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La Ferrari 333 SP, per vincere in America

La storia della Ferrari 333 SP prende vita da un desiderio, affidato a Momo Moretti e alla voglia di vincere in America

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Dal 1974 in avanti in Ferrari decidono che bisogna dedicarsi alla sola Formula 1. I successi dei primi Anni ’70 nel Mondiale Sport Prototipi sono ormai un ricordo da mettere da parte. Quando nel 1993 l’IMSA GTP è ormai al capolinea, a causa di costi in netta lievitazione, negli Stati Uniti decidono di ripensare quel piccolo Mondiale Sport d’Oltre Oceano. Nasce in questa condizione di ripensamento il nuovo IMSA WSC portando in dote libertà nel regolamento e vetture barchetta rese obbligatorie.

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Nel gennaio del 1994 la Ferrari 333 SP è pronta per i clienti sportivi del marchio. È forse uno tra i ritorni maggiormente affascinanti dell’intera storia del cavallino: si tratta di una barchetta, una sport prototipo, di gran carattere che nasce già con i favori del pronostico. Ma sarà anche l’ultima vettura di questo tipo destinata alle corse a marchio Ferrari. Ed è un peccato.

Momo Moretti e l’idea

La genesi della Ferrari 333 SP è particolarmente strana. All’inizio degli Anni ’90, Giampiero Momo Moretti che si trovava a capo dell’omonima azienda è anche un ottimo gentlemen driver. Decide che forse però è arrivato il momento di smettere, perché non farlo a bordo di una Ferrari nell’IMSA? L’idea viene proposta subito a Piero Ferrari: bisognerebbe realizzare una barchetta destinata proprio all’IMSA. Il sostegno del capo della Ferrari Nord America, Gianluigi Longinotti Buitoni, è netto e veloce ad arrivare il quale vuole rilanciare il marchio negli Stati Uniti.

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Come già anticipato, il nuovo regolamento dell’IMSA WSC tende a ridurre i costi. Lo fa con l’introduzione di vetture barchetta private dell’effetto suolo, delle sospensioni attiva o delle trasmissioni automatiche che avevano aumentato a dismisura i costi negli anni precedenti. C’è anche un capitolo destinato ai motori che dovranno provenire da varianti di serie. È una scelta vincente.

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A Maranello il progetto viene avviato sotto la supervisione di Giampaolo Dallara e Tony Southgate mentre Mauro Rioli sarà il direttore tecnico. Si decide che il propulsore destinato alla 333 SP sarà lo stesso 12 cilindri che poi sarà installato sulla F50 che si stava cominciando a sviluppare in quel periodo: viene portato quindi a 4.7 litri, con distribuzione a cinque valvole per ogni cilindro. Al 12 cilindri viene affiancato un cambio sequenziale meccanico Hewland DGN dotato di cinque rapporti. Si studia in questo modo un telaio ad hoc che sarà poi realizzato in Dallara che si occuperà della realizzazione della monoscocca in fibra di carbonio smontabile in ogni parte. Il lavoro aerodinamico si svolge sempre a Varano de’ Melegari contando oltre che sul contributo di Dallara anche su quello dello storico Michelotto.

La presentazione

Nel 1994 la Ferrari 333 SP è pronta per la presentazione che avviene presso l’Hilton Hotel di Daytona Beach, mentre sul tracciato la 24 Ore impegna gli organizzatori che decidono di non gradire possibili distrazioni. La nuova sport prototipo Ferrari vien e venduta a 950.000 dollari ai team privati che ne fanno richiesta. La denominazione giunge dalla cilindrata unitaria del 12 cilindri: 333,08 cc appunto.

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Il debutto statico avviene a Sebring mentre ad aprile, per la 2 Ore di Road Atlanta è già sul tracciato. Viene messa in pratica una formazione con tre team (Momo Corse, Scandia Motorsport e Euromotorsport Racing) che fanno debuttare quattro esemplari della Ferrari 333 SP. Il debutto è subito un successo: Jay Cochran fissa in alto la 333 SP, la vittoria è sua. Ma Mauro Baldi, che conosceva bene la vettura essendone stato il collaudatore, aveva conquistato la pole position. Entrambe le 333 SP sono della Euromotorsport Racing. Gli avversari sono avvisati, e spiazzati anche. La 333 SP fa il vuoto: il progetto è ben studiato, la vettura è giovanissima e riesce a prevalere sulle rivali che aggiornavano concetti derivanti dall’IMSA di qualche anno prima.

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La Ferrari era tornata al successo tra le vetture a ruote coperte dopo l’abbandono di parecchi anni prima: siamo nel 1973. Per tutta la stagione di debutto, 1994, la Ferrari 333 SP dimostra di essere fatta della pasta giusta. Moretti, con Eliseo Salazar, vince tre gare, a Lime Rock, Watkins Glen ed Indianapolis; Andy Evans, a capo del Team Scandia, trionfa a Laguna Seca in coppia con Firmin Velez. Ma nonostante le cinque vittorie, la prima stagione IMSA del Cavallino non vede la Ferrari conquistare nessun titolo. La colpa è derivante dal frazionamento del punteggio ottenuto dai differenti piloti Ferrari e da situazioni non proprio felici come la battaglia tra due 333 SP a Phoenix.

La Ferrari conquista il popolo a Stelle e Strisce

L’affidamento delle 333 SP a team privati non esclude dal sentimento di ammirazione verso la Ferrari. Il Cavallino Rampante fa colpo nel cuore degli appassionati americani. Una Ferrari che vince nelle gare di durata riportava inoltre l’attenzione su questa tipologia di gare, quelle che lo strapotere della Formula 1 aveva in parte oscurato. Ma lo sviluppo non produce variazioni significative in termini di evoluzione. Il 1995 comincia con un ottavo posto a Daytona, ma la linea cambia presto direzione con la vittoria di Sebring e altri interessanti risultati che consegnano tra le mani della Ferrari il titolo IMSA.

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Ma l’epopea della 333 SP prosegue per molti anni con lo sviluppo ora affidato a Michelotto. La Ferrari 333 SP vince ancora il titolo nel 1998, trionfando a Sebring e Daytona. La sua storia giunge addirittura fino al 2003 quando i nuovi regolamenti la costringono ad un abbandono forzato. Un dato molto particolare è che il propulsore V12 spesso forniva più di qualche problema. Nel 2001 la coppia Lavaggi – Vann vince alla 1000 Km di Monza a bordo di una Ferrari 333 SP motorizzata con un 10 cilindri Judd.

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Ma la storia delal Ferrari 333 SP passa attraverso grandi vittorie come quelle ottenute alle prestigiose 24 Ore di Daytona e 12 Ore di Sebring, ma anche dalle circa quattrocento partecipazioni in gara. Il numero delle pole position ottenute è invece pari a 69 unità affiancate a 56 vittorie assolute e 8 di classe: tra queste una vittoria alla 24 Ore di Le Mans del 1998 in classe LMP1.

La 333 SP, costruita in quaranta esemplari, vince fino al 2001 a Spa Francorchamps durante una gara del Campionato Sport FISA. Ma non vanno dimenticati anche i quattro titoli vinti nella FIA Sportscar Championship dal 1998 al 2001, consecutivamente.

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