Sulle auto arriva la tecnologia militare. O, per voler essere più precisi, a bordo delle normali vetture sono in procinto di entrare in funzione alcune caratteristiche finora prerogativa dei supereroi. Già, la fantasia e la realtà stanno per unirsi e ne trarrà beneficio l’intera classe degli automobilisti.
Se l’occhio vuole la sua parte e gli strumenti di infotainment fanno presa soprattutto sui giovani adulti, il versante della sicurezza solitamente finisce in secondo piano. Quasi che conti meno, nonostante tutti sappiano come la priorità dei mezzi di trasporto sia proprio di garantire l’adeguata protezione. Sulla strada tanti pericoli fanno rimanere con il fiato sospeso i guidatori, naturalmente preoccupati per la loro incolumità, anche se lo danno talvolta poco a vedere.
Visiblezone, vista a “raggi X”: legge il pericolo in anticipo
L’innovazione proviene dall’Asia, da Visiblezone, aziende israeliana costituita pochi mesi a Gerusalemme su iniziativa dei tre fondatori Shmulik Barel, Gabi Ofir ed Eliq Oster. Questi tre “cervelloni” si sono coalizzati per spingersi fin dove nessun’altro ci era prima di oggi riuscito. Del resto le loro qualifiche mica si trovano facilmente sul mercato.
Anzi, addirittura Oster proviene direttamente dal gruppo di ricerca operativo del ministero della Difesa. Sul sito ufficiale della compagnia viene presentato nientepopodimeno che come il leader del team di ricerca presso l’unità governativa e fisico sperimentale in un laboratorio nazionale. Oltre 13 gli anni di esperienza nella ricerca data-driven.
Nella sua ultima posizione, ha amministrato la divisione dati in Fisica dei Consumatori (creatore di SCiO, lo spettrometro portatile) e gestito le attività relative al database: raccolta dati, analisi e creazione di modelli, machine learning e ricerca di fattibilità. Conseguito un MSc (Master of Science) e un BSc (Bachelor’s Degree) in Fisica presso l’Università Ebraica si è laureato al programma d’élite “Talpiot”.
Talpiot: programma d’eccellenza
Per farvi capire quale sia la portata di Talpiot e gli eccezionali professionisti formati, sicuri protagonisti del domani, ci rifacciamo al libro Laboratorio Israele di Saul Singer e Dan Senor. È l’unità maggiormente selettiva e quella che sottopone i suoi uomini al corso d’addestramento più lungo delle forze di difesa israeliane. Il programma, sorto nel 1973 all’indomani della débâcle dello Yom Kippur, prosegue senza soluzione di continuità da oltre tre decenni.
Ogni anno il 2 per cento dei migliori studenti delle scuola superiore nazionale viene chiamato alle selezioni, pari a duemila ragazzi. Di questi appena uno su dieci riesce a passare la batteria dei test, in prevalenza di fisica e matematica. Infine, la formazione accademica prosegue velocissima: si studia di più e in minor tempo. Il concetto è quello di dare una visione panoramica dei principi chiave nell’esercito, in cambio i reclutati sottoscrivono l’accordo di trascorrervi nove anni, anziché i canonici tre.
Sul partner Shmulik Barel è dato invece sapere che ha conseguito la laurea in Informatica presso la Technion e un MBA presso la Recanati School of Business Administration dell’Università di Tel-Aviv. Oltre 15 gli anni di esperienza nella gestione di unità di business e di prodotto leader in aziende hi-tech nella loro fase di ipercrescita.
Nel corso della carriera, ha guidato team multidisciplinari su larga scala, tra cui BizDev, Product, R&D & Customer success e le relazioni con i principali clienti e partner. Ha forti capacità di esecuzione e assume un ruolo importante nel plasmare la strategia aziendale e nel convertirla in un piano concreto.
La vision perseguita da Visiblezone
Alla voce vision, l’imprese spiega qual è l’obiettivo perseguito: risolvere il problema degli incidenti automobilistici, la prima causa di morti innaturali in tutto il mondo, con oltre 1,4 milioni di morti e 30 milioni di feriti in più ogni anno. Tra questi, quasi uno su quattro è un pedone. E nonostante tutti i progressi che sono stati compiuti nei trasporti, manca ancora una risposta adeguata.
Viziblezone è stata fondata con il proposito di proteggere i pedoni sfruttando una tecnologia innovativa. Ha introdotto un “Rilevatore” integrato nel mezzo, coperto da brevetto e all’avanguardia. Il sistema identifica, segue e salvaguarda le vittime, pure quando non vengono rilevate da un conducente in rapido avvicinamento. Lo strumento è progettato per funzionare in qualunque condizione atmosferica avversa e di visibilità, sia di giorno che di notte.
Fase sperimentale
In particolare, la sperimentazione prevede di vedere attraverso gli oggetti. Mira ad evitare la collisione tra vettura e pedoni esclusivamente grazie all’integrazione di un nuovo codice software sul veicolo e negli smartphone. Pur privo di componenti aggiuntivi, ancor prima che il pedone inizi ad attraversare la strada, la vettura diventa capace di avvistarlo, addirittura se è celato alla vista del guidatore da un ostacolo, quale un muro o un veicolo commerciale parcheggiato. Rendere visibile l’invisibile, questa è la missione che, anche se sa tanto di magia, sta già dando buoni risultati nei test su strada effettuati a Gerusalemme.
Il sistema è concepito per poter lavorare in ogni circostanza climatica e senza vincoli di luminosità, con un raggio d’azione di 180 m ampiamente sufficiente a frenare ed arrestare la maggiore nella larga prevalenza delle situazioni. Affinché sia efficace richiede esclusivamente l’installazione dell’app Visiblezone su uno smartphone. La tecnologia è fondata sullo scambio di segnali radio tra il telefono del pedone e il mezzo in arrivo. Il segnale è emesso mediante la frequenza di 2,4 GHz, la stessa capitalizzata dalla rete wireless.
Applicazione ancora attesa
Attualmente l’applicazione non è disponibile e nessuna auto equipaggia ancora il software, eccetto la piccola flotta sperimentale già menzionata. Ma la Hyundai, tramite la propria controllata Hyundai Cradle di Tel Aviv dedicata proprio a individuare nuove realtà nelle quali investire, e altri importanti costruttori studiano, fortemente interessati, la soluzione e le prospettive lasciano immagine che il lancio sia imminente.
MdGo: soccorso ai feriti in caso di sinistro
Dall’intelligenza artificiale nasce pure MdGo, altra proposta in arrivo basata sulla massima efficacia dei soccorsi ai feriti in caso di sinistro. La principale fonte di disagio di soccorritori e medici per limitare e curare gli effetti di un sinistro consta, infatti, nelle poche info detenute sulla dinamica dello scontro e sui traumi subiti dal ferito. In sostanza, chi accorre sul posto ha al massimo disponibile una sommaria versione rilasciata dai testimoni e la diretta osservazione dello stato dei fatti.
Chi ha il compito di intervenire immediatamente presso la struttura ospedaliera può fare affidamento giusto sulla tesi fornita dai soccorritori e su quella del ferito se è capace di parlare per stabilire quale tipo di esami svolgere e in che modo intervenire. Con MdGo, soluzione già impiegata dai centri di controllo basate sulle ambulanze in Israele, il mezzo invia tempestivo avviso direttamente al primo soccorso e al sistema ospedaliero, nonché alla compagnia assicurativa, precise specifiche sulla dinamica dell’incidente e sulle plausibili conseguenze per le persone coinvolte.
Accuratezza superiore all’80 per cento
Dalla fase preliminare e dai primi mesi di test sul campo, emerge che l’accuratezza delle info comunicate dal sistema MdGo sugli effetti dei sinistri, attinta dallo studio con logiche artificiali dei dati inviati da sensori di bordo già oggi presenti sul parco circolare, supera abbondantemente l’80 per cento.
Un progresso straordinario rispetto alle attuali prime valutazioni a vista di medici e infermieri, anche esperti. Nella società israeliana, formata a Tel Aviv dai due ingegneri Eli Zerah e Gilad Avrashi e dal giovane medico Itay Bengad, hanno già stanziato milioni di euro la Volvo, Hyundai e alcuni fondi internazionali.
Sul portale ufficiale, MdGo dà delle stime in merito ai fruitori. 250mila e passa famiglie sono collegate al loro servizio, attirate dalla prima e unica soluzione che si trova al crocevia tra i settori automotive, assicurativi e della sicurezza. Essere travolti da un incidente è un incubo, e purtroppo bisogna confrontarsi. Pur durando appena 100ms, le conseguenze pesano e causano danno alle persone in tutto il mondo, per mesi o anche più a lungo. L’unico obiettivo è di far sì che le parti coinvolte tornino in piene forze il prima possibile.
Al verificarsi di un incidente, MDGo raccoglie in tempo reale dati anonimi sull’accelerazione del veicolo e li utilizza per fornire un’analisi accurata sul tipo e la gravità delle lesioni dei passeggeri per regione del corpo e dei danni al veicolo – in 10 secondi dallo schianto. Può salvare vite umane, ridurre gli effetti a lungo termine, risparmiare sulle spese di riabilitazione e ridurre l’importo e l’entità delle richieste di risarcimento per responsabilità civile.
La nascita dell’idea
Per Itay Bengad, un incidente in bicicletta di diversi anni fa, che ha lasciato un amico con la colonna vertebrale rotta, una commozione cerebrale e altre ferite, ha fatto scattare un’idea.
Bengad, un medico che lavora ancora nei fine settimana di turno in ospedale a Tel Aviv, era andato in bicicletta con il suo amico quando quest’ultimo si è schiantato contro un cartello stradale ad alta velocità.
Ci sono volute ore prima che l’entità delle ferite diventasse chiara e il tempo perso, lo sa, avrebbe potuto rivelarsi cruciale per la guarigione dell’amico. “Poi ho capito veramente per la prima volta cosa succede in un incidente d’auto, il fatto che le persone non sopravvivono perché nessuno sa… cosa è successo”, ha detto Bengad sull’evento durante una recente visita a Detroit.
Il suo amico da allora si è ripreso, ma il problema è rimasto con Bengad, co-fondatore e CEO di una startup chiamata MDGo. Era nel Michigan nel tentativo di costruire un supporto per un progetto pilota che la sua azienda spera di lanciare nei prossimi mesi in Michigan, basato su un programma che MDGo ha sviluppato con l’organizzazione dei servizi medici di emergenza di Israele.
“Dal momento che questa è la capitale mondiale dell’automobile, quale posto sarebbe migliore per collegare il settore automobilistico e quello medico?”, ha aggiunto.
Trattative con le Case
MDGo, che ha circa un anno, è stato in trattative con una Casa automobilistica statunitense – Bengad non vuole dire quale – e ha ottenuto investimenti da due non statunitensi. Il medico ha spiegato che i Costruttori hanno già raccolto dati sui crash test, ma finora sono in gran parte inutilizzati.
Partendo da essi, MDGo ha sviluppato un algoritmo per mostrare più chiaramente quali forze sarebbero in gioco per creare rapporti in pochi secondi per informare i dispatchers, il personale del pronto soccorso e anche le compagnie di assicurazione su cosa aspettarsi in modo da poter preparare il trattamento di conseguenza. Con la raccolta di un maggior numero di dati, il processo migliora.
La riparazione di un veicolo dopo un incidente potrebbe trarre vantaggio da intuizioni simili. Se l’entità del danno non è chiara, la riparazione potrebbe essere superiore di migliaia di dollari rispetto a quanto previsto inizialmente – o il problema reale potrebbe non essere risolto. Bengad ha notato che ci sono milioni di variabili in ogni incidente automobilistico.
La Golden Hour salva la vita
I professionisti del settore medico sanno da tempo che ottenere un trattamento adeguato subito dopo un grave incidente, un periodo spesso indicato come la Golden Hour, può essere la chiave per la sopravvivenza, quindi l’azienda di Bengad punta a utilizzare la tecnologia attualmente disponibile nei veicoli – il numero crescente di sensori nelle nostre auto, camion e SUV sempre più collegati – per aumentare la panoramica su un ferito.
A volte, la ferita primaria non è ciò che lo uccide, ma piuttosto una ferita secondaria, qualcosa di non immediatamente visibile. Le persone che hanno subito una lesione cerebrale traumatica, per esempio, possono dare l’impressione di migliorare, prima che la loro condizione peggiori. In un servizio di approfondimento pubblicato da Ynet news lo scorso settembre, Ido Rosenblatt, funzionario del servizio di emergenza israeliano, ha descritto le possibilità come una svolta.
“Investiamo sempre molto per conoscere il più rapidamente possibile le modalità di un incidente: dov’è avvenuto esattamente, e qual è lo stato dei feriti, e il responsabile deve prendere in poco tempo decisioni cruciali: se inviare un elicottero sul posto, aspettare qualche minuto fino all’arrivo della prima squadra di pronto soccorso che stabilirà la gravità della situazione”, ha commentato Rosenblatt.