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Gli organizzatori del GP del Brasile in guerra con Liberty Media dopo l’annullamento della gara

Gli organizzatori del Gran Premio di Interlagos non hanno preso bene la decisione di annullare il loro GP a causa della pandemia da Coronavirus

Brasile Alfa Romeo

È ormai noto che tutti gli eventi di Formula 1 da disputarsi in America sono stati già annullati, quindi i Gran Premi del Brasile, del Messico, del Canada e degli Stati Uniti non si svolgeranno durante questa stagione. La decisione è stata presa in seguito al dilagare della pandemia da Coronavirus che in questa fetta di mondo risulta ancora decisamente diffusa. Inoltre pare che i team del Circus abbiano prodotto qualche resistenza evitando di attraversare l’Oceano per migrare verso l’America. Meglio quindi puntare sull’Europa dove attualmente le cose vanno un po’ meglio.

Pare evidente che come abbiamo visto qui, i giudizi degli organizzatori sono apparsi più o meno concordi a rispettare le scelte di Liberty Media. Ma pare non siano tutti d’accordo, o meglio, con la decisione di Liberty non collima il pensiero degli organizzatori brasiliani che in effetti fino ad ora non si erano ancora espressi. Questi hanno infatti criticato le scelte adoperate che hanno escluso dal calendario il Gran Premio di Interlagos assieme alle altre gare in programma in quell’area.

Una lettera per informare della decisione

A parlare è stato Tamas Rohonyi che a Motorsport.com ha ammesso di essere venuto a conoscenza dell’annullamento grazie ad una lettera. Il promoter, che comunque orbita nell’organizzazione del Gran Premio da circa quarant’anni, ha infatti ricevuto una lettera da parte degli organizzatori del campionato che metteva in evidenza lo stato del contagio da Coronavirus in Brasile e il fatto che almeno cinque team avevano proposto serie perplessità per l’avvio di un viaggio verso il Sud America. Pare inoltre che i rapporti tra il management di Interlagos e Liberty Media siano già particolarmente tesi dopo che proprio Liberty aveva appreso che l’organizzazione del Gran Premio aveva disposto un accordo con Bernie Ecclestone che gli permetteva di escluderli dal pagamento del canone dal 2018 fino al 2020. Quindi con la scadenza del contratto prevista per quest’anno, si configurerebbe un quadro particolare visto che non si è ancora giunti alla stipula di un contratto rinnovato. Sembra anche che Liberty Media abbia già provato a comprendere se il Gran Premio del Brasile potesse avere una rinnovata sistemazione, magari a Rio De Janeiro.

Interlagos

Le volontà di realizzare il Gran Premio ad Interlagos sono sempre apparse elevate, tanto che soltanto qualche mese fa era stata persino avanzata l’idea di prevedere persino l’ingresso del pubblico. Appare quindi oggettivamente esagerato il giudizio di Rohonyi che ha ammesso che il Gran Premio si sarebbe dovuto fermare solo per cause di forza maggiore (e questa cos’è?) evidenziando anche che le motivazioni fornite da Liberty Media non appaiono reali visto che secondo lui nella zona di San Paolo dove insiste il tracciato il tasso di propagazione non è così grave come altrove. “Questa cancellazione non ci ha colti di sorpresa, ma devo dire che non possiamo accettare la motivazione e nemmeno il ragionamento che sta alla base”, ha detto a Motorsport.com. “Parlano del tasso di infezione del Coronavirus in Brasile, che è un po’ come paragonare la California alla Florida in un paese come il Brasile, che è di dimensioni continentali. Noi abbiamo i numeri per lo Stato e la città di San Paolo. Questi dati sono stati presentati alla Commissione Medica della FIA dal nostro stesso ufficiale medico che è, tra l’altro, anche il vice presidente. Le sono cifre molto buone. Se si guardano i dati di San Paolo su base proporzionale, rispetto all’Inghilterra la situazione è decisamente migliore. Di conseguenza questa cancellazione è una sorta di ragionamento privo di fondamento al solo scopo di annullare la gara. Se avessero consultato non solo la mia azienda, ma anche il governo della città avrebbero ricevuto un piano dettaglio e già esistente. Una prova è data dal fatto che il circuito di Interlagos era aperto ed ha ospitato gare già la settimana scorsa. Bisogna poi dire che la FIA ha emesso un protocollo di 10 pagine molto complesso che spiega come ospitare un evento in queste circostanze e che avremmo chiaramente seguito”.

I soldi alla base

Come al solito, la reale motivazione di tanta indignazione risiede in alcuni motivi strettamente economici. A Interlagos hanno infatti sostenuto parecchie spese per l’ammodernamento del tracciato e delle strutture circostanti, lavori utili a rispettare ogni standard qualitativo imposto dal Mondiale. C’è poi da dire che Rohonyi ha ammesso che le opinioni dei team che hanno espresso la volontà di non partire per il Brasile non hanno alcun valore. “È davvero strano il fatto che l’intero approccio sia apparso così semplicistico. Uno dei motivi presentati per l’annullamento è dato dal fatto che cinque squadre hanno espresso preoccupazione. Beh, nessuno dei contratti in Formula 1 dice che si correrà in un Paese se le squadre ne avranno voglia. Gli accordi della Formula 1 hanno una sola clausola che permette a una delle due parti di rompere il contratto e nel caso specifico nessuna di queste ha rappresentato una causa di forza maggiore. Ci stiamo avvalendo della consulenza legale perché ci sono perdite massicce da parte del Comune e della mia azienda”.

San Paolo - Interlagos

Pare poi che l’annullamento sia alla base di un danno ben più ampio per la città, dato che potrebbe fornire implicazioni legali per la questione legata ai diversi rinnovamenti praticati: “nel nostro caso corriamo in un circuito municipale e secondo il contratto che abbiamo firmato è il Comune responsabile del mantenimento degli standard della Formula 1. Soltanto quest’anno sono stati spesi 8 milioni di dollari per l’aggiornamento del circuito. L’intera area del paddock è stata coperta, e sono state fatte molte piccole migliorie che la gente non vede ma che sono molto essenziali, come quelle relative alle fognature ed ai servizi igienici”. Bisognerà capire se la situazione che si è venuta a creare possa avere dei risvolti anche a partire dal prossimo anno.

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