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Lo Stato perde miliardi di Iva se le auto si vendono poco

Cala il mercato del nuovo a luglio. E il Fisco incassa molto meno: disastro

Iva auto

Puntare sui monopattini elettrici significa finanziare i produttori cinesi. Puntare sulle auto significa dare ossigeno all’economia italiana. Lo dicono i numeri. Sentiamo a tale proposito Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: luglio a -11%, quindi la pandemia non ha influito sull’interesse degli italiani per l’automobile e probabilmente ciò anche perché oggi la macchina è il mezzo di trasporto più sicuro contro il contagio. Sui sette mesi, il calo è del 41,72% in percentuale e di 515.900 unità per numero di vetture. Con effetti pesanti per il settore: nei primi sette mesi dell’anno circa 9,6 miliardi di euro di fatturato. E lo Stato perde miliardi di Iva se le auto si vendono poco: per l’Erario che, soltanto per l’Iva sulle auto vendute in meno, accusa un minor gettito di 2,1 miliardi di euro.

Lo Stato perde miliardi di Iva se le auto si vendono poco: che pasticcio

Per uscire da questo tunnel, servono incentivi. Le auto da immatricolare per portare il risultato del 2020 sui livelli del 2019 sono ancora 1.196.029. Impossibile. Ma si può l’eliminazione di una grave anomalia che da decenni affligge il settore dell’auto in Italia: la gravissima discriminazione fiscale delle auto aziendali rispetto agli standard europei. Bisogna cancellare le limitazioni italiane alla detraibilità dell’Iva e alla deducibilità dei costi di esercizio. Bisogna colmare il divario (-3,98%) tra il Pil 2019 e quello precedente la crisi del 2008. L’Italia deve stare al passo con l’Europa che conta.

Anche le Case devono fare le offerte interessanti

Resta il fatto, a nostro giudizio, che le Case debbano insistere con le promozioni: servono offerte interessanti in parallelo agli incentivi. Il consumatore deve entrare in concessionaria con l’idea che farà un super affare: ecobonus più promozione.

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