Gli investitori di Tesla hanno riposto speranze quasi messianiche nel ritorno di Elon Musk alla guida operativa dell’azienda, immaginando che potesse riportare l’impresa elettrica sulla retta via. A maggio il titolo ha registrato un’impennata di oltre il 22%, ma dietro questa crescita si cela un panorama di crescente scetticismo.
Anche i sostenitori più affezionati mostrano segni di disillusione, soprattutto a causa delle posizioni politiche di Musk, tra cui il suo sostegno a Donald Trump e all’ultradestra tedesca dell’AfD. L’uomo che ha reso i veicoli elettrici mainstream sembra oggi più concentrato su dichiarazioni grandiose che su risultati concreti. Nonostante le sue continue promesse di innovazione, dal Full Self-Driving (FSD) alla robotica umanoide, molti iniziano a dubitare della sua capacità di mantenere le aspettative.

Musk insiste nel sostenere che “il futuro di Tesla è più radioso che mai”, ma cresce il dubbio che le attuali criticità siano più di semplici ostacoli temporanei. Secondo il New York Times, il vero obiettivo del CEO sarebbe quello di estendere la coscienza umana oltre i confini terrestri, rendendo le sue imprese, da SpaceX a Tesla, strumenti di un piano quasi messianico.
Il cosiddetto “Master Plan” di Tesla, pubblicato quasi vent’anni fa, parlava di democratizzare l’auto elettrica. Eppure, le ambizioni iniziali sembrano essersi perse in un turbine di annunci irrealizzati e cambi di direzione. La recente caduta del 71% dei profitti, ammessa dallo stesso Musk, è stata rapidamente oscurata da un’improvvisa attenzione alla robotica, una nuova frontiera con cui cerca di riaccendere l’entusiasmo.

Il debutto dei robotaxi a guida autonoma previsto ad Austin il 12 giugno potrebbe segnare una svolta. Ma anche qui, scetticismo e attese si intrecciano: sarà davvero la volta buona? Con la reputazione appannata, il divario tra le parole e i fatti rischia di diventare strutturale. Per riconquistare fiducia, Tesla dovrà tornare a offrire valore reale, credibilità e concretezza.