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Stellantis Atessa: prorograti i contratti di solidarietà fino al 31 luglio 2026

Stellantis Atessa: prorograti i contratti di solidarietà fino al 31 luglio 2026 ma la produzione aumenta e parziale ripresa del terzo turno

Stellantis Atessa

Arrivano cattive notizie dallo stabilimento Stellantis Atessa. Nonostante sia aumentata la produzione, nelle scorse ore la direzione dello stabilimento ex Sevel ha fatto sapere di aver deciso di prorograre i contratti di solidariertà in scandenza il 31 dicembre 2025 fino al 31 luglio del 2026. Per fortuna però la percentuale dei dipendenti della fabbrica interessati da ciò scenderà passando dall’attuale 41% al 35%. Questo piccolo segnale fa sperare per una concreta ripresa della produzione.

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Produzione in aumento nel sito Stellantis Atessa ma i contratti di solidarietà sono stati prorogati fino a luglio 2026

Il 2026 si aprirà con un deciso aumenti dei volumi di produzione. Infatti da febbraio si passerà  dagli attuali 640 a 820 furgoni al giorno. Avverrà inoltre il parziale ripristino del terzo turno. «Si tratta di un segnale estremamente incoraggiante – afferma il coordinatore della Uilm Abruzzo, Nicola Manzi – che arriva a ridosso della comunicazione della Commissione europea con cui è stato allontanato lo scenario, fino a poco tempo fa temuto, del divieto di vendita di vetture con motori benzina e diesel dal 2035. Per l’industria automobilistica e per Stellantis questa decisione rappresenta un elemento di rinnovata fiducia: il diesel, che ha contribuito in modo determinante allo sviluppo e al successo di questo sito produttivo, conserva prospettive concrete e continuerà a svolgere un ruolo centrale nel mercato europeo dei veicoli commerciali leggeri».

Stellantis Atessa

Lo stesso Manzi esprime aspettative positive per l’anno prossimo, prevedendo per l’ex Sevel un 2026 caratterizzato da una ripresa dei volumi produttivi e dalla stabilità occupazionale, sia nello stabilimento sia lungo la filiera collegata. L’aumento di lavoro e produzione ha effetti diretti e rilevanti sull’economia locale e sulle famiglie del territorio. «È ora necessario – sottolinea – che Stellantis, insieme alle istituzioni nazionali e regionali, agisca in modo coordinato per garantire prospettive solide a un impianto che coinvolge complessivamente oltre 15.000 lavoratori».

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In questo contesto, la combinazione di un minore ricorso agli ammortizzatori sociali e di una crescita produttiva restituisce fiducia a uno dei principali poli industriali dell’Abruzzo e dell’intero settore automotive italiano.