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Tasse Rc auto al 26% in Italia: oppressione fiscale

Per l’assicurazione della vettura, si pagano imposte a non finire

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Tasse Rc auto al 26% in Italia: siamo a livelli di record mondiale. È un’oppressione fiscale, di cui le compagnie non hanno colpe. Sentiamo il report Ania (Associazione delle assicurazioni), appena pubblicato. Tutti i dati sono recenti e non possono che riferirsi al 2019. Tradotto: su 1.000 euro di Rca, paghi 260 euro di tasse.

Tasse Rc auto al 26% in Italia: aliquote da primato

L’anno scorso è stato caratterizzato dalla sostanziale invarianza del livello di imposizione indiretta sui premi di assicurazione nei paesi dell’Unione Europea. L’Italia continua quindi a distinguersi per un’imposta sulle assicurazioni che si articola su aliquote particolarmente elevate. Si veda il grafico in apertura.

Nel ramo Rc auto in Italia si registra anche quest’anno un’aliquota complessiva pari al 26,2%. Perché?

  1. Applicazione dell’imposta sulle assicurazioni (con l’aliquota media che si conferma al 15,7%). È il livello calcolato sulla base degli aumenti fino al 16% deliberati dalla quasi totalità delle province italiane, destinatarie della specifica imposta. Dalle rilevazioni sistematiche della Direzione Federalismo Fiscale del Dipartimento delle Finanze, si desume che nel 2019 soltanto tre province italiane – a Statuto speciale – hanno mantenuto un’aliquota inferiore rispetto a quella base del 12,5%. Le altre al top: il 16%.
  2. Oneri parafiscali del 10,5%.

Assicurazione Incendio e furto: che botta

Tasse Rc auto obbligatoria a parte, vediamo la Incendio e furto facoltativa e accessoria. Nel ramo incendio, l’aliquota italiana del 22,25% si conferma notevolmente più elevata di quelle applicate in Spagna, Regno Unito e Austria, rispettivamente pari all’11,15%, al 12% e al 15%. Ed è superata soltanto dalle aliquote di Francia e Finlandia. Che continuano a rivelarsi le più alte (rispettivamente 30% e 27%).

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