Avviso attenti Polizia via WhatsApp: reato. Fenomeno che non muore, pericolosissimo per la sicurezza stradale. Succede che i giovani automobilisti e motociclisti di una certa zona d’Italia si mettano d’accordo, creando una chat su WhatsApp, o più chat, per far salire il numero di partecipanti. Quando uno di loro nota un controllo delle Forze dell’ordine, scatta l’alert. Può essere una postazione autovelox laser o una verifica dello stato d’ebbrezza. O di sostanze alteranti come droghe o farmaci.
Avviso attenti Polizia via WhatsApp: di recente
Proprio come accaduto di recente. Racconta ladige.it che sono stati individuati e denunciati dalla Polizia locale delle Giudicarie gli iscritti di un gruppo WhatsApp. Con messaggi di testo e vocali, i componenti si avvertivano reciprocamente in caso di presenza di Polizia locale, Polizia Stradale, Carabinieri. Addirittura 256 iscritti. Mine vaganti pronti a infrangere il Codice della Strada.
Dove? Nella sublime Val Rendena: Trentino-Alto Adige, in provincia di Trento, fra l’Adamello e il Gruppo del Brenta. Automobilisti e motociclisti denunciati all’autorità giudiziaria. L’accusa: interruzione di pubblico servizio e diffamazione. Sono reati, da Codice Penale, da reclusione. Si passa dal Codice della Strada al Codice Penale, e non si scherza più.
Si viaggiava al ritmo frenetico di mille WhatsApp l’anno, per correre, per scavalcare i controlli su alcol e droga e altre sostanze di varia natura. Che mandano all’aria la testa, trasformando il guidatore in un potenziale assassino su strada. Verifiche spesso mirate anche a beccare chi spaccia e possiede droga: una piaga. Il tutto condito da un nome offensivo del gruppo verso le Forze dell’ordine, più frasi offensive.
Ultimo caso di gruppo social anti sicurezza stradale
Ma questo purtroppo è solo l’ultimo, in ordine di tempo, si un caso di gruppo social anti sicurezza stradale. Mischiato a infiltrazioni di vario genere, come il mondo dello spaccio degli stupefacenti. Un mix micidiale. Purtroppo per i ragazzi, lì dove educazione e sensibilizzazione non siano sufficienti, urge repressione. Per il loro bene anzitutto.