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Revoca ad Autostrade: Di Maio insiste

Adesso che i giudici confermano la regolarità della revoca, la battaglia si infiamma

di maio aspi

Revoca ad Autostrade: ecco un tema bollente della politica italiana. Non è illegittimo il decreto Genova nella parte in cui esclude Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi. Lo ha stabilito la Consulta sostenendo che la decisione del legislatore è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione. L’Esecutivo ha basato la propria decisione sul principio di precauzionalità. Però sentiamo la reazione di Aspi.

Revoca ad Autostrade: primo commento di Tomasi

Le conseguenze della revoca della concessione ad Autostrade sarebbero devastanti, dice l’ad di Aspi Roberto Tomasi. Se il Governo, dietro la spinta della decisione della Consulta, toglierà la concessione ad Autostrade, si disperderebbe un enorme patrimonio professionale e umano, sostiene Tomasi. Che si basa su due punti.

La società è totalmente cambiata: abbiamo fortemente potenziato il piano di manutenzione e investimenti e continuato a gestire e ammodernare la rete.

Nell’interesse del Paese, è prioritario definire l’accordo col governo e trasformare subito in cantieri 7 miliardi di euro dei 14,5 già pianificati, conclude Tomasi.

A questo punto, aggiungiamo noi, o ci sarà trattativa con il Governo per un accordo con qualche passo indietro di Aspi in termini di pedaggi. Oppure sarà una durissima e lunghissima guerra legale. Anzitutto contro la parte più anti-Aspi dell’Esecutivo, rappresentata da Di Maio.

Questione molto più grande: Di Maio preme contro Aspi

Al di là del Ponte di Genova, in generale il premier, Giuseppe Conte chissà cosa intende quando accenna alla possibiltà di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia?  In due anni, dopo il crollo del Ponte, la revoca non c’è stata. La parola revoca è stata usata da numerosi esponenti politici, specie del M5S, Di Maio su tutti. Parole, appunto. Sentiamo proprio Di Maio nelle scorse ore su Twitter: con il crollo del ponte Morandi, di persone ne morirono 43. Significa 43 famiglie distrutte. Alle famiglie delle vittime erano state fatte due promesse.

  1. Che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild.
  2. Che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte.

Entrambe queste promesse ora vanno mantenute. La politica senta dentro di sé il peso di queste due promesse. E passi ai fatti.

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