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Alfa Romeo: non rinnovati i contratti di 530 dipendenti dello stabilimento di Cassino

La causa è il taglio della produzione di Giulia e Stelvio

Dopo il taglio della produzione di Alfa Romeo Giulia e Stelvio, che a causa della flessione delle vendite in Cina legata ad una serie di nuove normative imposte dal governo locale registreranno un calo del 10% della produzione giornaliera, arriva oggi la conferma definitiva da parte dei sindacati. FCA non ha rinnovato il contratto di 530 dipendenti assunti ad inizio 2017, in concomitanza con l’avvio della produzione dello Stelvio, nello stabilimento di Cassino. 

Il gruppo italo-americano ha prorogato con contratto di somministrazione sino a gennaio il contratto di soli 300 dipendenti degli 830 assunti nel sito di produzione laziale ad inizio anno. A differenza di quanto richiesto dai sindacati, nessun contratto è stato trasformato in un contratto a tempo indeterminato. 

A questo punto, dopo la decisione di tagliare la produzione e la riduzione della forza lavoro, l’incertezza sul futuro di Cassino resta elevata. L’Alfa Romeo Giulia ed il SUV Stelvio non sono sufficienti a colmare le capacità produttive del sito dove, ricordiamo, viene realizzata anche la Giulietta che sta registrando in questo 2017 un forte calo delle vendite (-20% rispetto allo scorso anno). 

Per il momento, inoltre, FCA non ha chiarito quali saranno i piani per il futuro dello stabilimento che dovrebbe rappresentare il punto centrale del piano di rilancio di Alfa Romeo. Secondo alcune indiscrezioni, ricordiamo, il prossimo anno dovrebbe debuttare la nuova Alfa Romeo Giulia Coupé, una variante dell’attuale berlina destinata ad essere prodotta con volumi di vendita limitati e, di certo, non sufficienti a colmare le capacità produttive del sito. 

Per i prossimi mesi si parla anche di un crossover compatto di segmento C, che potrebbe essere realizzato proprio a Cassino, ma al momento non vi sono conferme di alcun tipo. Il gruppo FCA, infatti, da molti mesi non parla, ufficialmente, del futuro di Alfa Romeo e dei nuovi modelli che andranno ad espandere la gamma del marchio. Nei prossimi mesi, in ogni caso, qualche dettaglio sui piani futuri dovrà essere rivelato. 

Ad inizio del 2018, ricordiamo, FCA divulgherà i dettagli del nuovo piano industriale in cui verrà descritto quale sarà il futuro del marchio Alfa Romeo e dei vari stabilimenti di produzione italiani, legati a doppio filo all’avvio della produzione dei nuovi modelli del marchio. Continuate, quindi, a seguirci per tutti i dettagli. 

23 Commenti

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  1. Per forza…..gli italiani continuano a comprare le krukke….io ho fatto il mio dovere da italiano….ma di italiani…ne siamo rimasti pochi… l’orgoglio non c’è più…non amiamo più l’italian made…. anzi, molti maledicono il made in Italy..io non sono uno di quelli…. ho comprato 15 macchine in vita mia….solo italiane….ora, fate fare i soldini ai merdecess skodaudi bmwucumprà volkswater…..io muoio contento….e ho lasciato scritto e detto che quando finisce… .la mia vita, non voglio salire sulla merdecess….la macchina dei becchini….mi spiace che non vengano rinnovati i contratti di lavoro….. l’Alfa Romeo la dovevo prendere io….a questa ora ero anche in F1…. spero che il governo incolore……faccia qualcosa…. perché l’Alfa Romeo è una storia italiana! Invece di pensare a come allungare l’età pensionabile….e continuare a far ingrassare i politicanti. ..e non vado oltre….

    • Finalmente qualcuno che ragiona , ecco perché poi diciamo perché ‘l’Italia non e buona, ti stimo per quello che hai detto , senza conoscerti.

    • Ma se paga le tasse in Inghilterra e ha la sede in Olanda…. io ho la giulietta eh, ma la storia dell orgoglio nazionale possiamo pure lasciarlo stare

    • Ivan Hostage, in realtà non è proprio così, le tasse vengono scorporate, nel caso la sede sia differente dal luogo di produzione, ossia le tasse sul fatturato aziendale vengono pagate in Inghilterra, sede fiscale di FCA, mentre le tasse sui beni presenti in territorio italiano, quindi tutto ciò che riguarda produzione (luoghi e indotto) e marchi registrati ancora in Italia, ossia Fiat, lancia, Alfa Romeo, vengono pagate in Italia. La sede olandese è semplicemente la sede legale. Questo perché un polo con marchi provenienti da Europa (Italia) e oltreoceano (America) non avrebbe potuto mantenere una sede in Italia, tassazione esorbitante e difficoltà nella gestione degli interessi comuni, serviva essere in un paese superpartes. In quanto alla storia delle persone lasciate a casa, erano interinali, con contratto a termine, presi per un carico di lavoro e non in definitiva. Oltre a questo è normale che se si compra ciò che il proprio paese produce, si fa in modo che più persone possibili possano lavorare. Questo rientra nel discorso orgoglio nazionale.

    • Ai detto le giuste parole noi in famiglia io mia mamma è mia moglie abbiamo alfa e Fiat e basta tra cui 147 500 e y tanti dicono che sono macchine di merda invece io mi trovo bene viva noi poi italiani che amiamo il Made in Italy

  2. Fino a quando gli italiani pur di non comperare i loro prodotti comperano i made qualsiasi parte del mondo sarà sempre così,è inutile lamentarsi…i primi sono i dipendenti poi a ruota quella specie di politici,Mattarella gira in Audi è tutto dire

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