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Vettel: “Spa ci può aiutare, ma non partiamo favoriti”

Il pilota tedesco della Ferrari è scettico sulla vittoria in Belgio

Sebastian Vettel in tuta Ferrari

Erano altri tempi. Dodici mesi fa Sebastian Vettel corse in Belgio occupando la seconda posizione nella classifica piloti del Mondiale, a -24 punti da Lewis Hamilton. Sulla pista di Spa-Francorchamps, disputò una gara brillante e inanellò il quinto successo stagionale, accorciando lo svantaggio. La partenza fulminea diede avvio a una gara pressoché perfetta. Allora l’affermazione sembrava una decisa spinta verso la rimonta, da bissare la settimana successiva a Monza, ed invece resta ancora l’ultima in un Gran Premio.

Tuttavia, il driver tedesco pare darci poca importanza: energie mentali e nervose vanno verso la prossima gara. Attende con frenesia il riscatto, dopo le tante critiche ricevute (tra cui anche del manager Flavio Briatore) e, anche se un eventuale successo non riaprirebbe il campionato, dimostrerebbe di non aver perso il talento. Soprattutto cerca un exploit in attesa del 2020, i cui preparativi iniziano già.

Vacanze. “Volete sapere cosa ho fatto in vacanza? Niente! È sempre molto importante utilizzare il tempo libero per ricaricare le batterie, e penso che abbia funzionato abbastanza bene”.

Spa-Monza, possibilità vittoria. “Non lo so, dobbiamo attendere i riscontri della pista. Sulla carta dovrebbero adattarsi un po’ di più alla nostra monoposto, ma d’altra parte non dobbiamo dimenticare il gap che abbiamo accusato nell’ultima gara. Anche se la tipologia di pista era differente, credo che al momento non possiamo dire che siamo i favoriti, abbiamo molto lavoro davanti a noi nelle prossime gare per sperare di colmare il divario”.

Astinenza. “Non importa. Non possiamo dire di aver avuto la possibilità di vincere 20 gare senza riuscirci, quindi non credo che questo digiuno abbia un significato particolare. Oggi l’importante è tornare in pista e fare dei passi avanti, e confermare una tendenza positiva che diventi anche un traino per il prossimo anno”.

Emozioni speciali. “Non la vedo in questo modo, sono nella fortunata posizione di poter ricordare tante piste sulle quali ho vinto. Non è qualcosa a cui penso, oggi conta solo avere la conferma di aver fatto dei passi avanti”.

Nuove power unite evolute. “Non posso sapere cosa porterà in pista la Mercedes, in termini di potenziale lo capiremo probabilmente solo sabato, ma per noi il piano è chiaro e non avremo ancora un nuovo motore. Le piste di Spa e Monza hanno una conformazione differente rispetto alla maggior parte delle altre, vedremo cosa ci diranno i riscontri”.

Segnali. “Come ho detto, per noi sarà importante avere le giuste conferme nella seconda metà di stagione per essere certi che il lavoro è nella giusta direzione. Il prossimo anno il regolamento tecnico non cambierà, quindi possiamo avere un’idea di quello che stiamo svolgendo anche in ottica 2020”.

Germania fori dal calendario l’anno prossimo. “È un peccato che la Germania non possa contare sulla sua gara di casa. Spero che le cose cambino nuovamente in futuro, perché sono convinto che la Formula 1 abbia bisogno di mantenere una presenza di un paese di lunga tradizione. Non ho però perso le speranze di vedere un Gran Premio in Germania, le ultime due edizioni sono state fantastiche in termini di atmosfera e spettacolo in pista. Quindi è stata una… stronzata togliere la gara in Germania, ma non è nelle mie mani, quindi posso solo sperare che Hockenheim torni in calendario”.

22 Gran Premi il prossimo anno. “I piloti occupano un ruolo tutto sommato fortunato. Ci aspettano più gare ma lo stress maggiore ricade indubbiamente sulle squadre, sui meccanici e tutti coloro che lavorano in pista. Ci sono tanti aspetti che devono essere pianificati in anticipo, e per tutti i ragazzi sarà ancora più difficile di quanto non sia già oggi. Ma non sono un gestore di questo sport, e immagino che aumentando il numero di gare aumentino gli introiti, credo funzioni così. Personalmente vorrei tornare a 16 gare, è così che sono cresciuto, e darebbe ai piloti la flessibilità di fare qualcos’altro. Ma per noi è piuttosto semplice e non credo che possiamo lamentarci”.

Hulkenberg liberato da Renault. “Non credo che se lo meritasse, ma onestamente non conosco il contesto e le motivazioni. Spero, naturalmente, che trovi un volante perché merita assolutamente un posto in Formula 1”.

Rinnovo Bottas con la Mercedes. “Mi piace Valtteri, quindi sono contento per lui e penso che sia un ragazzo eccezionale e un grande pilota, ma per qualche motivo non lo ha ancora dimostrato per quanto vale. Credo che abbia un grande potenziale e che meriti la conferma”.

Staffetta Red Bull. “Non so perché Pierre non abbia mostrato il meglio di ciò di cui è capace, quindi forse è un bene per lui fare un passo indietro e recuperare la fiducia. Ma onestamente non è una situazione che conosco bene e non è neanche una cosa importante per me in questo momento. Abbiamo molte cose da fare e un grande divario da colmare, quindi questa è la nostra priorità principale”.

Se è possibile colmare il divario. “Ovviamente sì, e credo che Red Bull lo abbia dimostrato. Ad inizio stagione erano dietro la Mercedes ed anche dietro noi, mentre oggi sono davanti e sono più vicini alla Mercedes di quanto lo siamo noi. Ovviamente Mercedes è nella posizione migliore, ha ancora il pacchetto più forte e restano quelli da battere, quindi è loro che dobbiamo guardare. Non è un compito facile, ma è per questo che siamo qui”.

Appetibilità terzo posto Mondiale. “Siamo in una situazione che mi porta a pensare gara per gara, ma ovviamente preferisco terminare al terzo posto piuttosto che al quarto”.

Gran Premio d’Ungheria. “Hanno avuto l’effetto che pensavamo, hanno funzionato, ma ovviamente non abbastanza bene, questa è la realtà. Dobbiamo cercare il modo per spremere più prestazioni dalla monoposto, idee migliori e più soluzioni per rendere l’auto più veloce”.

Delusione. “Non fa piacere perdere così, con un margine di un minuto come è accaduto in Ungheria, ma continuo a credere che non è impossibile colmare il divario. A volte le cose iniziano ad allinearsi nella giusta direzione, anche agendo su cose più piccole che possono fare una grande differenza. Questo è ciò su cui dobbiamo lavorare”.

Spa-Francorchamps. “È una pista leggendaria, che è senza dubbio tra le mie preferite. È un tracciato molto speciale che si caratterizza per i saliscendi e per il fatto di snodarsi per buona parte praticamente nel bosco”.

Evoluzione. “Chiaramente nel corso del tempo anche questo circuito è cambiato molto, come del resto lo sono le auto che guidiamo. Ricordo la prima volta che ho gareggiato qui in Formula 1 e rispetto a quei tempi certe curve sono diventate più facili da affrontare, perché c’è più carico aerodinamico sulle nostre monoposto”.

Punti cruciali. “La esse in salita Eau Rouge, che oggi possiamo percorrere in piena accelerazione, resta qualcosa di unico, ma anche curve come Pouhon e Blanchimont sono spettacolari. Da Eau Rouge devi uscire senza errori per portare quanta più velocità alla staccata di Les Combes, un punto nel quale è possibile effettuare dei sorpassi grazie alla scia e a una vettura perfetta anche nei rapporti del cambio. Da Puohon in poi la pista è tutta bellissima, una volata ad acceleratore premuto che ti porta fino alla Bus Stop, altro punto nel quale è verosimile tentare un attacco. Quando scopri Spa-Francorchamps non puoi fare altro che amarla”.

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