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L’ultimo affronto a Torino: scompare il logo Fiat da Mirafiori

Un tempo punto di riferimento del triangolo industriale, con un grande nome storico come Fiat nel suo territorio, il Piemonte ha perso molto.

mirafiori fiat

Il cuore industriale di Torino ha subito l’ennesimo, simbolico smacco. Lo storico marchio Fiat è in fase di smantellamento dalla facciata della palazzina degli Enti Centrali di Mirafiori, affacciata su corso Agnelli e corso Traiano.

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Sulla tettoia che sovrasta l’ingresso, sono apparsi i ponteggi per rimuovere i loghi dei brand del Gruppo (Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Abarth e persino Jeep). Dove prima troneggiava, quasi per abitudine, una Fiat 500e, ora ci sono solo le coperture. L’addio visuale ad un’epoca è in corso. Certo, solo una questione “estetica”, ma anche di forte impatto emotivo.

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Una “coincidenza” ha voluto che, proprio nello stesso periodo, il Sole24ore annunciasse la notizia che trasforma il simbolismo in realtà economica. Il Piemonte, infatti, si può dire sia scivolato nella Serie B delle regioni europee. L’umiliazione, un tempo impensabile per la regione che politicamente ha fatto l’Italia che conosciamo oggi, e che per un secolo fu la punta di diamante dell’impresa, è sancita (anche) dai numeri del Pil pro capite.

Un tempo punto di riferimento del triangolo industriale, con un grande nome storico come Fiat nel suo territorio, il Piemonte ha perso 3 punti in sette anni, scivolando sotto la media europea, a 99,7. Tanto basta per finire nella categoria “in transizione”, a metà strada tra le più e le meno sviluppate.

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fiat 500

La colpa, come evidenziato dal rapporto di Bankitalia sull’economia regionale, ricade in gran parte sul rallentamento accentuato dal “tracollo del settore automotive” e, inevitabilmente, dal “disimpegno Fiat-Stellantis”. Un disimpegno che non accenna a risultare interrotto, scongiurato o anche mandato nel dimenticatoio con misure concrete di sviluppo. Con Mirafiori che ha perso da tempo il suo antico splendore. Il vero guaio è l’adeguamento verso il basso. Retrocedono sotto la media europea “quasi tutte le altre regioni italiane”, ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano (+4,3), della Lombardia (+3), del Molise e della Puglia (invariata).