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Multe stradali ai Comuni: 3 miliardi in 2 anni! 

Record per le amministrazioni locali. Soldi preziosi per ripianare i costi della politica. E ora c’è la questione autovelox

I dati Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) sono sconcertanti in fatto di multe stradali ai Comuni. Per avere un’idea del valore degli incassi da contravvenzioni, l’Anfia cita una ricerca di ImpresaLavoro, realizzata su elaborazione dei dati Istat (Istituto di statistica) e Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici). Negli ultimi due anni (2017-2018), i Comuni italiani hanno incassato dalle famiglie 2,95 miliardi di euro di gettito extratributario per multe, ammende, sanzioni e oblazioni. Nel 2018, le casse dei Comuni hanno potuto contare su un introito complessivo di 1 miliardo 340 milioni di euro.

Multe stradali record: che business

Un bel business quello delle multe stradali per i Comuni. Che ripianano così i buchi e i costi della politica. Per approfondire il discorso sulle contravvenzioni, l’Anfia ricorda che la legge 98/2013 di conversione del cosiddetto decreto “del fare” 69/2013, ha introdotto una norma: la possibilità di una riduzione del 30% dell’importo delle sanzioni per cui è previsto il pagamento in misura ridotta, versando il tutto entro 5 giorni dalla data di contestazione immediata. O entro 5 giorni dalla data di notifica differita della contravvenzione. Così, il multato è spinto a pagare subito. Un vantaggio per i Comuni. Che così piazzano i record di sanzioni.

Multe stradali in salita

Uno studio della Cgia (associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre rileva un incremento dell’81% delle multe stradali negli ultimi 10 anni. E anche senza multe, con le aree blu sono soldi a palate. La voce parcheggi e contravvenzioni nel 2018 vale 5,30 miliardi di euro. Sul fronte della sosta, si stima che il gettito sia aumentato sia per la crescita del numero di autoveicoli in circolazione, sia per il rincaro del costo del servizio. L’indice Istat per la voce Parcheggi ha evidenziato, infatti, un incremento dei prezzi nel 2018: +0,7%.

Multe in sicurezza stradale: tutta teoria

Sulla carta, stando all’articolo 208 del Codice della strada, una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli enti è destinata alla sicurezza stradale. In misura non inferiore a un quarto della quota, a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente. Non solo. In misura non inferiore a un quarto della quota, al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale.

Strade da migliorare: sì, sulla carta

Soldi in teoria ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade. Sarà: ma allora come si spiega che le metropoli hanno crateri ovunque? E poi, interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti. Più lo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza per il personale.

Multe stradali: controlli da controllare

Gli enti determinano annualmente, con delibera della giunta, le quote da destinare alle finalità di sicurezza stradale. I Comuni controllano con telecamere e ausiliari gli automobilisti. Ma chi controlla i Comuni? Nessuno. Infatti, nel 2010, la legge 120 impone ai Comuni di dare i proventi delle multe da autovelox su strade extraurbane ai proprietari delle strade stesse: Province, Regioni, Stato. Obiettivo del legislatore, migliorare la sicurezza stradale: soldi ai proprietari, così che li investano per un migliore asfalto. Ma è tutto fermo. Manca il decreto attuativo da addirittura 10 anni. Che ci sia qualche lobby messasi di traverso. Ora una direttiva sugli autovelox potrebbe cambiare le cose: si prevedono battaglie in Parlamento.

Ricorso contro la multa stradale: difficilissimo

Tutto è a favore dei Comuni. Anche i ricorsi contro le multe stradali. Chi si oppone al Giudice di pace deve pagare 43 euro di tassa allo Stato. Chi si rivolge al Prefetto e perde, paga il doppio della multa. I diritti della difesa dell’automobilista vengono così calpestati. Regole di cui beneficiano i Comuni. Addirittura, ora potrebbero arrivare le multe per posta elettronica certificata: lo vuole la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano. Si cerca di sbloccare lo Spid (il sistema pubblico di identità digitale) tramite un emendamento alla manovra. Dietro, i Comuni pronti a festeggiare. Basterà una mail. Niente contestazioni per difetti di notifica, spese di accertamento ridotte all’osso. Che pacchia.

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