in ,

L’Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde: una splendida 30enne

L’Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde, la seconda serie del 1990, è oggi una piacevole trentenne dall’animo sportivo

Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde _ 2

Alla fine degli Anni ’80 le case automobilistiche avevano cominciato a ragionare su vetture sempre più evolute, soprattutto nel Segmento C. È all’interno di questa sostanziale mutazione che anche l’Alfa Romeo 33 (seconda serie) viene sottoposta ad un interessante restyling che la avvicinava a quel rinnovato family feeling portato in dote dalla bella Alfa Romeo 164. Come è noto la denominazione 33 porta con sé ricordi che spingono verso la 33 Stradale. Ma la 33 degli Anni ’80-’90 non condivideva nulla col passato glorioso del modello omonimo, piuttosto rappresentava un’onesta discendente dell’Alfasud. Da questa ereditava infatti il pianale, il motore boxer e altri dettagli.

Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde _ 1

L’Alfa Romeo 33 del gennaio 1990 possiede ora un nuovo sterzo con servo comando (esclusa però la versione 1.3V), ha un frontale completamente rinnovato la coda più lunga e nuovi gruppi ottici più vicini a quelli della nuova 164. Gli interni rimanevano invece praticamente identici a quelli visti con l’aggiornamento del 1988. L’Alfa Romeo 33 risultava molto apprezzata, anche dai giovani che si avvicinavano proprio con la 33 al mondo Alfa. Le vendite andavano bene in tutta Italia e anche nel resto d’Europa (più di 1 milione gli esemplari venduti!). D’altronde l’Alfa Romeo 33 aveva comunque quel DNA caratteristico del Biscione. Non era seconda a nessuno, lo dimostra anche una permanenza sul mercato ultradecennale.

Uno stile interessante

L’Alfa Romeo 33 seconda serie (907) del 1990 è una vettura molto interessante anche dal punto di vista dello stile. La vettura era stata infatti sottoposta ad un rinnovamento che la rendeva maggiormente spigolosa rispetto al modello che aveva debuttato nel 1983. L’idea era quella di avvicinare lo stile della 33 a quello introdotto sulla 164. C’erano nuovi profili e cornici in tinta, nuovi specchietti e una coda molto più pronunciata. Il posteriore più vicino a quello di una tre volumi era invece caratterizzato da un ampio portellone, più volte invocato anche sull’Alfasud. Piacevole anche il taglio verticale della coda col classico elemento orizzontale che inglobava i fanali posteriori.

Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde _ 3

La versione Quadrifoglio Verde, dotata di un propulsore da 1.7 litri, possedeva il classico logo verde ma anche diversi dettagli in tinta soprattutto nella parte bassa della vettura. Veniva introdotto anche uno spoiler sulla coda posteriore e la barra orizzontale simile a quella di altre Alfa Romeo di categoria superiore. C’erano poi i cerchi in lega da 14 pollici e sedili anteriori molto più avvolgenti. I materiali e l’assemblaggio appaiono solidi col volante rivestito in pelle.

Tecnica Made in Alfa

L’Alfa Romeo 33 veniva prodotta all’interno dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Come si diceva all’inizio, molti erano i dettagli chiaramente derivati dall’Alfasud. Sotto al cofano c’era la medesima divisione della vasca servizi dal vano motore, un elemento che riusciva a conferire la giusta robustezza strutturale all’avantreno della vettura. Il retrotreno può contare invece sul parallelogramma di Watt capace di equilibrare l’assale rigido. Cambia l’impianto frenante, nell’ottica di una migliore razionalizzazione. C’è ora una soluzione più pratica: i dischi vengono posti sulle ruote, davanti, mentre dietro vengono installati dei più tradizionali tamburi. Dall’Alfasud eredita anche la collocazione del serbatoio, l’alloggiamento della ruota di scorta e persino l’apertura del cofano motore.

Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde _ 4

La trazione è chiaramente anteriore. Sulla Quadrifoglio Verde trova posto il piacevole quattro cilindri Boxer a iniezione Bosch con testata a 16 valvole e 137 cavalli di potenza. Si poteva andare forte con l’Alfa Romeo 33 grazie anche ad una taratura non esasperata delle sospensioni che la rende genuina e priva di brusche reazioni. In definitiva la 33 Quadrifoglio Verde porta con sé l’impostazione Made in Alfa Romeo di vecchia scuola e porta in dote anche la massima esasperazione, dal punto di vista della cilindrata e della potenza ottenibile, per il Boxer. Quello che era nato per l’Alfasud nel lontanissimo 1971. La Quadrifoglio Verde possiede quella capacità unica di fare rivivere emozioni alla guida mai sopite.

La scheda tecnica in effetti possiede caratteristiche molto interessanti: si può arrivare oltre i 200 km/h di velocità massima e si hanno a disposizione quasi 70 cavalli per ogni litro. La Quadrifoglio Verde spazza via così i pregiudizi sull’Alfasud.

Ti incita ad andare forte

L’Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde ti induce a condurla oltre il limite. La avvii sfruttando una chiave che si inserisce a sinistra, un po’ come una Porsche. In ogni caso risulta una berlinetta che ti fornisce comfort ed è adatta a trasportare comodamente tutta la famiglia. Peraltro come già accennato, la Quadrifoglio Verde si guida con tranquillità senza risultare mai indomabile forse anche grazie a quella trazione anteriore vista con un certo disappunto dai più ferrei appassionati del marchio. Nell’utilizzo cittadino la 33 Quadrifoglio Verde risultava meno agile delle altre declinazioni.

Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde _ 5

Il posteriore non parte mai, anche se si esagera, piuttosto qualche mossa in più la produce l’anteriore che tende ad allargare. Il peso ridotto permetteva all’Alfa Romeo 33 Quadrifoglio Verde di accelerare in 8,2 secondi per compiere il canonico range 0-100 km/h. Dentro si stava comodi, anche se dietro risultava poco spaziosa. Bello il volante a tre razze. Di certo la 33 Quadrifoglio Verde poteva condurti in officina con una certa cadenza, “grazie” a materiali che soffrivano di un’usura molto marcata. Ma la variante a iniezione possedeva una solidità meccanica molto più elevata rispetto alle varianti che l’avevano preceduta. Vengono introdotte nuove testate con quattro valvole per cilindro, una distribuzione bialbero e le punterie idrauliche. Inoltre viene risolto un inconveniente tipico della tipologia di propulsore: l’afflusso di una parte dei gas di scarico verso l’aspirazione causata dall’incrocio dei tempi di apertura e chiusura delle valvole.

Nonostante la base meccanica non fosse proprio recente, l’Alfa Romeo 33 mantenne elevata l’immagine del marchio del Biscione. Lo testimonia l’impressionante numero di vetture vendute.

2 Commenti

Lascia il tuo commento, condividi il tuo pensiero

Lascia un commento