Dopo la drammatica esperienza Covid, montagna di soldi al Trasporto pubblico locale col decreto Ristori Bis. Infatti, è accaduto che le infezioni siano schizzate alle stelle un coincidenza con l’uso dei mezzi pubblici dopo il lockdown: coincidenze? Chissà. Di sicuro, ora arriva un’altra montagna di soldi al Trasporto pubblico locale: nuove risorse per 300 milioni di euro. Regioni ed enti locali dovranno utilizzare questi quattrini per ripianare le perdite e urgentemente per il rafforzamento del Servizio di trasporto in pandemia le risorse già stanziate dal ministero dei Trasporti nell’arco del 2020, che ammontano a un miliardo e 100 milioni.
Montagna di soldi al Trasporto pubblico locale: dove vanno
Un fiume di denari. Sono 300 milioni di euro anticipati rispetto al 2021. Dei quali 100 potranno essere utilizzati per il ricorso a servizi aggiuntivi; mentre i restanti 200 potranno servire alla copertura delle perdite causate dalla riduzione dei ricavi.
Lo ha comunicato la ministra dei Trasporti Paola De Micheli alle Regioni e agli enti locali, nel corso della riunione che si è tenuta con il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. E in collegamento i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, Anci e Upi.
E una riforma del Trasporto pubblico locale?
Per fortuna, la ministra poi ha detto che al Trasporto pubblico locale servono misure strutturali. Una riforma del modello organizzativo che è fermo al 1997, mentre il mondo della mobilità è cambiato. Occorre un progetto che possa renderlo più efficiente e sostenibile, e adeguato alla prospettiva di una riapertura completa di scuole e attività in sicurezza.
Intanto però, aggiungiamo noi, questi soldi arrivano agli enti locali. C’è da dire che l’automotive non è per ora in cima ai pensieri di questo Governo Conte M5S-Pd: un bel mistero. Solo 500 milioni di euro a settembre, che si sono quasi volatilizzati. Eppure il messaggio degli italiani è chiaro: un’auto nuova come arma di difesa straordinaria contro il coronavirus, esattamente il contrario di quanto avviene coi mezzi pubblici.
Di tutto questo andrà tenuto conto quando il secondo lockdown finirà: attenzione che i mezzi pubblici , con le infezioni, non causino poi un terzo lockdown. Una sorta di diabolica fisarmonica dalla quale si esce con l’auto e grazie all’auto: sì al distanziamento intelligente per proteggere la salute di tutti, bene primario. Errare due volte sarebbe demoniaco.