La polvere dei freni rappresenta un notevole problema. Non solo da un punto di vista visivo per un’auto che la vede accumularsi sulle ruote, che può essere fastidioso soprattutto quando si tratta di veicoli di lusso in cui i freni stessi rappresentano un optional molto costoso. Ma soprattutto da quello ambientale, in quanto provoca inquinamento, frutto del rilascio di alte concentrazioni di metalli e sostanze chimiche negli ecosistemi. Oltre a potersi rivelare tossica per l’uomo nel caso in cui sia inalata.
Proprio per questo le nuove normative Euro 7 sui veicoli in Europa tengono conto dell’inquinamento causato dai freni. E cercano di spingere produttori e fornitori a concentrarsi sullo sviluppo di nuove soluzioni frenanti in grado di ridurre la quantità di particelle rilasciate in frenata. Una via sulla quale si è instradata Brembo, i cui tecnici hanno sviluppato un nuovo rivestimento che, stando a quanto dichiarato dall’azienda, dovrebbe risolvere la maggior parte dei problemi legati alle particelle.
Con Greentell le pastiglie dei freni potrebbero durare l’80% in più
In vista dell’entrata in vigore delle nuove normative dell’Unione Europea, previste per il 2026, Brembo ha lavorato alacremente per anticipare i tempi. E ha dato vita ad un sistema che ha chiamato Greentell. Richiamando in tal modo i principi che ne sono alla base: l’ambiente (green) e l’intelligenza della soluzione (intelligent).

In partica, il nuovo processo di produzione utilizzato si fonda sulla deposizione laser dei metalli. I dischi freno dell’azienda, infatti, ora sono dotati di due strati di rivestimento senza nichel, che vengono applicati tramite un raggio laser.
Secondo l’azienda, questo nuovo processo sarebbe in grado di ridurre l’usura superficiale dell’80% rispetto ai tradizionali dischi in ghisa non trattati. Traducendosi in un miglioramento in termini di durata, senza ricadute di alcun genere sulle prestazioni.
Brembo afferma inoltre che l’impatto ambientale verrebbe ridotto fino all’85%, anche se non fornisce delucidazioni su come tale valore venga misurato. Non ci dovrebbero comunque essere dubbi in tal senso, considerato che Greentell sarebbe stato verificato da un ente indipendente.
Per Brembo non si tratta di una novità assoluta
Sempre dall’interno di Brembo, si aggiunge che il nuovo sistema frenante è in grado di essere installato su diversi veicoli in tutti i mercati. Oltre a poter essere applicato a dischi integrali, bifusi, alleggeriti o flottanti, indipendentemente dal fatto che siano già presenti sul mercato o che siano invece nella fase di sviluppo.
Il nuovo rivestimento potrebbe quindi essere presente sui dischi freno sulle vetture che saranno prodotte per il mercato europeo a partire dal prossimo anno. Ovvero quando sarà necessario il rispetto delle prescrizioni di Euro 7, relative ai sistemi frenanti.
Occorre comunque sottolineare che per la casa italiana non si tratta di una novità assoluta. Già qualche anno fa, infatti, Brembo aveva condotto i suoi lavori su un processo di rivestimento analogo. Lo aveva fatto in collaborazione con Porsche, nel preciso intento di riuscire a ridurre in maniera significativa la polvere emessa dai freni.

Quella soluzione, in particolare, prevedeva un rivestimento HVOF (High-Velocity Oxygen Fuel Coating). All’interno del quale un fluido combustibile viene bruciato insieme all’ossigeno, dando vita ad un flusso il quale viene spruzzato sul rotore e infuso con carburo di tungsteno, in modo da creare una finitura a specchio di 0,1 millimetri di spessore.
All’epoca, Brembo aveva affermato che l’usura delle pastiglie sarebbe stata ridotta del 30% e quella del disco del 90%. Valori che sembrano addirittura essere stati superati da Freetell. In un caso e nell’altro, sembra comunque prefigurarsi un ritmo di progresso estremamente promettente. Tale da poter pensare di avere in un futuro più o meno prossimo sistemi frenanti in grado di durare praticamente in eterno. Come del resto sta accadendo nel caso del sistema a tamburo il quale sta riacquistando grande popolarità negli EV.