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Lancia: gli errori del recente passato

Il brand continua a ricevere attestati di stima, nonostante l’imminente addio.

Lancia SUV

Ultimamente, è riaffiorato l’interesse nei confronti di Lancia, alla luce della nuova Stratos che deriverà dalla Alfa Romeo 4C (anche se in esemplare unico) e per la richiesta sulla produzione della nuova Fulvia avanzata da oltremanica. Inoltre, continua ad essere apprezzata la Lancia Ypsilon, sia a livello di critica che nelle vendite, nonostante sia oramai commercializzata solo in Italia.

Molti appassionati del brand non vogliono che il gruppo FCA abbandoni la Lancia all’oblio, invocando il ritorno della Delta HF integrale del terzo millennio. Tuttavia, salvo sorprese dell’ultimo momento, con il nuovo ed imminente piano industriale di FCA sarà confermata nuovamente la scomparsa della Lancia, anche con l’addio al mercato italiano e l’uscita di scena della Ypsilon.

I perché di questa decisione sono legati agli errori commessi nel recente passato, come l’operazione di ‘rebranding’ con i modelli prodotti da Chrysler, vale a dire l’ammiraglia Thema, la monovolume Voyager e la cabriolet Flavia. Inoltre, non è stato prodotto l’unico modello ‘appetibile’ di tutta questa operazione, vale a dire la variante berlina della Lancia Flavia, soprattutto con le motorizzazioni diesel 1.6 MultiJet e 2.0 MultiJet.

Tuttavia, l’errore più grande è stato non proseguire sulla linea impostata prima con la Phedra e poi con la Musa, modelli ‘ater ego’ in chiave premium delle Fiat Ulysse e Idea. Infatti, le gemelle delle Fiat Croma e Sedici con il brand Lancia, peraltro inizialmente previste in alcuni piani industriali, avrebbero garantito maggiormente la sopravvivenza al brand italiano. Paradossalmente, la Fiat Sedici con il brand Lancia sarebbe stata la prima piccola SUV di lusso.

Altri errori sono stati commessi con alcuni modelli prima annunciati e mai svelati, come la Ypsilon Sport allestita da Zagato e la cabriolet Suagnà proposta come concept car dall’atelier Bertone, oppure la cosiddetta ‘Deltina’ che avrebbe affiancato la Lancia Delta. Quest’ultima, infatti, non ha raccolto il successo sperato perché considerata troppo grande come auto compatta di Segmento C e troppo piccola come auto media di Segmento D.

Lancia Fulvia Concept

Infine, tra gli errori enormi figurano la non produzione della versione di serie della concept car Lancia Fulvia e lo scarso sfruttamento dell’eco mediatica creatasi dopo la presentazione della moderna Stratos prodotta in esemplare unico per l’imprenditore tedesco Michael Stoschek.

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