciare una nuova era

Carlos Sainz

Che l’approdo di Carlos Sainz in Ferrari riporti in mente quello di Fernando Alonso presso la stessa Scuderia, non è un fatto così lontano dall’essere percepito. Le analogie fra i due, legate soprattutto alla condizione che trovò Alonso e troverà Sainz in Ferrari, sono non indifferenti.

Fernando arrivava infatti a Maranello nel 2010, praticamente all’indomani di una delle stagioni più complicate del Cavallino Rampante vissute almeno fino a quel momento. Il 2009 era stato l’anno di un radicale cambio regolamentare che aveva finito per condizionare l’intera annata della Scuderia che non riuscirà mai a risalire la china. L’unica soddisfazione giunse con la vittoria del bravo Kimi Raikkonen a Spa-Francorchamps, mentre il grave incidente di Felipe Massa in Ungheria finì per portare in Ferrari al suo posto Luca Badoer e Giancarlo Fisichella che non poterono fare altro che costatare l’inefficacia di un progetto fallimentare.

Si cambia pagina

Oggi con Carlos Sainz, e allo con Fernando Alonso, la Ferrari proverà a cambiare pagina per avviare quella che potrebbe essere in effetti una reale nuova era. Il primo anno di Fernando Alonso in Ferrari, nel 2010, fu fortemente condizionato da una strategia della Scuderia che ad Abu Dhabi lo privò con molta probabilità del suo terzo titolo iridato.

Oggi come allora, Carlos Sainz approda in Ferrari con la volontà di ambire ad un ruolo da protagonista sebbene Charles Leclerc goda della fama di pupillo della Scuderia e sebbene anche il 2021 è un po’ come il 2010 di Fernando Alonso. Anche quest’anno la Ferrari proviene da una stagione difficilissima, peggiore dell’annata 2009: la peggiore da quarant’anni a questa parte.

Alonso Sainz 3

A tracciare uno scenario che comunque per forza di cose appare chiaramente differente sono gli spagnoli di ABC: “Nell’autunno del 2009, Stefano Domenicali consolava Fernando Alonso a Monza, rassicurandolo del fatto che l’anno successivo le cose sarebbero state diverse. Infatti Fernando al debutto con la Ferrari vinse. Ora in Ferrari è la volta di Carlos Sainz, che debutta forte dello stesso entusiasmo che aveva l’asturiano nel momento del suo approdo. Tuttavia ci sono alcune differenze tra i due, come ad esempio la struttura della squadra. Nel 2010 c’erano grandi nomi in Ferrari, come Luca Cordero di Montezemolo, che dominava con la sua personalità, e c’era appunto Domenicali con la sua gestione efficiente. Fu anche evidente l’impatto di Alonso, e la sua prima stagione finì comunque con una delusione”. Importante risulta la trattazione di ABC relativa alla gestione complessiva della Scuderia che chiaramente appare mutata rispetto a quella che si trovò allora di fronte Fernando Alonso: “da allora sono cambiati diversi dirigenti: Mattiacci, Arrivabene, ora Binotto. Sono cambiati molti piloti, da Massa a Vettel passando per Raikkonen. Tuttavia manca il grande risultato, il mondiale piloti, da 13 anni. Sainz arriva dopo che si è consumato un grande astio tra Vettel e il team, ed è stato scelto per la sua diligenza e per il suo costo. La Ferrari avrebbe potuto ambire anche a Daniel Ricciardo, il cui stipendio sarebbe stato maggiore, e Sergio Perez; mentre nel frattempo si è anche legata con un contratto a lungo termine con Charles Leclerc. Sainz trova in Ferrari 1200 dipendenti e 20 connazionali, con una squadra di tecnici senza grandi nomi. L’ultimo, James Allison, è andato via in direzione Mercedes; nessuno lo ha sostituito direttamente preferendo a un solo nome un lavoro di coordinazione tra varie figure”.

Bisognerà quindi comprendere quale potrà essere il ruolo reale di Carlos Sainz, sulla base delle informazioni prodotte dal quotidiano spagnolo. Di certo Carlos ha fatto vedere a Fiorano di che pasta è fatto. Potrebbe davvero dare del filo da torcere a Leclerc e all’intera gestione della Scuderia; ma allo stesso tempo potrebbe far risalire la china a una Ferrari che guarda al futuro provando a dimenticare il recente passato.

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