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Kubica, l’anno nero alla Williams: “Le gomme scusa pietosa”

Robert Kubica ripercorre l’anno tremendo alla Williams

Kubica

Nel 2020 Alfa Romeo Racing riparte anche da Robert Kubica. Oltre ai confermati Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi, il team italo-elvetico aggiunge un pilota di riserva con eccellenti credenziali. Oltre che decisamente motivato, dopo il disastroso periodo in Williams, partita male e finita peggio.

Ultimissima nella classifica costruttori, ferma ad un solo punto durante l’intero arco della stagione. Quello centrato da Robert Kubica stesso nel mitico Nurburgring, tra mille peripezie. Nelle sessioni di qualifica ha lasciato d’altronde abbastanza a desiderare, uscito spesso sconfitto dal compagno di squadra George Russell. E, come spesso accade sbrigate le carte di divorzio soprattutto quando sofferto, oggi gli ex iniziano a lanciarsi pesanti attacchi.

Del campionato archiviato, le parti ricorderanno la lenta ed estenuante agonia. Alla pausa estiva già contavano i GP rimanenti e nessun radicale sconvolgimento ha cambiato l’andazzo.

Accompagnata da una ricca e valorosa storia, la scuderia sapeva perfettamente delle prime difficoltà incontrate, nettamente indietro nei lavori rispetto alle rivali.

Kubica e la Williams: matrimonio mai decollato

Stando ai piani, i meccanici avrebbe dovuto colmare il gap e rendere quantomeno competitiva la monoposto. Speranze sgretolate dalla dura realtà: né il promettente George Russell né Robert Kubica hanno cambiato marcia. Naturale perciò interrogarsi su quali siano state le principali colpe dei pessimi risultati ottenuti, se per una questione di gomme, di meccanica o cos’altro.

Martellato dai media, il veterano del Circus riprende parola in merito alla brutta esperienza attraversata.

Una criticità spesso segnalata da parecchi piloti e da parecchi team manager nel 2019 per giustificare prestazioni sottotono è costituito dalla finestra d’esercizio delle gomme Pirelli.

Il driver dell’Est, libero ora di esprimere tranquillamente la propria opinione non dipendendo più contrattualmente dalla scuderia inglese, analizza in totale onestà l’annus horribilis e solleva dalle responsabilità la Pirelli: il fornitore non è colpevole delle umilianti prove offerte.

Meglio addossare le responsabilità sull’intera divisione, pure comprensibile: spesso (o quasi sempre) da una pluralità di fattori scaturiscono i fallimenti.

Se c’è un insegnamento appreso dall’esperienza forse è questo e probabilmente Robert Kubica ne farà tesoro.

Non è colpa della Pirelli

Robert evita di nascondersi dietro un dito e difende la rinomata azienda. Contattato dal sito Motorsport.com, sostiene di essere piuttosto intelligente ed esperto per comprendere in che modo comportarsi e adattare la propria guida a seconda della tipologia di gomma.

Non è il singolo driver ad assumere una decisione sul kit da montare in relazione al progetto della macchina. Al contrario, è un lavoro collettivo. Ecco perché incolpare le gomme per l’andamento negativo è una scusa pietosa.

Prendersela con la Pirelli significa volerla passare liscia e spazzare via ogni genere di critica, a prescindere dal vero svolgersi dei fatti.  Dal canto suo, Robert Kubica ha le sue opinioni sulle note dolenti, su cui sarebbe stato preferibile concentrare gli sforzi.

Chiunque è artefice di errori ed egli stesso sente di avere commesso delle sbavature lungo il tragitto. Per lui era estremamente importante dare via alla stagione in maniera consistente, per prendere nuovamente confidenza al volante di una Formula 1. Purtroppo, non ce l’ha fatta.

Ci sono state circostanze dove era nella posizione di ben figurare ed ha sfruttato l’opportunità, altre volte non avevano la benché minima idea delle cause principali.

Il peccato peggiore: per migliorare bisogna innanzitutto stabilire le note dolenti e da cosa nascono i problemi. Non esiste infatti una medicina se è sconosciuta l’infezione.

L’incidente del 2011

Robert Kubica ha poi ripercorso il terribile incidente capitatogli nel febbraio del 2011. Preso parte ai test invernali della Renault R31, il 6 febbraioin una competizione rallystica un incidente gli provoca gravissime lesioni, tra cui lesioni multiple alla mano, al braccio destro e alla spalla, una frattura alla gamba destra e un’emorragia interna.

Ricoverato d’urgenza in gravi condizioni, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per salvargli la mano e per ricomporre la frattura ad una gamba. Il pilota ha poi ricevuto due lunghe operazioni, perfettamente riuscite. E ad Abu Dhabi, trascorsi numerosi anni, ha siglato il contratto per la Williams.

Delle volte – commenta – vogliono far credere che guidare una Formula 1 sia semplice. Non è affatto così, testimonia Kubica. Subentrano una miriade di fattori particolarmente influenti sull’esito finale, sul numero indicato sul cronometro.

Uno dei lati negativi che hanno impattato sul rendimento è per Kubica il suo limite ad affrontare le curve ad alta velocità. In determinati frangenti – lo ammette – avrebbe potuto fare la differenza, ma se non hai sono preclusi i miracoli. Sicuramente il vento non sarebbe cambiato, pure se non avesse avuto disagi,.

Per Robert Kubica si sono aperte le porte dal 1° gennaio le porte dell’Alfa Romeo Racing. Il talento polacco rifà capolino a Hinwil, passato un decennio dalla prima parentesi: allora si chiamava Sauber e godeva del supporto di un colosso automobilistico, la tedesca BMW.

Ottimale l’ambientamento, favorito dai volti famigliari incontrati del gruppo di lavoro, già presenti allora. Sostenuto dal nuovo main partner PNK Orlen, il contributo di Kubica si declinerà in svariati contesti.

Svolgerà, per cominciare, ben cinque sessioni di prove libere del venerdì, ereditando il volante da uno dei due piloti ufficiali Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi.

L’importante supporto dello sponsor polacco, comunicato a inizio 2020 in sostituzione della Shell, gli permetterà magari di accertare la qualità dei progressi raggiunti dalla C39 in una delle sei giornate di test invernali fissati, al solito, sulla pista di Barcellona, in Spagna.

Nel frattempo, un frutto tangibile della cooperazione è già toccabile con mano: il sedile della C39.

 

 

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