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FCA: il futuro dei motori diesel e dello stabilimento di Pratola Serra è ancora incerto

I sindacati chiedono chiarezza ad FCA

La conferma degli investimenti del “Piano Italia” arrivata la scorsa settimana, subito dopo l’annuncio della fusione con PSA, da parte del gruppo FCA ha dato molta fiducia per il futuro agli stabilimenti di produzione italiani del gruppo. Già a partire dal 2020, infatti, buona parte dei siti di produzione del nostro Paese registrerà l’arrivo di nuovi progetti che, inevitabilmente, porteranno all’aumento dei livelli occupazionali.

A tal proposito, sottolineiamo come l’azienda abbia confermato nuovamente il target della piena occupazione per gli stabilimenti italiani che, secondo i programmi annunciati in queste ore, sarà raggiunto nel corso del 2022, quando la fusione con PSA avrà iniziato a generare le prime sinergie tra i due gruppi.

Nel frattempo, resta ancora in dubbio il futuro dello stabilimento di Pratola Serra in provincia di Avellino, attuale sede di produzione dei motori diesel di diversi modelli del gruppo. La guerra al diesel portata avanti in Europa negli ultimi anni ha portato ad una drastica riduzione delle vendite delle auto a gasolio che ha creato non pochi problemi al sito di produzione della provincia di Avellino.

I sindacati chiedono chiarezza sul futuro di Pratola Serra

Secondo Massimo Picone, segretario provinciale della Cisal Metalmeccanici, la fusione tra FCA e PSA  “è sicuramente una condizione favorevole per rafforzare la produzione del marchio nazionale, ma occorre una chiara strategia industriale per determinare un’adeguata prospettiva ai lavoratori impiegati nel settore”

Il rappresentate dei lavoratori della provincia irpina sottolinea però che c’è ancora molta strada da fare per risolvere una “situazione precaria, che richiede da tempo interventi risolutivi, a partire dall’adeguamento tecnologico degli stabilimenti”. Il  gruppo FCA, secondo Picone, dovrà prendere impegni precisi “da mettere nero su bianco” per garantire il futuro dell’intera filiera automotive in Italia.

Per il futuro di Pratola Serra, in particolare, i sindacati si aspettano la concretizzazione degli investimenti annunciati nei mesi scorsi sulle linee di assemblaggio che porteranno alla “realizzazione di motori diesel puliti e di altri propulsori in linea con le esigenze ecologiche, oltre che con le normative e le tendenze attuali del mercato”

Lo stabilimento irpino, per poter sopravvivere, necessita di un profondo programma di aggiornamento e, probabilmente, di una vera e propria riconversione industriale che, al momento, non è ancora stata confermata da FCA.

Ricordiamo, infatti, che per Pratola Serra il gruppo ha confermato l’avvio della produzione dei motori del Fiat Ducato  oltre che un aggiornamento degli attuali motori diesel prodotti nello stabilimento che verranno adeguati alle più recenti normative, restando quindi in produzione ancora per qualche anno.

Al momento, però, non ci sono piani di una nuova generazione di motori diesel (anche perché il mercato europeo sembra essere sempre meno interessato a quest’alimentazione). La fusione con PSA, che può contare su di una ricca gamma di motorizzazioni a gasolio, e la possibilità concreta che il nuovo gruppo, dopo la fusione, utilizzi quasi esclusivamente piattaforme derivate da PSA porta verso una possibile dismissione delle attuali linee produttive di Pratola Serra.

Per ora, lo stabilimento irpino di FCA è ancora in attesa di capire quale sarà il suo futuro quando gli attuali diesel termineranno la loro carriera. In passato, prima che la fusione con PSA diventasse qualcosa più che un’ipotesi, di una possibile riconversione verso l’ibrido dello stabilimento. FCA ha però annunciato che sarà lo stabilimento di Termoli ad occuparsi della produzione dei motori ibridi di nuova generazione che saranno disponibili dal 2021.

Per il futuro di Pratola Serra e dei motori diesel di FCA sarà, quindi, necessario attendere ancora qualche mese. Ulteriori aggiornamenti sulla questione potrebbero arrivare già nel corso del 2020.

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