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Alfa Romeo 16C Bimotore: la speciale monoposto con due motori

Tazio Nuvolari riuscì a raggiungere i 321 km/h con questa vettura sull’autostrada Firenze-Mare

Alfa Romeo 16C Bimotore

L’Alfa Romeo 16C Bimotore è una vettura da competizione davvero esclusiva poiché prodotta nel 1935 in appena due esemplari. La speciale monoposto nacque da un’idea di Enzo Ferrari che al tempo dirigeva il Reparto Corse del Biscione. L’obiettivo di questo veicolo era quello di contrastare la supremazia di Auto Union e Mercedes nella Formula Grand Prix.

Il compito di progettare la 16C Bimotore venne affidato a Luigi Bazzi, Arnaldo Roselli ed Enrico Beltracchini. Bazzi, in particolare, dovette disegnarla e realizzarla in soli quattro mesi con lo scopo di partecipare al Gran Premio di Tripoli e all’AVUS di Berlino.

Alfa Romeo 16C Bimotore
Alfa Romeo 16C Bimotore, la monoposto disponeva di due motori: uno davanti e uno posto dietro al pilota

Alfa Romeo 16C Bimotore: l’esclusiva monoposto realizzata in soli due esemplari

Prendendo come base di partenza il telaio della vecchia P3, gli ingegneri del Biscione utilizzarono due motori a quattro cilindri da 3165 cm³, uno davanti e uno dietro al pilota, abbinati a un lungo albero gestito da un unico cambio e da una sola frizione.

La casa automobilistica di Arese riuscì a progettare il primo esemplare per scopi di collaudo. Quest’ultimo venne provato sul tratto Brescia-Bergamo dai piloti Attilio Marinoni e Tazio Nuvolari. L’Alfa Romeo 16C Bimotore riuscì a raggiungere una velocità di 280 km/h. Nonostante ciò, Alfa Romeo era fiduciosa che la vettura poteva raggiungere i 340 km/h effettuando alcune modifiche.

Alfa Romeo 16C Bimotore

Visto che c’era pochissimo tempo a disposizione, il Biscione decise di equipaggiare il secondo esemplare della 16C Bimotore con dei propulsori più potenti in grado di sviluppare una potenza complessiva di 540 CV.

In occasione del Gran Premio di Tripoli, Alfa Romeo schierò i due esemplari della Bimotore guidati da Nuvolari e Luis Chiron. La prima si classificò in quarta posizione mentre la seconda al quinto posto. In seguito ad alcune modifiche effettuate ai due veicoli, entrambi vennero schierati al 5º Internationales Avusrennen di Berlino.

Alfa Romeo 16C Bimotore

Dopo vari problemi riscontrati, Tazio Nuvolari disse a Ferrari e Bazzi che la Bimotore non era una vettura adatta a competere in circuito e inoltre propose di ritornare alla vecchia ed obsoleta Alfa Romeo P3.

La speciale Alfa Romeo 16C Bimotore, però, non venne abbandonata. Infatti, uno dei due prototipi venne utilizzato per conquistare record di velocità. Un esempio è quello ottenuto da Nuvolari sull’autostrada Firenze-Mare nel ‘35 in cui la monoposto è stata in grado di raggiungere una velocità di 321,428 km/h.

Uno dei due esemplari della vettura venne venduto a una coppia di piloti inglesi mentre l’altro fu demolito. In seguito ad alcune trasformazioni, la 16C Bimotore esistente venne restaurata da un collezionista inglese negli anni ‘90.

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