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Auto elettrica in Italia: sforzo titanico

Lo sforzo per arrivare alla completa sostituzione del parco con mezzi elettrici è enorme, dice Quagliano, del CS Promotor

Alla recente conferenza stampa del Centro Studi Promotor, il presidente Gian Primo Quagliano. Si è parlato di incentivi ma anche di auto elettrica in Italia. Arriverà, ha affermato, perché la vogliono la gente, la politica, le Case auto, le compagnie elettriche e il più grande mercato del mondo, ossia la Cina. Gli anni 2020 dovrebbero però vedere il decollo della mobilità elettrica. Perché ciò accada occorre un radicale cambiamento nei comportamenti delle autorità politiche.

Auto elettrica in Italia: quale situazione

Da noi, salvo poche eccezioni, dice Quagliano, le autorità politiche hanno posto soltanto limiti alle emissioni e alla circolazione di determinati tipi di auto. Poiché l’impegno economico per passare all’elettrico sarà di enorme portata, le autorità politiche dovranno invece impegnare necessariamente gli Stati a sostenere l’industria nella fase di transizione. Obiettivo: favorire il ricollocamento dei lavoratori espulsi dal processo produttivo per il fatto che l’auto elettrica è notevolmente più semplice da produrre rispetto agli standard tradizionali. Gli Stati dovranno sostenere gli automobilisti per accelerare la scelta di auto elettriche.

E l’auto a guida autonoma?

In parallelo con l’auto elettrica procederà il cammino dell’auto a guida autonoma che promette zero morti sulle strade. Pertanto, emissioni zero con l’elettrica; e vittime zero con la vettura robot. Utopia? Nel mondo il target è quello. Anche dietro la spinta dell’Unione europea che minaccia multe alle Case se producono auto inquinanti.

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