Il Canada ha deciso di rompere gli indugi, avviando formalmente una procedura di risoluzione delle controversie contro Stellantis dopo la decisione della casa automobilistica di spostare i posti di lavoro negli Stati Uniti. La mossa ha il sapore di punire un tradimento in piena regola, dato che Ottawa vuole recuperare parte dei soldi delle tasse impegnati per Stellantis.
Lunedì, il Ministro dell’Industria Mélanie Joly ha dichiarato senza mezzi termini che lo spostamento della produzione della Jeep Compass da Brampton, nell’Ontario, a Belvidere, nell’Illinois, costituisce una violazione del contratto.
La risposta del governo è stata immediata: “Oggi, prima della chiusura delle attività, il governo compirà il passo successivo previsto dai contratti per recuperare il denaro dei contribuenti canadesi”, ha affermato Joly. L’inizio di questa procedura formale di risoluzione delle controversie, che durerà 30 giorni, ha l’obiettivo dichiarato di ripristinare la produzione nello stabilimento di Brampton.
La mossa di Stellantis è arrivata a settembre, quando l’azienda ha abbandonato i piani di costruire la nuova Jeep Compass in Ontario. Il paradosso è che il governo canadese e la provincia hanno promesso miliardi di dollari in sussidi alla casa automobilistica. Tra questi, spicca l’impegno congiunto da 15 miliardi di dollari per aiutare Stellantis a costruire lo stabilimento di batterie per veicoli elettrici NextStar/LG a Windsor, oltre ai milioni stanziati per riorganizzare gli stabilimenti di Windsor e Brampton per la produzione di elettriche.
L’accordo di ristrutturazione, ha dichiarato la viceministro assistente di Innovation Canada, Stephanie Tanton, contiene ancora “dettagli commerciali riservati” e non può essere divulgato, creando un’ombra di segretezza proprio sulle garanzie occupazionali che i parlamentari hanno chiesto di chiarire. Tuttavia, il viceministro Philip Jennings ha confermato che l’accordo prevedeva tali garanzie: “Riteniamo di essere sulla buona strada per segnalare una violazione”.
Da parte sua, Stellantis ha risposto rassicurando i canadesi. La portavoce LouAnn Gosselin ha dichiarato che lo stabilimento di Brampton è solo “fermo, non chiuso” e che, tecnicamente, “non si sono persi posti di lavoro”. La dichiarazione, basata sull’offerta di “opportunità di trasferimento presso altre strutture Stellantis ove possibile”, suona come una beffa per i lavoratori di Brampton, il cui impianto è comunque svuotato.
Stellantis, comunque, afferma di lavorare per un “futuro sostenibile” per l’industria automobilistica in Canada, intanto Ottawa sta usando tutti gli strumenti legali per far valere i contratti per cui è in gioco la credibilità stessa degli investimenti pubblici nel settore automotive.


