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Alfa Romeo Racing: arriva il simulatore di guida interno

Entrerà a pieno regime nel 2021

Alfa Romeo Racing

È tempo di cavarsela con le proprie forze. Per la stagione 2020 Alfa Romeo Racing affievolisce la collaborazione stabilita insieme alla Ferrari. Di fatto, il team italo-elvetico poggiava sulle risorse del Cavallino Rampante, anche per quanto riguarda il simulatore di guida. Oltre alla power unit, fornita direttamente da Maranello, la stessa preparazione dei piloti implicava finora un “ausilio esterno”. In altre parole, i piloti preparavano gli assetti in vista delle gare presso il quartier generale Ferrari, impiegando il celebre “ragno”, dove i piloti ufficiali Sebastian Vettel e Charles Leclerc, più i driver incaricati dello sviluppo (in primis Pascal Wehrlein) testavano la vettura.

Il simulatore, per intendersi, è quello tramite cui Giovinazzi svolgeva fino al 2018 il compito di “collaudatore”, rifinendo la configurazione della monoposto, poi guidata dai titolarissimi. Invece oggi i giochi cambiano, insomma non proprio oggi ma entro qualche mese il Biscione si sdoganerà in tal senso. Come data di scadenza ha segnato metà anno, dunque da dopo la tradizionale pausa estiva gli alfieri della scuderia potranno cominciare a operare sul nuovo simulatore al quartier generale di Hinwil, che entrerà a pieno regime nella stagione successiva, ovverosia il 2021. Un anno spartiacque nella competizione numero uno dei motori.

Alfa Romeo Racing e il regolamento tecnico vagliato nel 2021

A coronamento di lunghissime trattative, nelle quali si era diffuso il timore di non festeggiare la proverbiale fumata bianca, i top dirigenti delle squadre hanno raggiunto un accordo. I tempi sono cambiati e già nell’attuale campionato le sedute ufficiali saranno limitate ad appena sei giornate totali, a fronte delle 8 passate. Con l’avanzare degli anni, e l’attuazione di tecnologie sempre più sofisticate, dal necessario lavoro in pista sono poi subentrate le gallerie del vento, quindi le complesse analisi al computer coadiuvate dai simulatori, l’oracolo tecnico dell’era contemporanea. Complice pure una netta sterzata normativa, via via maggiormente votata a usufruire di modelli simulati, in grado di replicare minuziosamente le condizioni riscontrabili su uno specifico tracciato, le sessioni di prova private sono state totalmente proibite. Quasi demonizzate.

Conseguentemente le mansioni da svolgere in fabbrica hanno ormai assunto un peso preponderante in confronto al tracciato. Su siffatti presupposti, le realtà migliori nell’elaborazione dei simulatori accurati riscuotono un vantaggio cospicuo. Chi se ne stava a guardare tenta di recuperare il più velocemente possibile il terreno perduto. Ci saranno soltanto 12 mesi per rimettersi in pari, prima che il budget cap venga introdotto, smorzando le velleità di investimento. Ovviamente, le compagini hanno facoltà di allestire nuovi simulatori dal 2021 in poi, tuttavia la (ingente) spesa andrebbe sottratta al monte spese totale stabilito da regolamento.

La partita nelle competenze tecnologiche

Insomma, anziché sul campo dei test in pista, ambito dove la Ferrari primeggiava indisturbata, la partita si gioca ora sull’acquisizione di competenze in passato sconosciute. Ormai necessarie per battere le rivali. A tal proposito, una delle chiavi di volta della Mercedes dominatrice dell’era turbo-ibrida è proprio lo sforzo su un “comparto simulatore” alquanto sofisticato. Valore aggiunto sia nella fase progettuale sia nel supporto all’attività canonica. Ormai chiunque ne è perfettamente al corrente. Ed ecco infatti l’Alfa Romeo Racing assoldare un veterano del calibro di Robert Kubica, incaricato di sedersi nel simulatore. Una decisione sì figlia del marketing (Orlen è una compagnia polacca operante in diversi business), ma anche di una consapevolezza: i risultati passeranno per la puntuale messa a punto di questi preziosi strumenti di analisi.

Reduce da un rendimento altalenante nei mesi precedenti, suffragato da una classifica finale sicuramente inferiore alle ambizioni coltivate in pre-season. Il compito è riscattarsi, trovare la costanza di week-end in week-end: credenziali fondamentali per ben figurare contro gli altri competitor di metà classifica. A dichiararlo Frederic Vasseur. Il Team Manager di Alfa Romeo Racing indicava lo scorso dicembre i traguardi da tagliare, alla portata dei confermati Raikkonen e Giovinazzi se il progetto avrà gli esiti sperati. In mente, il conseguimento della sesta o della settima piazza, affinché ciò si riveli possibile occorrerà il contributo di entrambi. Il portacolori di Martina Franca ha segnalato tangibili progressi nella seconda metà del calendario e il finnico guida quanto vuole. Non importa tanto il bottino di punti da conquistare, bensì il piazzamento finale nel Mondiale.

Alfa Romeo Racing: l’addio di Simone Resta

Buoni, ottimi propositi da tradurre nella pratica. Per non renderlo un effimero sogno, sarà cosa buona ripartire dal sussulto di competitività subito al rientro post-break estivo. Sprazzi di luci alternato da gravosi fallimenti: l’ottavo posto per il titolo Costruttori ne è la conseguenza. Interpellato dal magazine Blick, Vasseur ridimensiona l’impatto dell’addio di Simone Resta, riportato in Ferrari, sullo sviluppo dalla C38. Nonostante il valore del professionista non sia da discutere, ci sarebbero i mezzi e le risorse tecniche per sopperire adeguatamente alla sua partenza. Troppo invitante il richiamo della Ferrari per ignorarlo. Nella esperienza precedente era perlopiù votato a perfezionare la macchina del 2020 e – garantisce Resta – hanno saputo colmare il vuoto lasciato.

L’attività svolta in sede ruota principalmente attorno ai correttivi sul telaio, che ha subito una cocente bocciatura nel corso dei crash test, e al lancio di un simulatore esclusivo, passo successivo dei progressi compiuti. Il via libera verrà dato nel primo trimestre, ma se ne parla già da un anno. Alla pari di qualsiasi altra realtà di seconda fascia, alla divisione di Formula 1 spetterà gestire con oculatezza il budget destinato alla monoposto del 2020 e quello del 2021: le macchine andranno pensate da zero. Tutto ciò si rifletterà in un’annata contraddistinta da uscite aggiuntive e probabilmente i piani alti congeleranno le risorse, incentrate sullo sviluppo entro la stagione estiva.

Fondi da immobilizzare

Si va, insomma, incontro a un’annata di esborso economico supplementare e verosimilmente i team “minori” sceglieranno di immobilizzare i fondi stanziati in estate, per dirottare la grossa quota delle finanze sulle “wing car”, desiderate dai vertici di Liberty Media (con il dipartimento tecnico condotto da Nicolas Tombazis) al fine di favorire i sorpassi, i duelli ravvicinati e pertanto lo spettacolo offerto. Intanto chi è sprovvisto delle potenzialità di Mercedes, Ferrari, Red Bull, McLaren e Renault, superiore ai 240 milioni di euro, dovrà puntare al risparmio.

 

 

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