Nel 1965, l‘Abarth 1000 Monoposto Record mise a segno alcuni primati mondiali, che arricchirono il ricco palmares dello “scorpione“. Fra questi, anche il 100° della serie guadagnato dal marchio. Per celebrare l’impresa a cifra tonda, conquistata a Monza dallo stesso Carlo Abarth, è nato un orologio commemorativo. La firma è quella di Breil, decennale partner “da polso” del noto marchio automobilistico, specializzato nelle elaborazioni sportive e nell’allestimento di vetture dall’animo racing.
Il debutto del nuovo segnatempo è stato annunciato da Stellantis Heritage. In esso si esprimono valori condivisi da Abarth e Breil, come audacia, performance e passione per la meccanica, nel segno del Made in Italy. Il frutto dell’intesa è l’esclusivo Breil Abarth 1000, in serie limitata di 465 pezzi.
L’orologio in esame, come già scritto, rende omaggio al 100° record mondiale conquistato da Carlo Abarth a Monza il 20 ottobre 1965. L’epica impresa fu compiuta al volante di un’Abarth 1000 Monoposto Record dello stesso anno. Quella sfida, dal sapore pioneristico, ebbe un responso felice, grazie all’audacia e alla qualità di chi seppe metterla a frutto.
Positivi i riflessi sull’immagine del brand, che ha consolidato la propria fama mondiale anche attraverso i molti record infranti dalle auto a sua firma. Il primato mondiale onorato con il nuovo accessorio da polso prese forma, come molti altri, nell’anello di alta velocità del circuito brianzolo, considerato universalmente il tempio italiano della velocità.

Qui l’Abarth 1000 monoposto del 1965 permise al suo costruttore, giunto al traguardo anagrafico dei 57 anni, di conquistare il 100° world record. Il traguardo, in cifra tonda, fissò un’altra tappa di un cammino che ha aiutato a consacrare il marchio, nella dimensione sportiva e prestazionale, su scala planetaria.
La vettura protagonista dell’impresa era un “belva” a ruote scoperte, interamente sviluppata in house. Esteticamente non regalava particolari emozioni, almeno a mio avviso, ma sul piano funzionale portava in dote l’eccellenza, in termini di funzionalità. Ciò in linea con lo spirito dello “scorpione” e delle sue opere.
La spinta di questa creatura era affidata a un motore bialbero da un litro di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 105 cavalli a 8.800 giri al minuto, su un peso a secco di soli 500 chilogrammi. Per abbassare il dato letto alla bilancia, con l’auto a pieno carico, fu scelto un serbatoio di appena 10 litri. Il minimo “sindacale”, per garantire la carica energetica necessaria a sostenere le sfide scelte dal fondatore, nell’ambito dei record di accelerazione istituiti dalla FIA (Fédération Internationale de l’Automobile) sul finire del 1964.
Lo stesso Carlo Abarth, per dare il suo apporto al contenimento dei carichi non aerodinamici e dei volumi dell’abitacolo, si sottopose a una dieta molto ferrea. Pare che questa si tradusse in un calo di 30 chilogrammi del suo peso corporeo. Ovviamente la cosa non avvenne in pochi giorni, ma fu pianificata per tempo, avendo di mira i target mondiali, utili all’immagine aziendale.

Il record celebrato dall’orologio commemorativo di Breil prese forma, come già scritto, quando le lancette del tempo segnavano la data del 20 ottobre 1965. In quella sessione, la Fiat Abarth 1000 Monoposto conquistò due primati mondiali nella Classe G, stabilendo i record di accelerazione sul quarto di miglio (13″62) e sui 500 metri (15″38). Quest’ultimo fu il nuovo riferimento in cifra tonda che ha ispirato la nascita del misuratore del tempo di cui ci stiamo occupando.
Il giorno dopo, sulla stessa creatura da pista, sempre a Monza, Carlo Abarth fece installare un motore da 2.0 litri di cilindrata, ottenendo altri due primati, questa volta nella Classe E. Si trattava, ancora un volta, di performance di riferimento in accelerazione, con il tempo di 11″55 e 15″38 sul quarto di miglio (circa 400 metri) e sul mezzo chilometro con partenza da fermo. La trasferta nel tempio italiano della velocità non poteva andare meglio.
Ottimo il bottino messo a segno dalla Fiat Abarth 1000 Monoposto, che seppe regalare una buona luce al marchio dello “scorpione”. Il centesimo record mondiale fu siglato con l’unità propulsiva a 4 cilindri da un litro, disposta in posizione posteriore-centrale, ed aveva il profumo di un’impresa incredibile. Quella creatura era in grado di spingersi fino a una velocità massima di 225 km/h. Doveroso celebrarne le gesta.
Il cronografo Breil Abarth 1000 in edizione limitata si inserisce nel solco commemorativo. Questo orologio da polso, con cassa in acciaio IP black da 42 mm di diametro, presenta linee compatte e dinamiche. Viene proposto a 399 euro. Fra le sue caratteristiche di spicco, la lunetta in carbonio forgiato. Anche il quadrante si giova dello stesso ingrediente.
La scelta di questo materiale composito crea una connessione col mondo delle corse, dove il suo impego è molto ricorrente, già da diversi decenni. Anche le supercar ed hypercar più raffinate ne fanno ampio uso. Fra le note caratteristiche dell’esotico materiale, la leggerezza. Un tema, quest’ultimo, che appassionava Carlo Abarth e che concorse a determinare le sue fortune sportive ed aziendali.






Fonte | Stellantis Heritage
