Negli ultimi giorni è uscita una notizia che diventa protagonista rubando lo scenario, si tratta dell’industria dell’auto francese e quella italiana.
Mentre il gruppo francese PSA sta pian piano uscendo dalle difficoltà, alcuni analisti finanziari, che giudicano il costruttore automobilistico francese troppo piccolo, immaginano già la sua futura strategia. Uno studio parla dello scenario di fusione, già dal 2016, della Peugeot con Fiat Chrysler Automobiles (FCA). Anche se sono già presenti molte alleanze con il gruppo di Sergio Marchionne.
Anche se in un futuro ipotetico parlano di Fiat Peugeot Chrysler Automobiles, il nuovo insieme sarebbe gestito sempre da Sergio Marchionne, capo di FCA e da Carlos Tavares, presidente del direttorio di PSA. Insieme queste due aziende diventerebbero il sesto costruttore mondiale di auto con 145 miliardi di euro di fatturato per un totale di circa 8 milioni di veicoli, che avrebbero come azionista principale la famiglia Agnelli. In Francia si rendono conto del potenziale di FCA, già lodato negli Stati Uniti, grazie tra l’altro al boom di vendite di Jeep nel nostro mercato e della sua strategia. Di conseguenza a PSA potrebbe interessare trasformare quell’ “ipotetico” in qualcosa di più concreto.
Una fusione tra Fiat e PSA sarebbe un sogno per molti, ma la realtà attuale potrebbe dar vita ad un altro scenario. La chiusura della fabbrica di Aulnay per PSA e Termini per Fiat e la ristrutturazione europea dei due costruttori durante la crisi allontana il rischio di sovracapacità massiccia. Inoltre, con il calo della famiglia Peugeot e le svariate manovre di FCA, gli azionisti di entrambi i gruppi europei potrebbero essere più aperti nel fare un passo in avanti.
Sulla carta geografica la qualità dei due gruppi è molto elevata, dato che FCA al di fuori dell’Europa è molto presente in America settentrionale e meridionale, ma lo è poco in Cina, che è invece il primo mercato di PSA. Globalmente, questo ipotetico gruppo FPCA sarebbe il quarto costruttore automobilistico in America settentrionale, il primo in America meridionale, il secondo in Europa e il decimo in Asia.e.
Ovviamente queste supposizioni rimangono teoriche per ora, ma mentre Sergio Marchionne cerca sempre di consolidare il suo gruppo e Carlos Tavares non chiude nessuna porta per il buon funzionamento di PSA in futuro: una situazione del genere potrebbe non essere del tutto irrealistica. Soprattutto a giudicare dalla dichiarazione rilasciata dal capo di PSA Peugeot Citroen: “Sergio Marchionne è sempre il benvenuto ogni qualvolta desideri parlarci, ma è un po’ troppo presto al momento. Dobbiamo prima di tutto concludere il processo di rialzo e ritrovare una buona salute.” Un segno evidente che il piano di rilancio “Back in the race” di PSA lanciato nel 2014 inizia a portare i suoi frutti e il gruppo vuole ritrovare una salute finanziaria soddisfacente prima di amalgamarsi con l’ipotetica azienda di Marchionne.
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