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Auto storiche: ricorso anti blocco

Opposizione legale contro Piemonte e Torino che vietano la circolazione dei veicoli storici dal 1° ottobre 2019 al 31 marzo 2020

È guerra sulle auto storiche. L’Automotoclub Storico Italiano ha depositato un ricorso straordinario al presidente della Repubblica: obiettivo, ottenere l’annullamento di decreti e delibere. Emanati da Regione e Giunta regionale del Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino. Che vietano la circolazione dei veicoli over 20 e under 30 dal 1° ottobre 2019 al 31 marzo 2020. Lo stesso ricorso in futuro contro le ordinanze simili del Comune di Bologna.

Auto storiche: battaglie continue

Sulle auto storiche, le battaglie sono continue. Solo di recente, si ricordi la pretesa del Governo Renzi di far pagare il bollo alle vetture fra i 20 e i 30 anni. Ma perché ora l’ASI è contro il blocco? In modo esplicito, ecco l’attacco: se non circolano, i veicoli storici muoiono. E con loro muore tutto il mondo collegato. Causando enormi danni, culturali ed economici. Si tratta di tutele nei confronti di un patrimonio storico, culturale, tecnologico e artistico italiano senza pari sul pianeta.

Quale impatto sull’ambiente

Ma davvero le auto storiche sono tante e tali da costituire un pericolo per l’ambiente? Importante l’accordo siglato il 30 ottobre 2019 fra ASI e Istituto Superiore di Sanità. Con un fine unico: stabilire il reale impatto ambientale dei veicoli storici. Un percorso corretto per arrivare alla giusta regolamentazione della circolazione dei veicoli storici. Tre i pilastri della tesi ASI.

  • I veicoli storici rappresentano una percentuale insignificante del circolante in Italia: 56 milioni di veicoli. E, di questi, quelli vecchi (intesi come ultraventennali) sono 12 milioni. Sono i dati ufficiali forniti dalla Motorizzazione.
  • I veicoli storici, invece, sono quelli ultraventennali in possesso di un Certificato di Rilevanza Storica (documento introdotto dallo Stato nel 2009). Che a oggi sono meno di 400.000 in tutta Italia: lo 0,8% del circolante. Un volano di indotto nazionale, che nel 2018 è stato stimato in 2,2 miliardi di euro.
  • Inoltre, percorrono annualmente poche centinaia di chilometri.

Certificati di Rilevanza Storica: preziosi

Rammentiamo che i Certificati di Rilevanza Storica sono stati introdotti con specifico decreto del 17 dicembre 2009. Identificano i veicoli con più di 20 di età dalla costruzione. Sono enti e associazioni riconosciuti dallo Stato nell’articolo 60 del Codice della Strada a rilasciarli: Automotoclub Storico Italiano, Federazione Motociclistica Italiana, Registri Storici Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Dal 2019, questi Certificati sono registrati sulla carta di circolazione: i veicoli storici sono negli archivi ufficiali della Motorizzazione. Tutto alla luce del Sole. Per queste vetture di una bellezza e di un fascino straordinari: si veda la Fiat 500 nella foto.

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